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MotoGP, GP Malesia 2019: il gambero Ducati. Una crisi tecnica sempre più evidente per la scuderia di Borgo Panigale: Yamaha e Honda di un altro pianeta

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L’ultima vittoria risale al GP d’Austria (11 agosto), nelle ultime sei gare sono arrivati soltanto due podi (secondo posto ad Aragon, terza piazza in Giappone), l’involuzione tecnica del mezzo è sotto gli occhi di tutti ed innegabile. Andrea Dovizioso chiuderà il Mondiale MotoGP al secondo posto, primo degli umani alle spalle dell’inarrivabile Marc Marquez ma negli ultimi tre mesi la scuderia di Borgo Panigale è ben lontana dai suoi giorni migliori e ormai il gap tecnico dalla Honda e dalla Yamaha è enorme.

Le Rosse non riescono più a volare, non soltanto con la prima guida, che cerca di difendersi in tutti i modi, ma anche con le altre moto: Danilo Petrucci è in chiara involuzione rispetto al pilota indemoniato che vinceva al Mugello e finiva terzo a Barcellona e a Le Mans, Jack Miller ha portato a casa il terzo posto in Australia e ad Aragon ma stiamo comunque parlando di un pilota del team satellite e Francesco Bagnaia stenta a decollare (anche se il quarto posto di Phillip Island è stato incoraggiante).

La Ducati non soltanto non fa più passi in avanti ma, anzi, sembra quasi indietreggiare come un gambero mentre le avversarie dirette si evolvono, la Yamaha è esplosa definitivamente (prima fila tutta per la scuderia di Iwata nel GP di Malesia) e la Honda può contare su un fenomeno come Marc Marquez. I problemi sono i soliti, come la lentezza nella percorrenza in curva, il degrado della gomma, la difficoltà ad adattarsi ai vari tracciati ed un motore che in questo momento non è più il punto di forza. A Borgo Panigale si deve iniziare a lavorare seriamente per la prossima stagione se non si vuole finire in un tunnel da cui sarà poi difficile uscire, intanto Dovizioso partirà dalla decima piazzola a Sepang e la rimonta appare estremamente complessa.

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Foto: LaPresse

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