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NextGen 2019, i punti di forza e deboli di Jannik Sinner. Diritto e rovescio solidissimi, da migliorare il gioco a rete, il servizio e la struttura fisica

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Jannik Sinner ha iniziato l’anno al numero 553 del mondo, facendo proprio un percorso di crescita un po’ particolare già solo per il fatto di non aver prestato particolare attenzione al circuito junior, e lo finirà nei primi cento (l’attuale numero 93 può variare a causa delle fluttuazioni nei Challenger di alcuni suoi colleghi e perché le Next Gen ATP Finals non assegnano punti).

Un’ascesa prodigiosa per lui che ha bruciato le tappe in una maniera davvero roboante, con un particolare piuttosto curioso: ha giocato in 10 categorie su 11 dell’attuale panorama tennistico solo nel 2019, dagli ITF da 15.000 dollari agli Slam, “mancando” solo i Challenger 110. Buona parte del merito va alla sua estrema solidità da fondo, con entrambi i colpi fondamentali già di ottimo livello, capaci di mettere in difficoltà gente molto più affermata di lui. Per informazioni, basta chiedere all’americano Steve Johnson, al francese Gael Monfils e anche allo svizzero Stan Wawrinka, che a un certo punto, nel quarto set primo turno degli US Open, pareva iniziare a subire l’iniziativa e soprattutto una spiccata personalità dell’altoatesino.

Il bello, naturalmente, è che, a 18 anni, del suo gioco Sinner può ancora migliorare abbondantemente tutto. Non va dimenticato, infatti, che stiamo ancora parlando di un giocatore, e soprattutto di un fisico, in costruzione, anche se, come insegna l’esempio più famoso di tutti, Roger Federer, l’evoluzione di un tennista non finisce mai. In particolare, come detto, c’è una struttura fisica che per forza di cose evolverà dai suoi attuali 18 anni a ciò che diventerà in un futuro anche prossimo (del resto, anche Rafael Nadal a 17 anni, pur con alcune caratteristiche poi rimaste, di differenze con il Nadal attuale ne ha in numero piuttosto rilevante). Per stessa ammissione di Sinner nella scorsa estate, però, è il servizio il colpo su cui ha bisogno di lavorare di più, anche in considerazione del fatto che è alto 188 centimetri, che pure è sostanzialmente un’altezza standard tra i giocatori di vertice (la stessa, per capirci, di Novak Djokovic). Anche a rete l’altoatesino non può ad oggi definirsi uno impossibile da passare, tant’è che non è un frequentatore abituale di quelle parti del campo. Anche qui, però, il tempo per migliorare c’è tutto.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Roberta Corradin / LivePhotoSport.it

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