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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio di figura, Internationaux De France 2019: il passaggio di consegne di Zagitova a Kostornaia, il coraggio di Guignard-Fabbri. Le impressioni della terza tappa del Grand Prix

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È stata una tappa di difficile lettura l’Internationax De France 2019, terzo appuntamento della serie ISU Grand Prix di pattinaggio di figura andata in scena lo scorso fine settimana presso il contestassimo ghiaccio della Patinoire Polesud di Grenoble (Francia).

Una pista con parecchi problemi quella francese, la quale ha mietuto vittime in tutte quattro le specialità a causa soprattutto del fondo molle e pregno di pozze d’acqua; in questo clima surreale Nathan Chen ha staccato agilmente il biglietto per le Finali di Torino, pattinando tuttavia due segmenti di gara inferiori a quelli presentati a Skate America. Nonostante ciò la differenza in termini di punti non è stata rimarcata dai giudici che hanno valutato l’atleta con un punteggio speculare nello short program, in cui lo statunitense ha cambiato il layout inserendo come primo elemento la combinazione quadruplo toelooop/triplo toeloop, il quadruplo flip con bonus atterrando con entrambe mani sul ghiaccio il triplo axel.

Leggere modifiche anche nel secondo segmento con l’introduzione del quadruplo lutz (arrivo in avanti) e di altri tre quadrupli non eccezionali, due toeloop di cui uno combinato con il triplo flip (combinazione nuova presentata da Hanyu a Skate Canada ma tentata da Chen sia al Japn Open che in America) e il quadruplo salchow, oltre che due tripli axel, uno singolo e l’altro in combinazione con il doppio toeloop. L’impressione è che il Campione Mondiale stia andando nella direzione contraria del diretto rivale Yuzuru Hanyu, puntando più sulla quantità (per la Finale vedremo sicuramente cinque quadrupli) che sulla qualità che ha contraddistinto le due meravigliose performance dell’alieno in Canada: una strategia che potrebbe però non pagare nel grado di esecuzione e, sacrificando anche il lato legato al secondo punteggio, anche nelle componenti del programma, calate seppur premiate più del dovuto.

Da menzionare, oltre il secondo posto di Alexander Samarin, anche il terzo del francese Kevin Aymoz, astuto ad approfittare dei passaggi a vuoto di uno smarrito Shoma Uno, autore di due prestazioni preoccupanti in cui ha commesso delle cadute rovinose oltre che rischiose, dimostrazione del fatto che non si può assolutamente affrontare una stagione agonistica ad alti livelli senza guida tecnica; a questo proposito il Vice Campione Olimpico, pochi istanti il termine della gara, ha annunciato una sua collaborazione con Stèphan Lambiel, già allenatore del lettone Deniss Vasijevs.

In campo femminile abbiamo assistito al trionfo della giovane Alena Kostornaia che, dopo la vittoria delle compagne di allenamento Anna Shcherbakova e Alexandra Trusova, si è imposta anche lei in una tappa del Grand Prix all’esordio nella massima categoria. Malgrado delle chiamate tra i due segmenti a volte eccessivamente severe (triplo axel del corto) e altre incredibilmente generose come il triplo axel del segmento più lungo combinato dalla rotazione sospetta convalidato dal pannello, l’allieva di Eteri Tutberidze ha stregato la Patinoire con due prove sostanzialmente prive di sbavature di rilievo, in cui però non ha ricevuto la giusta valutazione nelle componenti del programma, troppo basse per la brillantezza, la complessità dei passaggi transizione, la velocità e la capacità di copertura della pista sfoggiata dall’atleta.

La notizia più grande riguarda però Alina Zagitova, seconda classificata a venti punti di distanza dalla connazionale; la Campionessa Olimpica, malgrado il buono stato di forma ha fatto trapelare un certo nervosismo, problema poi emerso in pista soprattutto nel libero, viziato da qualche imprecisione di troppo. Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno spinto la fuoriclasse russa a continuare le competizioni, visto che il soggetto in questione ha vinto semplicemente tutti gli ori disponibili in carriera; la volontà di mettersi in gioco nonostante le difficoltà di sfidare dei veri e propri fenomeni rende la nativa di Mosca qualcosa più di una Campionessa, la quale ha accettato il verdetto dando a tutti, anche alle ex compagne di allenamento, una bella lezione di sportività in quello che sembra a tutti gli effetti un passaggio di consegne.

Alto livello anche nella danza con la vittoria agile e prevedibile dei padroni di casa Gabriella Papadakis-Guillaume Cizeron, semplicemente imprendibili con un totale di 222.24. I danzatori francesi continueranno indisturbati il loro cammino verso le Olimpiadi di Pechino 2022, con il compito di stupire ancora appassionati e addetti ai lavori proponendo programmi ricercati, originali e azzardati come la rhythm dance che, per scelta musicale e coreografica, ha spaccato l’opinione pubblica come però solo i grandi sanno fare. In fondo, chi se non Gabriella e Guillaume possono cambiare e rendere ancora più moderna una specialità conservativa come la danza?

La sfida per il posto d’onore è stata vinta dagli statunitensi Madison Chock-Evan Bates ai danni degli azzurri Charlène Guignard-Marco Fabbri, ostacolati da un taglio profondo alla mano del cavaliere che ha inevitabilmente compromesso la complessità realizzativa di alcuni elementi, tra tutti i sollevamenti, modificati ad hoc per ovviare all’infortunio, raggiungendo quindi un grado di esecuzione alto ma non elevatissimo come quello dei secondi classificati, raccogliendo comunque il massimo dei livelli in entrambi i segmenti, ad eccezione dei sanguinosi twizzles di quello più breve. Probabilmente con gli atleti delle Fiamme Azzurre al pieno delle forze a quest’ora staremmo festeggiando una meravigliosa seconda piazza, tuttavia gli atleti di Barbara Fusar Poli e Roberto Pelizzola hanno accorciato ulteriormente le distanze dalle coppie rivali, mandando un chiaro segnale a tutta la concorrenza.

Nelle coppie d’artistico a spuntarla sono stati i giovani russi Anastasia Mishina-Aleksander Galliamov, bravi a ridurre gli errori nel libero approfittando di quelli dei compagni di squadra Daria Pavliuchenko-Denis Khodykin, secondi classificati e virtualmente qualificati per Torino. In una stagione priva di due coppie di peso assoluto come Vanessa James e Morgan Ciprès e Natalia Zabiiako-Aleksander Enbert, i pattinatori citati insieme ai bravissimi Alexandra Boikova-Dmitri Kozlovskii rischiano seriamente di diventare protagonisti assoluti dell’annata sportiva, lasciando a casa personalità molto blasonate come Evgenia Tarasova-Vladmir Morozov, apparsi non particolarmente in palla in occasione di Skate Canada. In questo senso di fondamentale importanza saranno la Rostelecom Cup, dove i Vice Campioni Mondiali si sfideranno nuovamente con Boikova-Kozlovskii e, soprattutto, i Campionati Nazionali, dove verranno decisi ufficialmente gli schieramenti per competizioni più blasonate.

Piccolo passo in avanti infine per Rebecca Ghilardi-Filippo Ambrosini, i quali hanno ottenuto la quinta piazza nello short ritoccando il loro personal best sfiorando i 60 punti, perdendosi però nel libero, macchiato dalla non esecuzione dei salti in parallelo. La strada segnata, nonostante tutto, sembra essere quella giusta. È solo una questione di tempo. 

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Foto: ISU Figure Skating (Free editorial use)

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