Formula 1

F1, GP Brasile 2019: Charles Leclerc e il motore ad Interlagos. Probabile la penalità al monegasco, ma con motore 2020?

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Il penultimo appuntamento del Mondiale 2019 di F1 si avvicina sempre di più. I giochi ormai sono fatti: Lewis Hamilton e la Mercedes sono Campioni del mondo. Un esito, del resto, scontato perché questo campionato era già andato in ghiaccio prima della pausa estiva. Il dominio delle Frecce d’Argento è stato tale che i team nella seconda parte dell’annata hanno sfruttato nella maggior parte dei casi i weekend iridati per sperimentare del materiale in ottica 2020. Il regolamento tecnico dell’anno venturo, infatti, sarà molto simile a quello attuale e quindi una linea di continuità chiara c’è.

In Ferrari l’obiettivo è quello di dimenticare il fine settimana ad Austin (Stati Uniti). La mancanza di affidabilità e una resa in termini di prestazioni non all’altezza della situazione non ha permesso al monegasco Charles Leclerc (quarto) e al tedesco Sebastian Vettel (ritiro) di ottenere il massimo possibile. Il 22enne nativo del Principato, in particolare, potrebbe pagare dazio in Brasile, sede del prossimo round, per quanto avvenuto in Texas.

Come è noto, la Spec-3 della Power Unit della SF90 ha avuto un problema tecnico nel corso delle prove libere 3, costringendo i tecnici del Cavallino Rampante a sostituire l’unità. Un cambiamento non accompagnato dalla penalità in griglia di partenza perché si è deciso di usare la Spec-2, più datata e con meno potenza rispetto a quella più recente. Ecco che, in gara, il differenziale rispetto alla concorrenza non è stato trascurabile anche per questo aspetto, oltre per le criticità legate allo sfruttamento degli pneumatici. In vista del weekend ad Interlagos, è certo che Charles non avrà a disposizione il motore EV02 perché ormai giunto al termine del proprio ciclo di vita.

Le alternative sono due: cercare di recuperare la terza Power Unit oppure disporre del propulsore EVO4, con annessa penalizzazione di 10 posizioni in griglia. La prima opzione è la meno probabile perché, in termini di affidabilità, sarebbe rischioso riproporre un motore che ha avuto una perdita idraulica, su un tracciato dove le Power Unit sono particolarmente sollecitate: i motori sono a full gas per circa il 70% del giro. Ecco che la scelta potrebbe ricadere sul motore n.4, ma in questo caso vi potrebbero essere delle sorprese.

Stando a quanto riportato da Motorsport.com, non si tratterebbe di un modello con le stesse caratteristiche dell’EVO3, ma potrebbe avere alcune specifiche dell’unità che la Ferrari userà l’anno venturo. Una versione 2020? Da capire se ne vale la pena. Se è vero, infatti, che testare un componente così importante in un weekend iridato può dare modo ai tecnici del Cavallino di acquisire dati importanti, non è detto che in termini di consistenza le risposte siano quelle desiderate, considerando anche il contesto di gara, ovvero una pista situata in “altura”,  dove l’aria è certamente più rarefatta che al livello del mare. A questo punto sarà interessante comprende quale sarà la strada che la Ferrari seguirà.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse

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