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F1, GP Usa 2019: Ferrari, il festival dell’orrore. Errori, guasti e affidabilità: ecco cosa è successo

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La Ferrari è letteralmente sparita ad Austin, le Rosse sono state una pallida comparsa nel GP degli USA e sono andate letteralmente in crisi durante la terzultima tappa del Mondiale F1. Il Cavallino Rampante non è riuscito a scalpitare in Texas e torna a casa con le ossa rotte tra errori, guasti e una scarsissima affidabilità: questa triste domenica di inizio novembre boccia la Scuderia di Maranello che è tornata indietro di tre mesi abbondanti, le eccellenti prestazioni esibite negli ultimi sei Gran Premi (tre vittorie e ben sei pole position) non si sono ripetute su un tracciato che ha messo a nudo le criticità della monoposto proprio come era capitato nella prima parte di stagione.

In qualifica si erano limitati i danni col secondo posto di Sebastian Vettel ad appena 12 millesimi da Valtteri Bottas e con la quarta piazza di Charles Leclerc, la Ferrari sul giro secco ha sparato le sue cartucce ma poi in gara tutto è andato in fumo come capitava nel cuore della primavera e dell’estate quando il ritmo della Mercedes era letteralmente insostenibile. Oggi anche la power unit della Rossa non ha potuto fare molto e il risultato finale è ben lontato dalle aspettative della vigilia.

Sebastian Vettel si è ritirato nel corso dell’ottavo giro a causa del cedimento strutturale della sospensione posteriore destra, un grave guasto meccanico ha frenato il tedesco che stazionava in settima posizione dopo una brutta partenza: il teutonico ha candidamente ammesso che non riusciva a fare le curve e a tenere il ritmo tanto che lo avevano superato anche Carlos Sainz e Dani Ricciardo oltre a Lewis Hamilton, Max Verstappen e Charles Leclerc. Il giovane monegasco non è mai stato protagonista, il suo passo sulle gomme gialle era davvero pessimo e poi qualcosa è leggermente cambiato con gli pneumatici più duri ma non abbastanza per riuscire a salire sul podio: quarto posto senza infamia e senza lode, utile “solo” allungare su Vettel nella classifica interna alla scuderia (il giro veloce aggiunge poco o nulla). La Ferrari deve fare una seria valutazione e cercare di capire gli errori prima degli ultimi due appuntamenti stagionali in Brasile e ad Abu Dhabi con la speranza che si riesca a trovare il bandolo della matassa in vista del 2020 ma il festival degli errori di Austin non sarà semplice da dimenticare.

 

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Foto: Lapresse

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