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Risultato F1 GP Usa 2019: Bottas vince la gara, Hamilton il Mondiale. Ferrari a picco: 4° Leclerc, ritirato Vettel

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Come ad inizio anno. Valtteri Bottas (Mercedes) torna quello dei giorni migliori e vince con pieno merito il Gran Premio degli Stati Uniti 2019 di Formula Uno. Settimo successo in carriera per lui, e quarto di questo campionato. Dopo aver piazzato una splendida pole position nella giornata di ieri, il finlandese fa sua la gara del Circuit of the Americas di Austin e dà il via ai festeggiamenti della scuderia di Brackley che, oltre al successo di tappa, celebra anche la conquista del Mondiale di Lewis Hamilton. Per il team anglo-tedesco si tratta del sesto titolo piloti di fila, un ennesimo record nella storia della F1.

L’inglese, infatti, con il secondo posto odierno a 4.1 secondi dal compagno (150esimo podio della sua carriera) vince il suo sesto titolo iridato (raramente, va detto, si è visto un trionfo così annunciato e mai in discussione in questi mesi), staccando Juan Manuel Fangio a quota 5 e puntando ormai il mirino sui 7 del leggendario Michael Schumacher, un numero che sembrava assolutamente impossibile da raggiungere fino a pochi anni fa. Completa il podio texano a 5.1 secondi un solidissimo Max Verstappen (Red Bull) che ha provato fino all’ultimo istante di raggiungere le due Frecce d’argento, ma invano.

Gara davvero negativa per la Ferrari. Sebastian Vettel, autore di una partenza ben lontana dalla perfezione, si ritrova rapidamente in settima posizione, con una vettura che poi lo abbandona dopo soli 8 giri con una sospensione che finisce ko passando sul cordolo di curva 10. Non va molto meglio a Charles Leclerc, che chiude in quarta posizione (e con il giro più veloce in gara) ad un distacco siderale di quasi un minuto dalla vetta. La vettura di Maranello oggi non è mai esistita. Sonnolenta in partenza, pessima nel primo stint (con un passo di circa un secondo più alto dei rivali) e anonima nei giri finali. Un passo indietro allarmante e inspiegabile per una monoposto che varia troppo dal sabato alla domenica e che si trascina da tempo difetti con il carico di benzina e con le gomme, che proprio non riesce a risolvere.

Quinta posizione per un arrembante Alexander Albon (Red Bull). Il thailandese, dopo un contatto al via, rimonta dal fondo del gruppo e chiude al quinto posto a 1:18, mentre è sesto Daniel Ricciardo (Renault) a 1:28 in una delle migliori versioni della sua annata. Completano la top ten il britannico Lando Norris (McLaren) settimo a 1:31, quindi ottavo il suo compagno di scuderia, lo spagnolo Carlos Sainz a un giro, nono il tedesco Nico Hulkenberg (Renault) e decimo il messicano Sergio Perez (Racing Point) che, nonostante la partenza dalla pit-lane, ha messo in mostra una risalita davvero clamorosa.

LA GARA

Allo spegnimento dei semafori Bottas non sbaglia lo scatto e si tiene comodamente la prima posizione. Decisamente meno bene le Ferrari, con Vettel che si fa superare da Verstappen e Leclerc subisce la stessa sorte con Hamilton. L’inglese è scatenato e nelle curve in successione denominate Snake infila in maniera strepitosa anche il tedesco, che nei metri successivi perde altre due posizioni con Norris e Ricciardo. Stessa sorte per Albon che in curva 1 va a contatto con Sainz ed è subito costretto al pit-stop. I primi giri vedono Bottas, Verstappen e Hamilon fuggire subito con un ritmo eccellente, portando già a 6.5 secondi il vantaggio su Leclerc che arranca con una SF90 che non ingrana la giusta andatura. Vettel, invece, rimane in settima posizione a 13.6 e non riesce ad attaccare Ricciardo.

L’inizio-horror della Ferrari si conferma al giro numero 8 dei 56 previsti. All’ingresso di curva 10, infatti, la sospensione posteriore destra della monoposto di Vettel cede di schianto e il quattro volte campione del mondo è costretto al ritiro anticipato. Nel frattempo Bottas conduce con 2.2 su Verstappen e 3.3 su Hamilton, mentre Leclerc proprio non va  accusa già 12.6 dalla vetta, con una vettura che non ha ritmo.

La girandola dei cambi gomme inizia al 14esimo giro con Verstappen (ormai ripreso da Hamilton) che decide di anticipare per montare le hard. La risposta della Mercedes arriva alla tornata successiva con Bottas, che torna in scena anch’egli con le hard, di un soffio davanti all’olandese che aveva forzato al massimo per provare l’undercut. I due si sbarazzano con irrisoria facilità di Leclerc e tornano a duellare tra di loro, con Hamilton che rimane fuori per allungare il suo stint per provare l’unica sosta, ma perdendo tantissimo tempo.

Il monegasco torna ai box della Ferrari al 21esimo giro per montare le hard e le brutte notizie per la scuderia di Maranello proseguono, dato che la sosta si protrae per ben 7.7 secondi, con la posteriore sinistra che non ne voleva sapere di collocarsi nel giusto modo. Tutto ok, invece, per Hamilton che effettua il suo cambio gomme al 25esimo giro, tornando in gara ad oltre 20 secondi dal duo di testa. Il nativo di Stevenage inizia a martellare su ottimi crono, mentre Bottas e Verstappen vanno in crisi di gomme sin dal 30esimo giro.

L’olandese viene richiamato alla 35esima tornata per un nuovo set di medie, tornando in azione tranquillamente davanti a Leclerc. A questa decisione risponde subito Bottas, di nuovo in pista con le medie, ma ora è Hamilton davanti a tutti con un margine di 9.8 secondi sul suo compagno e circa 15 su Verstappen. Leclerc è quarto a circa mezzo minuto.

Con gli pneumatici freschi il finlandese della Mercedes inizia a volare per provare a ricucire il gap sul fuggitivo che, a sua volta, inizia ad accusare un calo delle sue gomme. Giro dopo giro il divario va riducendosi, scendendo sotto i 2 secondi al 47esimo. Complice un errore in curva 11, Bottas si porta in scia dell’inglese e tenta l’attacco alla 51esima tornata, ma il numero 44 risponde e lo accompagna fuori pista. La resistenza del campione del mondo dura pochi istanti, dato che nello stesso punto, nel giro successivo, lo fulmina di potenza. La gara si chiude qui, con la doppietta argentata e Verstappen che sfiora il ricongiungimento. 

ORDINE D’ARRIVO DELLA GARA

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Foto: Lapresse

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