Formula 1
F1, GP Usa 2019: analisi prove libere. Ferrari competitiva sul giro secco ma in difficoltà sul passo gara rispetto a Mercedes e Red Bull
La prima giornata di prove libere del Gran Premio degli Stati Uniti d’America 2019 è andata in archivio fornendo delle indicazioni molto importanti per capire meglio i valori in campo in vista di qualifiche e gara. I team hanno dovuto affrontare delle condizioni molto difficili dal punto di vista delle temperature (20° C di asfalto nel pomeriggio come negli ultimi test invernali di Barcellona) e di un fondo rovinato e caratterizzato da molti avvallamenti davvero fastidiosi per i piloti.
La Ferrari ha fatto intravedere un ottimo potenziale come di consueto nel time-attack con gomme morbide, inserendosi in seconda e quarta posizione con Leclerc e Vettel, in attesa di spingere al massimo con le mappature del motore al sabato. Il distacco di 3 decimi accumulato dal monegasco nelle FP2 nei confronti della Mercedes di Lewis Hamilton è giustificato anche dall’ottima scia (della Williams di Kubica) sfruttata dal britannico nel lungo rettilineo del COTA che porta da curva 11 a curva 12 nel secondo settore. Un effetto inatteso, che ha permesso al prossimo sei volte campione del mondo di far registrare una velocità di punta sul dritto leggermente più alta delle Ferrari, neutralizzando di fatto il punto di forza della SF90.
Per quanto riguarda il giro secco, possiamo considerare la Ferrari favorita (di poco) alla luce delle ultime sei pole consecutive raccolte dopo le vacanze estive, mentre nell’ultima fase delle FP2 le simulazioni di long run hanno messo in evidenza i limiti attuali della scuderia di Maranello. Sostanzialmente, a parità di condizioni, Hamilton ha fatto la differenza con uno stint molto efficace e costante sulle morbide, mentre entrambe le Ferrari sono andate in crisi con la mescola a banda rossa molto presto, dovendo così passare ai compound più duri. Vettel è stato protagonista di un testacoda in cui ha spiattellato le gomme dure, mentre Leclerc nel finale di turno ha girato praticamente sugli stessi tempi delle Mercedes con le medie. Attenzione a Max Verstappen, molto pericoloso sulla lunga distanza, con una Red Bull in palla dopo il Messico.
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Foto: LaPresse