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Formula 1
F1, GP Brasile 2019: Ferrari, così non si può andare avanti. Ennesima pessima figura, mancano delle linee guida chiare in squadra
“Siamo delusi e dispiaciuti. Credo che i due nostri piloti oggi debbano rendersi conto che hanno danneggiato la squadra. So bene che si tratta di un contatto piccolo, ma devono sapere che poi le conseguenze sono ampie. Non voglio dire chi abbia sbagliato o meno, lo faremo insieme guardando i video perchè a volte parlando a caldo si può sbagliare. I due piloti avranno il loro punto di vista ma oggi sapevano che erano liberi di gareggiare dato che erano il lotta per il terzo posto in campionato. Questi sono errori che non vanno bene”.
Sono queste le dichiarazioni del post GP del Brasile, penultimo round del Mondiale 2019 di F1, del Team Principal della Ferrari Mattia Binotto. Una gara dall’esito disastroso per la scuderia di Maranello: incidente tra i due piloti del Cavallino Rampante, mentre erano in lotta per la quarta posizione. Un confronto duro tra il monegasco Charles Leclerc e il tedesco Sebastian Vettel che ha causato al ritiro di entrambe le monoposto.
Un confronto evitabile? Forse sì. La richiesta di meno regole “preconfezionate” dopo il GP di Russia ha portato alla problematica esattamente opposta di questa corsa, con i due piloti che, probabilmente, hanno pensato eccessivamente ai propri interessi, non considerando quello che viene prima: la squadra. Si è rischiato oltre il lecito, quando la primaria necessità sarebbe stata quella di guadagnare la posizione nei confronti della Red Bull di Alexander Albon, piuttosto che farsi la guerra.
Un incidente che, però, evidenzia la mancanza di una chiara linea guida da seguire nel team e questo aspetto potrebbe andare ad incidere sugli equilibri futuri, detto però che la priorità sarà quella di avere una macchina vincente. Tuttavia, le lotte fratricide sono come una bomba ad orologeria, che può esplodere da un momento all’altro e allora da parte di Binotto e del proprio staff serve una presa di posizione su alcune dinamiche, lasciando libertà d’azione, ma “condizionata”.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse