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MotoGP: Valentino Rossi si prepara all’ultimo atto della sua peggiore stagione in Yamaha con uno sguardo verso il 2020

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Tra poco più di una settimana andrà in scena a Valencia l’ultima gara del Motomondiale 2019 ed uno dei piloti maggiormente attesi al “Ricardo Tormo” sarà senz’ombra di dubbio Valentino Rossi. Il nove volte campione del mondo ha disputato finora la sua peggiore stagione della carriera in Yamaha in termini di prestazioni e risultati, perciò si preannunciano fondamentali i primi weekend di gara del 2020 nella decisione di prolungare o meno la sua avventura in MotoGP con il team di Iwata almeno per un’altra stagione (il suo contratto scade al termine del 2020 quando avrà 41 anni).

Il leggendario n.46 è settimo nella classifica del Mondiale ad una gara dal termine con un totale di 166 punti, ben 229 in meno rispetto al dominatore indiscusso del 2019 Marc Marquez, ma ci sono ancora 25 punti a disposizione che potrebbero permettergli di attaccare la sesta posizione di Fabio Quartararo (172) e la quinta di un Danilo Petrucci (176) in grande difficoltà. Da quando è approdato in Yamaha nel 2004 (tralasciando quindi il fallimentare biennio 2011-2012 in Ducati), Rossi ha sempre chiuso il campionato del mondo nella top5 raccogliendo proprio un quinto posto nel 2017 come peggior piazzamento.

Sicuramente le tre cadute consecutive collezionate al Mugello, a Barcellona (coinvolto nello strike provocato da Lorenzo) e Assen hanno influito pesantemente sulla classifica del “Dottore”, il quale concluderà il suo 2019 con lo score più basso della sua avventura in Yamaha. Prima dell’ultimo round valenciano, Valentino ha racimolato solo due piazzamenti sul podio in Argentina e in Texas (in entrambi i casi fu secondo) per poi collezionare addirittura quattro quarti posti (di cui 3 consecutivi alla fine dell’estate) a testimonianza della crescita tecnica effettuata dal team nipponico negli ultimi mesi. Ruolino di marcia praticamente identico in qualifica con due secondi posti conquistati ad Austin e a Silverstone e 6 partenze dalla seconda fila, mentre a livello statistico va rimarcato come il giro veloce in gara stampato a Sepang sia il primo dopo 65 Gran Premi di digiuno.

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Foto: Valerio Origo

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