Ciclismo
Giro d’Italia 2020: ipotesi partecipazione per Remco Evenepoel. Il belga incute timore: è già pronto per fare classifica?
La testata sportiva più famosa delle Fiandre, vale a dire Sporza, un paio di settimane fa ha lanciato una vera e propria bomba: Remco Evenepoel potrebbe prendere parte al Giro d’Italia 2020. Il fenomeno belga, non ancora 20enne, ha come obiettivi principali per la stagione che verrà Olimpiadi e Mondiali, dati i percorsi particolarmente adatti a lui, ma a lungo termine saranno i grandi giri a diventare il suo habitat naturale. D’altronde parliamo di un ragazzo che due anni fa, al primo stage in montagna con la nazionale belga juniores, pochi mesi dopo aver lasciato il calcio per la bici, fece una cronoscalata del Ballon d’Alsace e per appena 15″ non batté il tempo che, in quello stesso periodo, aveva fatto registrare il compianto Bjorg Lambrecht. Bjorg il quale, all’epoca, era uno degli scalatori più forti della categoria U23, capace, nel 2017, di vincere la Corsa della Pace U23 e di arrivare secondo alla Ronde de l’Isard, al Tour de Savoie, al Giro della Valle d’Aosta e al Tour de l’Avenir, battuto solo da due come Egan Bernal e Pavel Sivakov.
La stagione seguente, nel 2018, Evenepoel vinse tutte le gare a tappe internazionali a cui partecipò, incluse il Giro della Lunigiana e la Corsa della Pace U19, le due corse più dure della categoria juniores. Al primo anno tra i pro l’abbiamo già visto capace di andare molto forte su salite lunghe, ricordiamo il 15esimo posto a Jabel Hafeet all’UAE Tour, il 4° a Kartepe al Giro di Turchia e il 9° sulle Tre Cime di Lavaredo alla Adriatica-Ionica. Il tutto senza allenarsi con costanza su ascese che misurano certi chilometraggi poiché vive ancora in Belgio. A questo aggiungiamoci che a cronometro è già uno dei migliori al mondo, capace di vincere il titolo Europeo e di fare secondo, battuto solo da Rohan Dennis, al Mondiale.
Se andiamo, poi, a vedere i fantastici dati fisici di Remco, riportati ad agosto sul sito Sport.be, troviamo proprio l’identikit del futuro dominatore di corse a tappe. Il vincitore dell’ultima Clasica de San Sebastian ha già una VO2max (massimo volume di ossigeno consumato per minuto) compresa tra 85 e 87, ciò vuol dire che, sotto questo aspetto, è leggermente superiore a Chris Froome e Lance Armstrong (entrambi attorno all’84) e un pelo inferiore a Egan Bernal, Miguel Indurain e Mathieu van der Poel (tutti e tre tra 88 e 90). Ma siccome non basta la VO2max, da sola, a fare il campione (vedere l’esempio di Oskar Svendsen), Evenepoel aggiunge anche un ematocrito, vale a dire la percentuale di globuli rossi nel sangue, attorno al 48%, molto vicino a quello che è il valore naturale più alto che un essere umano possa toccare (52-53%). E per non farsi mancare nulla, il suo CdA (coefficiente di resistenza aerodinamica) è uno dei più bassi mai calcolati, il che significa che converte in modo terribilmente efficace la potenza applicata alla velocità di avanzamento.
All’aspetto atletico ci aggiungiamo, oltretutto, quello psicologico. Remco è un “cannibale” nato, conscio della sua forza e mai domo. Corre in bicicletta da luglio 2017 e tra juniores e professionisti ha già vinto una quarantina di gare. Lo ricordiamo tutti trionfare al Mondiale di Innsbruck rimontando tantissimi corridori dopo essere stato vittima di una caduta. Ma alla stessa Clasica de San Sebastian era rimasto attardato, a causa di un buco che aveva preso poiché ha ancora qualche difficoltà a pedalare nelle prime posizioni del gruppo, a un certo punto della gara. Successivamente, però, è rientrato, ha attaccato ed è andato a conquistare un successo inaspettato.
Logica vuole che un ragazzo che a maggio 2020 avrà appena 20 anni e mezzo non possa essere competitivo per una posizione di rango nella classifica generale del Giro d’Italia. Ma qua è abbastanza chiaro che la logica vada messa da parte, dato che parliamo di talento speciale, di quelli che avremmo detto nascere ogni 50 anni, se non fosse che c’è solo un lustro di differenza tra Remco e quell’altro iperfenomeno di Mathieu van der Poel.
Peraltro, l’ipotetica scelta della Corsa Rosa come primo grande giro della carriera, non è casuale e nemmeno legata solo al fatto che si sposa bene con gli altri suoi obiettivi stagionali. Beninteso, ancora nulla è ufficiale, ma se Remco dovesse esordire nei Grand Tours già nella prossima stagione, allora, al 99%, la gara prescelta è quella nostrana. Questo perché il percorso sembra fatto dal sarto per il giovanissimo fuoriclasse. Un buon numero di km a cronometro (per gli standard attuali sono anche tanti), assenza di ascese con pendenze costantemente in doppia cifra che gli sono un po’ indigeste, al momento, molte salite, invece, pedalabili, perfette per un passista-scalatore come lui e tante tappe mosse che presentano quei percorsi su cui, già oggi, è un’eccellenza totale.
In sostanza, gli ingredienti per vedere qualcosa di eccezionale al prossimo Giro ci sono tutti. Il problema è che Remco, come è normale che sia per un corridore della sua età che, per di più, va in bici da appena due anni e mezzo, fa ancora molta fatica a muoversi in gruppo e sovente gli capita di cadere o di rimanere imbottigliato nelle posizioni di coda. Questo potrebbe far desistere la Deceuninck-Quick Step dall’idea di farlo esordire alla Corsa Rosa 2020, oppure, in caso di partecipazione, potrebbe comunque finire per penalizzarlo enormemente. Ma è l’unico vero limite di un atleta capace di cose totalmente fuori dall’ordinario.
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luca.saugo@oasport.it
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Foto: Romeo Deganello