MotoGP
MotoGP, GP Valencia 2019: da Jack Miller a Fabio Quartararo, quando i piloti privati ‘bastonano’ quelli ufficiali
Le qualifiche del GP di Valencia (Spagna), ultimo round del Mondiale 2019 di MotoGP, fanno parte dell’album dei ricordi. Il francese della Yamaha Petronas SRT Fabio Quartararo ha suonato la sua sesta sinfonia stagionale e ha confermato che nella ricerca della prestazione massima ha un tocco magico. Se si guarda al passato, Fabio aveva fatto fatica sul “Ricardo Tormo”, pista complicata, angusta, su cui non è facile prendere il ritmo. Tuttavia, il transalpino, con il n.20 sul cupolino, ha un feeling speciale con la M1 in condizioni da qualifiche e i riscontri sull’asfalto iberico e del 2019 parlano chiaro.
Le prospettive di Quartararo sono ambiziose e l’obiettivo di replicare quanto seppe fare il connazionale Regis Laconi a Valencia (pole e vittoria) 20 anni fa (ultimo successo d’Oltralpe nella massima cilindrata) non è così lontano dalla realtà. Tuttavia, resta l’evidenza che nelle qualifiche il 20enne nativo di Nizza ha un passo diverso e spesso i piloti ufficiali della Yamaha sono costretti a leccarsi le ferite. Valentino Rossi, ancor più dello spagnolo Maverick Vinales, deve fare i conti con questo francesino che guida la M1 magistralmente, senza eccedere mai, ma con estrema precisione. Il 12° crono odierno, a 976 millesimi di distacco dal leader, è emblematico del risultato del “Dottore”.
Da un certo punto di vista, lo stesso discorso si è presentato in Ducati. L’australiano ha ottenuto la quarta prima fila dell’anno sulla Rossa del Team Pramac. L’Aussie, un po’ come Quartararo, quando si tratta di spingere non si fa problemi e, disponendo di una GP19 come Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci (oggi sesto e decimo), la sua zampata riesce a metterla. Uno smacco per i piloti “Factory” e la dimostrazione che questo moto non sia così “pessima” in percorrenza di curva. I quattro decimi di differenza tra Jack e il “Dovi” non sono trascurabili e questo a Borgo Panigale lo sanno. Certo, la gara è domani e, notoriamente, il forlivese vien fuori sulla distanza, ma analizzando il tutto in termini meramente prestazionali i riscontri non vanno affatto sottovalutati: le quattro prime file citate dell’australiano contro le tre del vicecampione del mondo sono un dato evidente.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse