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Fabio Aru: “Non sono finito, in salita so che valgo i migliori. Alla Vuelta un virus mi ha debilitato”

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Fabio Aru concede un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” nella quale analizza il suo 2019, tracciando il bilancio delle sue prestazioni ottenute dopo l’operazione alla quale è stato costretto ad aprile, provando ad immaginare il 2020, pur non conoscendo ancora il suo calendario nel dettaglio.

Sull’operazione ed il seguente rientro al Tour: “Sono convinto di aver perso due anni, ma non per colpa mia, ma sono altrettanto convinto di poter tornare ai miei livelli, di lottare per traguardi importanti, di far la differenza in salita. Operato ad inizio aprile (angioplastica dell’arteria iliaca), poi senza una preparazione specifica sono arrivato 14° al Tour. Alla Grande Boucle non si chiude in quella posizione per caso“.

Poi c’è stato il flop alla Vuelta, ma ora il pensiero è tutto al 2020, con un sogno a cinque cerchi: “Ho chiesto troppo al mio motore, comunque in Spagna un virus mi ha debilitato in modo profondo. Ne sto pagando tuttora le conseguenza. Ancora non so bene il programma del prossimo anno: ho tanti obiettivi, tutti stimolanti. A parte i grandi giri, c’è l’Olimpiade con un percorso adatto alle mie caratteristiche“.

 

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roberto.santangelo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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