Tennis
Matteo Berrettini, benvenuto tra i grandissimi. Il pioniere del Rinascimento azzurro
Senza nulla togliere a Fabio Fognini, a sua volta autore della sua migliore annata e soprattutto vincitore del Masters 1000 di Montecarlo, è Matteo Berrettini il rappresentante di una nuova era per il tennis italiano maschile che può disporre anche di un ottimo talento come Lorenzo Sonego, di un ragazzo che deve ritrovarsi come Marco Cecchinato e di giovani interessantissimi come Lorenzo Musetti e soprattutto Jannik Sinner.
Il 23enne romano ha vissuto un’annata a dir poco straordinaria, come non se ne vedevano dalle nostre parti da troppo tempo. Un’annata che lo ha visto vincere due tornei, sulla terra battuta di Budapest e sull’erba di Stoccarda, arrivare negli ottavi sui prati di Wimbledon ma soprattutto le semifinali sul cemento degli US Open e del Masters 1000 di Shanghai. Un 2019 da grandissimo nel quale ha pienamente rivelato le sue potenzialità: un servizio e un dritto devastanti, una grande varietà di colpi e una buona attitudine al gioco di volo. Tra i punti deboli il rovescio, che quando sarà migliorato potrà proiettare Berrettini ancora più in alto.
Non dimentichiamo poi il suo comportamento in campo: si fa sentire solo per le esultanze e solo in modo lecito, per il resto mai una protesta o una parola sopra le righe o un gesto di stizza tipo scagliare la racchetta per terra o lanciare la palla in tribuna. Da questo punto di vista la sua correttezza è esemplare e lo fa assomigliare a molti dei grandi del passato. La ciliegina sulla torta è stata sicuramente l’accesso alle ATP Finals di Londra, terzo italiano ad approdare al torneo di fine anno tra i migliori 8 del mondo dopo Adriano Panatta (1975) e Corrado Barazzutti (1978).
Dato che l’Italia è un paese senza memoria e soprattutto con una cultura sportiva molto limitata Matteo verrà criticato per la sconfitta a Parigi-Bercy contro Jo-Wilfried Tsonga fino a quando non è arrivata l’eliminazione nei quarti dell’altro francese Gael Monfils che gli ha assicurato la qualificazione per Londra, e siamo sicurissimi che verrà ancor più criticato se perderà le tre partite del round robin delle Finals, nel qual caso si parlerà di un giocatore “ridimensionato”.
Ma noi tutti appassionati di tennis dobbiamo essere grati a Matteo Berrettini, che puntando alle primissime posizioni del ranking e, perché no, vincere qualche Slam nei prossimi anni, può trascinare ancor di più un movimento maschile che ha già avuto quest’anno un rendimento eccezionale. Ma non c’è niente come la voglia di imitare le imprese di un singolo da parte dei suoi connazionali e a quel punto i nostri migliori tennisti potrebbero trascinarsi a vicenda verso traguardi sempre più prestigiosi, vedi per esempio la Coppa Davis a novembre.
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massimiliano.valle@oasport.it
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Foto: LaPresse