Formula 1

F1, GP Abu Dhabi 2019: Ferrari ancora una volta preceduta da Mercedes e Red Bull. Cavallino relegato al ruolo di terza forza

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Le ultime qualifiche del Mondiale 2019 di F1 sono andate in archivio. Il circuito di Yas Marina, ad Abu Dhabi, ha emesso la sua sentenza: Lewis Hamilton e Mercedes padroni. Il campione del mondo, nel suo anno poco “prolifico” nel time-attack, ha voluto ad ogni costo ricorrere all’update delle statistiche nelle pole e il suo obiettivo l’ha centrato con la quinta p.1 in stagione e n.88 in carriera. Il britannico ha così posto fine ad una serie di 9 weekend di digiuno in questo senso. Serviva tornare a girare qui per riportare in auge la Stella a tre punte nel giro secco (111esima pole). Per le Frecce d’Argento è la conferma del feudo arabo nell’era ibrida: sempre in p.1 e, non fosse stata per la penalità comminata al finlandese Valtteri Bottas (sostituzione del motore e partenza dal fondo della griglia), sarebbe stata anche sesta prima fila consecutiva. “Carta canta” e non sono numeri a caso. Appare quindi scontato che Lewis possa portare a cinque i successi su questo tracciato domani, allungando la serie trionfale del team di Brackley.

E la Ferrari? Poca velocità e tante incertezze. Quest’ultimo appuntamento con l’attacco al tempo ha rappresentato un po’ la cartina di tornasole di una stagione piena di perplessità. In primis la prestazione in pista. La SF90 è tornata in versione “Dragster”. Tradotto: velocità notevole nei primi due settori e poi disastro nell’ultimo, caratterizzato da numerose curve medio/lente dove è importante avere tanto carico aerodinamico. Nel tratto guidato il monegasco Charles Leclerc e il tedesco Sebastian Vettel si sono ritrovati a guidare “sulle uova”. Emblematico il testacoda di Seb nel giro di lancio del Q1, quando si stava per lanciare nel suo primo tentativo. Ecco che la terza e quarta piazza del 22enne nativo del Principato e del teutonico, per via della penalizzazione a Bottas, pongono l’accento sulla Red Bull di Max Verstappen (secondo) più prestazionale. L’olandese, anch’egli, è stato decisamente più veloce nel famigerato t-3 e per i due alfieri del Cavallino Rampante c’è stato poco da fare.

E poi il pasticcio dell’ultimo run del Q3. La Ferrari ha voluto giocarsi il tutto per tutto, facendo uscire i suoi due piloti negli ultimi scampoli del time-attack per avere a disposizione una pista leggermente più gommata. Un rischio, di fatto, poco calcolato, perché Vettel per un soffio non ha preso la bandiera a scacchi, mentre Charles ha assistito all’ultimo tentativo degli altri da una posizione “privilegiata” senza poter fare nulla. Si è parlato di poca cattiveria agonistica dei due, ma forse qui l’azzardo è stato di chi dai box ancora una volta non ha saputo stimare bene il tempo e il fattore “traffico”. Non si vuole essere tacciati di “ingegneri del minuto dopo”, ma qualche precauzione in più sarebbe il caso di prenderla.

 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse 

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