Formula 1
F1, Mondiale 2019: Ferrari e i complottismi sul motore. La Rossa fa paura ai rivali, pensando al 2020?
Sta accadendo qualcosa di strano in questo scorcio di stagione in F1. I due titoli (piloti e costruttori) sono stati assegnati al britannico Lewis Hamilton e alla Mercedes, ma il livello di tensione è decisamente alto. A tenere tutti piuttosto svegli è la vicenda “motore della Ferrari” in cui un po’ tutti hanno detto e stanno dicendo la loro.
L’eccezionale potenza del propulsore della Rossa è un qualcosa di evidente in questa annata e, si sa, quando c’è una superiorità importante i sospetti e i dubbi non mancano. Caso particolare è che la SF90 non sia stata il riferimento nel campionato, avendo ottenuto la “miseria” di 3 vittorie, se raffrontate alle 14 in 19 corse delle Frecce d’Argento. Perché questo accanimento?
La domanda chiama questa risposta, ovvero in prospettiva la Ferrari può far paura. Come è noto, nel 2020 i regolamenti tecnici non smuoveranno le acque e lo status quo sarà a grandi linee la cartina di tornasole del Circus. Ecco che nella seconda parte dell’annata, tanti team, ivi compreso quello di Maranello, stanno sfruttando gli ultimi round per testare alcuni componenti dell’anno venturo perché farlo in gara o in un contesto agonistico di alto livello è diverso che nei test invernali. In questo senso le sei pole consecutive (da Spa fino a Città del Messico), nove in totale, evidenziano la grande prestazione del pacchetto del Cavallino Rampante.
E queste voci sul flussometro? Stando a quando riportato da Motorsport.com, le restrizioni sul flusso di benzina non spiegherebbero affatto il calo di potenza avuto ad Austin, ma le motivazioni sarebbero da ricercare nella scelta di un assetto più carico e nell’adozione, per questioni di affidabilità, del motore EVO2 sulla monoposto del monegasco Charles Leclerc, per la criticità evidenziata sulla Spec3. Un deficit quantificabile in 18 cavalli. Pertanto, le accuse piovute sulla Ferrari, allo stato dell’arte, sembrerebbero quasi risibili, anche perché da parte della FIA non parrebbero esserci segnali in questo senso.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse