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Formula 1

F1, GP Brasile: il dualismo Leclerc-Vettel è mediatico, ma l’inferiorità Ferrari a Interlagos è realtà

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Il bilancio in casa Ferrari è decisamente negativo in Brasile: doppio ritiro per un incidente “fratricida”. Ecco che il contatto tra il monegasco Charles Leclerc e il tedesco Sebastian Vettel ha catalizzato la scena e l’analisi dei fotogrammi per stabilire chi sia il colpevole impazza a livello mediatico e sui social.

I partiti “pro-Charles” e “pro-Seb” hanno preso posizione ed entrambi con convinzione portano avanti le proprie argomentazioni a suon di hashtag. Al di là delle percentuali di responsabilità, nel crash di Interlagos (Brasile) è stata la Ferrari a rimetterci, perché si è ritrovata con un doppio zero e ancora una volta la gestione interna poco chiara è, probabilmente, la vera causa del grande caos che si è creato in pista. Non certo il miglior viatico in vista del Mondiale 2020, dal momento che il titolo anche quest’anno è finito tra le mani di Lewis Hamilton e della Mercedes.

L’argomento “dualismo” affascina ed appassiona, a suon di citazioni storiche o riferimenti a Senna-Prost o Hamilton-Rosberg. Tuttavia, quel che pochi hanno detto è che Ferrari nel corso della gara brasiliana era la terza forza sul tracciato. Su una pista che, sulla carta, avrebbe dovuto esaltare le qualità della SF90, la massima prospettiva era il terzo gradino del podio, dal momento che l’olandese Max Verstappen e Lewis ne avevano di più.

La Rossa, infatti, ha pagato dazio ancora una volta nei tratti guidati e nella gestione delle mescole, nel confronto con i rivali. Ecco che, forse, parlare esclusivamente della “scazzottata” tra i due alfieri di Maranello non permette di focalizzare quale sia il problema principale, ovvero la monoposto. Trattandosi di Motorsport, la prestazione del mezzo è fondamentale e la Ferrari, dopo la buona progressione della seconda parte di campionato, sembra essersi un po’ fermata, al contrario della Red Bull Honda.

Certo, Mattia Binotto ha l’imbarazzo della scelta perché sono tanti “i punti all’ordine del giorno”. Indubbiamente, però, per poter solo pensare di ambire al meglio possibile, c’è da lavorare in maniera attenta sul carico aerodinamico e su una ricerca del grip meccanico. Il 2020 è ormai prossimo e, oltre ad appianare alcune tensioni, sarà opportuno dare delle risposte diverse sul progetto per non dover ancora una volta prolungare il “digiuno”.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse

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