Seguici su

Salto con gli sci

Salto con gli sci, la guida completa alla stagione 2019-2020

Pubblicato

il

La Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci, nata nell’inverno 1979-’80, è giunta alla sua XLI edizione. Il weekend inaugurale si terrà tra venerdì 22 e domenica 24 novembre a Wisla, in Polonia. La città nativa di Adam Malysz terrà a battesimo la nuova stagione per il terzo anno consecutivo.

Andiamo quindi a scoprire qual è la situazione di ogni movimento nazionale ai nastri di partenza dell’annata agonistica 2019-’20.

GIAPPONE
Durante l’inverno 2018-’19 il movimento nipponico ha finalmente sfatato il tabù della conquista della Coppa del Mondo. È stato Ryoyu Kobayashi a firmare l’inedita impresa di portare la Sfera di cristallo nel Paese del Sol Levante.
Il ventitreenne giapponese si è imposto all’attenzione globale disputando un’annata strepitosa, durante la quale non solo ha conquistato a mani basse la classifica generale, ma ha anche vinto la Tournée dei 4 trampolini realizzando il Grande Slam. Ormai “Il Concorde di Hachimantai” è diventato una star a tutti gli effetti, come testimoniato dai pesanti contratti di sponsorizzazione stipulati durante l’off-season. In linea teorica il giapponese ha tutte le carte in regola per ripetere quanto fatto lo scorso inverno, ovvero vincere a ripetizione e rappresentare il punto di riferimento assoluto della disciplina. D’altronde durante le uscite internazionali estive si è dimostrato a un livello ancor più alto rispetto a quello di dodici mesi prima.
Ryoyu sembra aver ammortizzato al meglio il cambio di tecnico all’interno della propria società. Infatti il finlandese Janne Väätäinen, suo storico mentore e da molti anni allenatore dello Tsuchya Home Ski Team, ha lasciato la sua posizione per cedere alle lusinghe (e alla potenza economica) della Cina. Il sostituto del finnico è l’austriaco Richard Schallert, in passato capo allenatore della Repubblica Ceca, che ha quindi curato la preparazione del detentore della Sfera di cristallo. Quest’ultimo ha però dichiarato di avere avuto problemi alla schiena (ora risolti) tra settembre e ottobre e di non essere sicuro di potersi presentare al top ai nastri di partenza dell’inverno, lasciando intendere che per ammirare la sua versione migliore si debba attendere la Tournée dei 4 trampolini. Scopriremo presto se queste affermazioni corrisponderanno al vero.
Di sicuro c’è che dal 2005 in poi nessun atleta è più riuscito a vincere due Coppe del Mondo consecutive. In tal senso, se l’anno scorso i giapponesi hanno partecipato costantemente al massimo circuito, per questo 2019-’20 hanno già annunciato che le prime linee non prenderanno parte alla tappa di Engelberg, tornando invece in patria e prendendosi una pausa in vista della Tournée. Insomma, sulla Sfera di cristallo bis di Kobayashi gravano alcune incognite, che tuttavia non sono sufficienti a strappargli il ruolo di favorito per la conquista della classifica generale.
La seconda forza del team nipponico dovrebbe essere Yukiya Sato, di cui sarà interessante seguire l’evoluzione. Lo scorso anno il ventiquattrenne dell’Hokkaido si è prepotentemente guadagnato spazio all’interno della squadra, imponendosi come saltatore in grado di frequentare costantemente le prime quindici posizioni, effettuando occasionali sortite in zona podio. Sato è reduce da un Grand Prix brillante, che potrebbe essere il preludio per un’ulteriore crescita. Verosimilmente il suo obiettivo sarà quello di moltiplicare gli ingressi nella top-ten, cercando a più riprese il podio quando le circostanze gli saranno favorevoli.
Il ruolo di terzo violino della squadra giapponese spetta a Junshiro Kobayashi, fratello maggiore del già citato Ryoyu. Il ventottenne di Hachimantai non ha certo lo stesso talento del suo otōto, ma potrà togliersi importanti soddisfazioni. Nell’ultimo inverno Junshiro ha costantemente galleggiato tra l’undicesima e la ventesima piazza, avvicinando saltuariamente il podio nelle giornate di grazia. Il suo sogno, però, è quello di ritornare ai fasti del 2017-’18, quando si propose a ripetizione nella top-ten e riuscì anche a vincere anche una gara.
Daiki Ito rappresenta invece un interrogativo. Il suo problema è rappresentato dai tanti acciacchi, derivanti dagli svariati infortuni subiti in carriera. Il rendimento del trentaquattrenne di Shimokawa dipenderà quindi dal suo stato di salute. Se dovesse essere supportato dal proprio fisico, allora Ito potrà essere una presenza fissa nelle prime venti posizioni, frequentando occasionalmente i quartieri più nobili della classifica.
Lo staff tecnico nipponico ripone poi grande fiducia in Naoki Nakamura, considerato un talento ancora inespresso. Per il ventitreenne dell’Hokkaido l’obiettivo sarà quello di installarsi costantemente in zona punti, cercando di realizzare per tutta la stagione quando gli è già riuscito in passato solamente per frazioni di inverno.
Infine il Giappone presenta ancora una volta Noriaki Kasai, che nonostante i 47 anni di età e i risultati in calando dell’ultimo biennio, non ha nessuna intenzione di gettare la spugna. A dire il vero le performance estive non sembrano dalla parte dell’inossidabile giapponese, che tuttavia gode di uno status tale da permettergli di seguire una preparazione differente rispetto agli altri. Sarà il campo a parlare e a dirci se la leggenda dell’highlander di Shimokawa potrà proseguire, o se l’alba del 2020 porrà fine a una carriera iniziata al termine degli anni ’80. L’impressione è che Kasai ormai possa ancora essere competitivo solo in determinati contesti, ovvero quelli dove conta la capacità di saper volare e sfruttare la pressione sotto gli sci. Cionondimeno non va dimenticato come Noriaki abbia saputo più volte risorgere dalle proprie ceneri.
I vari Keiichi Sato, Yuken Iwasa, Taku Takeuchi, Shohei Tochimoto e Kenshiro Ito inizieranno la stagione in Continental Cup, venendo poi schierati in Coppa del Mondo a Engelberg. Starà a loro riuscire a sovvertire le gerarchie interne prima di Natale per cercare di guadagnare spazio in pianta stabile nel massimo circuito a partire dalla Tournée.

POLONIA
Dopo tre anni ricchi di successi, Stefan Horngacher ha lasciato la guida del movimento polacco per tornare in Germania. In casa Polonia si è quindi di fatto passati all’autogestione, almeno per quanto riguarda i veterani. Infatti il sostituto di Horngacher è il ceco Michal Dolezal, da tempo inserito nello staff tecnico e uomo di fiducia degli atleti più in vista del team.
Fra di essi spicca come sempre Kamil Stoch, il quale è rinato proprio sotto la gestione Horngacher. Il trentaduenne di Zakopane, che può ormai essere considerato come uno dei saltatori più grandi di sempre, parte anche quest’anno come uno dei papabili per la conquista della Sfera di cristallo. Per la verità l’obiettivo più affascinante della sua stagione sarebbe quello di appropriarsi del titolo mondiale di volo, unico alloro assente dalla sua ricchissima bacheca. Infatti, se dovesse riuscirci, diventerebbe il secondo atleta della storia dopo Matti Nykänen ad aver vinto tutto ciò che si può vincere nel salto con gli sci. Al di là di questo traguardo, non semplice da ottenere, Stoch partirà come uno degli uomini da battere in ogni gara. Il suo unico tallone d’Achille sarà probabilmente rappresentato dalle basse velocità di stacco, handicap che talvolta gli impedisce di confrontarsi ad armi pari con gli avversari del suo stesso rango.
Sarà stuzzicante verificare le performance di Dawid Kubacki, soprattutto alla luce del fatto che negli ultimi quattro anni ha sempre migliorato la propria posizione in classifica generale rispetto all’inverno precedente. Oggi il ventinovenne di Zakopane è reduce dal quinto posto del 2018-’19, di conseguenza proseguire su questo trend appare complicato. Cionondimeno, il Kubacki “tutta spinta” dei primi tempi è progressivamente evoluto, sino a diventare competitivo persino sui trampolini di volo. Se le premesse sono queste, parliamo dunque di un potenziale candidato alla conquista della Sfera di cristallo 2019-’20? Più no che sì, visto che altri saltatori appaiono più accreditati e più completi. Però, per la prima volta, il buon Dawid partirà come uno degli outsider nella corsa alla classifica generale.
Per la serie “non è mai troppo tardi”, nel 2018-’19 Piotr Zyla ha disputato la miglior stagione della sua carriera alla veneranda età di 32 anni, entrando costantemente nella top-ten e raccogliendo podi a raffica. Per lui sarebbe già un successo ripetere quanto di buono fatto l’anno passato, in quanto mai in precedenza era riuscito a frequentare con tanta assiduità i quartieri più nobili della classifica. Viene però da chiedersi se il veterano di Wisla non baratterebbe buona parte di questi piazzamenti di prestigio in cambio di una singola vittoria, poiché dopo aver primeggiato ex aequo con Gregor Schlierenzauer a Oslo nel 2013, non è più riuscito a salire sul gradino più alto del podio!
La quarta forza del team è invece ben più giovane rispetto ai “Big Three” della squadra. Parliamo di Jakub Wolny, andato in crescendo nel triennio Horngacher, sino a diventare un atleta in grado di essere una presenza fissa nelle prime quindici posizioni e di avvicinare saltuariamente il podio. L’obiettivo dell’inverno sarà quello di proseguire sul sentiero intrapreso da tempo e di conquistare quindi i primi piazzamenti nella top-three della carriera. In realtà in Polonia sono convinti che il ventiquattrenne di Zakopane possa diventare un saltatore di livello assoluto, ripercorrendo le orme dei più esperti compagni di squadra. Al momento questa evoluzione appare improbabile, ma non può essere esclusa a priori, dato che storicamente la precocità non è mai stata una prerogativa dei polacchi.
C’è curiosità attorno al nome di Maciej Kot, che nel giro di un paio d’anni è passato letteralmente dalle stelle alle stalle. Considerato dai suoi stessi tecnici come un potenziale vincitore della Sfera di cristallo, è invece entrato in una spirale che lo ha tramutato in un saltatore a stento capace di entrare in zona punti. Sotto questo aspetto il peggio sembrerebbe passato, poiché durante l’estate sono arrivati incoraggianti segnali di ripresa che, se dovessero essere confermati, permetterebbero al ventottenne di Zakopane di ripresentarsi su buoni livelli. Tornare ai fasti del 2016-’17, quando riuscì a vincere anche delle gare, appare improbabile. Tuttavia un buon Kot potrebbe tranquillamente attestarsi costantemente tra l’undicesima e la ventesima posizione, sconfinando occasionalmente anche nella top-ten.
Essendo Paese ospitante della tappa inaugurale, la Polonia avrà il vantaggio di usufruire del contingente nazionale nella prima gara della stagione. Ciò significa poter schierare 13 uomini anziché 7, come invece avverrà da Ruka in poi. Si tratta di un beneficio quanto mai provvidenziale, che consentirà allo staff tecnico di avere un confronto diretto tra Stefan Hula, Aleksander Zniszczol e Klemens Muranka. Il primo, classe 1986, è reduce da una stagione deludente e sarà obbligato a convincere i selezionatori a dargli fiducia anche nelle gare seguenti, chiaramente facendo meglio degli altri due, entrambi classe 1994 e quindi ben più giovani. Per la verità né Zniszczol, né Muranka hanno mai rispettato le grandi aspettative riposte su di loro quando erano teenager, però vengono da un’estate positiva e scalpitano per trovare spazio a tempo pieno in Coppa del Mondo. Pertanto Wisla potrebbe essere l’occasione per determinare con chiarezza le gerarchie interne e decidere chi proseguirà nel massimo circuito e chi invece dovrà ripiegare nel limbo della Continental Cup.
Il contingente nazionale sarà l’occasione di tante seconde linee per prendere le misure con i big. Durante la stagione su plastica Pawel Wasek è apparso l’unico in grado di avanzare una timida candidatura a un pettorale in Coppa del Mondo. Starà a lui proporsi a un livello tale da consentirgli di essere eventualmente preso in considerazione.

GERMANIA
Per la Germania si è letteralmente chiusa un’era. Al termine della passata stagione, Werner Schuster ha deciso di lasciare il suo ruolo di head coach. Il tecnico austriaco era arrivato alla guida del movimento tedesco nel 2008, quando questo versava in uno stato di profonda crisi, e ha saputo risollevarlo sino a conferirgli nuovamente lo status di superpotenza. Il nuovo capo allenatore è Stefan Horngacher, che di Schuster era stato il vice prima di trasferirsi in Polonia e mietere successi a raffica negli ultimi tre anni.
Ai nastri di partenza del 2019-’20, il ruolo di leader della squadra teutonica spetta a Markus Eisenbichler, il quale ha progressivamente scalato le gerarchie interne dopo una lunga gavetta. Lo scorso anno il bavarese si è definitivamente consacrato, conquistando la prima vittoria della carriera e anche un oro iridato individuale. Ormai diventato un saltatore completo, il ventottenne di Siegsdorf ha tutte le carte in regola per ripetersi su livelli d’eccellenza e chiudere la classifica generale nelle prime sei posizioni. In Germania c’è addirittura chi lo vede come un pretendente alla Sfera di cristallo. Francamente, tale obiettivo appare al di fuori della sua portata, in quanto ad Eisenbichler è sempre mancata la continuità necessaria per poter ambire al suddetto traguardo. Scopriremo presto se la Coppa del Mondo assoluta rimarrà un sogno, oppure si tramuterà in realtà.
Il cavallo da corsa teutonico per la conquista della classifica generale sarebbe Andreas Wellinger, che però sarà costretto a rimanere fermo ai box. Il ventiquattrenne, storico compagno di allenamento di Eisenbichler, durante l’estate si è rotto un legamento crociato. Sta quindi affrontando la lunga convalescenza per recuperare appieno in vista del prossimo inverno e dei Mondiali di casa di Oberstdorf 2021.
Chi, invece, la Sfera di cristallo l’ha già vinta è Severin Freund, il quale tuttavia è vittima di ripetuti problemi fisici ormai da un triennio. Prima le noie alla schiena, poi quelle all’anca, infine un doppio infortunio ai legamenti crociati lo hanno obbligato a un lungo stop dopo l’altro. Il trentunenne bavarese ha dichiarato di voler fare il suo esordio stagionale prima dell’inizio della Tournée, segno che al momento non è ancora sicuro di quando potrà ripresentarsi in gara. In tutta sincerità l’impressione è che il Freund vincente non tornerà mai più. Troppo seria la sequenza di infortuni subiti e al contempo troppo avanzata l’età per pensare di ritrovare i livelli d’eccellenza del passato. Il veterano di Rastbüchel, però, non vuole gettare la spugna e cercherà di risalire la china, sperando soprattutto di essere assistito dalla salute.
Con Wellinger rotto e Freund ammaccato, il ruolo di seconda e terza forza della squadra spetta rispettivamente a Karl Geiger e Stephan Leyhe, diventati nel corso del tempo saltatori completi e competitivi su ogni terreno. Il primo, ventiseienne di stanza a Oberstdorf, mirerà ad avvicinare il rendimento di Eisenbichler, installandosi quante più volte possibile nella top-ten e firmando qualche saltuario exploit, come avvenuto durante l’inverno passato, concluso tra i primi dieci della classifica generale. Il secondo, ventisettenne di Willingen, punterà a fare altrettanto.
Vedremo quale sarà la dimensione di Richard Freitag, che all’inizio del 2017-’18 si era proposto come un serio candidato alla conquista della Sfera di cristallo, senza però più riuscire a ritrovare lo stesso livello dopo essere rovinosamente caduto a Innsbruck nel gennaio 2018. Il ventottenne di Nickelhütte Aue ha deciso di abbandonare Oberstdorf, dove si era trasferito due anni orsono, per tornare ad allenarsi nella nativa Sassonia. La mossa darà i frutti sperati? Lo scopriremo presto. Al momento Freitag va considerato in tutto e per tutto un’incognita.
È ancor più misteriosa la situazione di David Siegel, infortunatosi gravemente al ginocchio a Zakopane nel gennaio 2019, proprio quando sembrava sul punto di esplodere definitivamente. Il ventitreenne di Baiersbronn è unanimemente considerato un potenziale big della disciplina, ma durante la sua ancor giovane carriera è stato vittima di ripetuti seri malanni di natura fisica. Al momento non si sa neppure quando lo sfortunato atleta del Baden-Württemberg potrà tornare sui campi di gara.
Alla luce della situazione, Constantin Schmid non avrà problemi nel godere di un posto fisso nel massimo circuito. Lo staff tecnico tedesco punta con decisione su questo ragazzo di vent’anni, il quale promette molto bene. Per lui l’obiettivo sarà quello di proseguire il suo processo di crescita, il che vorrebbe dire entrare in zona punti con regolarità, provando a fare saltuariamente capolino nelle prime quindici posizioni.
I tanti infortuni aprono spazi inaspettati in Coppa del Mondo a seconde linee che altrimenti non avrebbero avuto grandi possibilità. Inizialmente gli ultimi due pettorali saranno assegnati al ventinovenne Pius Paschke, eterna seconda linea che ha saputo ritagliarsi una carriera più che dignitosa anche in Coppa del Mondo, e al ventiduenne Moritz Bär, il quale fatica a effettuare il proverbiale salto di qualità. Ambedue avranno come obiettivo quello di mantenere il posto in squadra il più a lungo possibile.

AUSTRIA
L’Austria non sta attraversando un periodo semplicissimo. C’è un’eccellenza assoluta, ma alle sue spalle si fatica a trovare alternative di altissimo livello, vuoi per problemi di natura tecnica e fisica, vuoi per mancanza di materiale umano. Ne consegue che la nazione più vincente della storia risulti, in questo momento, un po’ ammaccata.
Quantomeno si può contare su Stefan Kraft, che nell’ultimo triennio ha tenuto alto l’onore del vessillo rot-weiß-rot, consentendogli di ottenere risultati degni del suo status di superpotenza. Il salisburghese è indiscutibilmente uno dei migliori saltatori del mondo, nonché un serio candidato alla conquista della Sfera di cristallo, da lui peraltro già vinta nell’inverno 2016-’17. Per dare la dimensione del soggetto, si pensi che nell’ultimo lustro ha sempre concluso la classifica generale nelle prime sei posizioni, associando alla vittoria di tre anni orsono anche un secondo e un terzo posto. Il ventiseienne di Schwarzbach im Pongau ha tutte le carte in regola per puntare alla Coppa del Mondo assoluta, soprattutto se non dovesse pagare dazio in fase di velocità di stacco come di tanto in tanto gli capita.
Ci sarà grande curiosità attorno a Philipp Aschenwald, da tempo considerato un potenziale “crack”, che però ha sinora faticato a esprimere le sue grandi qualità. Tuttavia, la crescita avuta nella seconda parte della scorsa stagione e alcuni buoni risultati estivi, fanno ben sperare. È finalmente giunta l’ora dell’attesa esplosione del ventiquattrenne tirolese? Se così fosse, allora non sarà sorprendente vederlo a più riprese nella top ten, magari anche sul podio quando le circostanze dovessero essergli favorevoli.
C’è poi il singolare caso di Michael Hayböck, il quale negli ultimi due anni non ha combinato praticamente nulla in relazione al proprio talento, avendo completamente perso il timing in fase di stacco. Parliamo di un saltatore che in un passato neppure troppo lontano è stato capace di vincere più volte in Coppa del Mondo, sfiorare una Tournée dei 4 trampolini e indossare il pettorale giallo. Per il ventottenne dell’Oberösterreich il sogno è quello di ritornare su livelli d’eccellenza assoluta, ma per riuscirci dovrà obbligatoriamente ritrovare i giusti tempi in uscita dal dente, cosa che non gli riesce (se non occasionalmente) da tempo immemore. Se non dovesse farcela, la sua dimensione sarà invece quella di un atleta che si potrà piazzare costantemente tra l’undicesima e la ventesima posizione.
La curiosità e la speranza circondano la figura di Gregor Schlierenzauer. Sono passati ormai tredici anni da quando il tirolese si presentò prepotentemente al vertice della disciplina ancora da teenager, ed è trascorso un lustro dalle ultime grandi soddisfazioni. Problemi di natura psicologica, infortuni e una tecnica di salto obsoleta hanno completamente azzerato il saltatore con più successi nella storia della Coppa del Mondo. Eppure Gregor, ormai prossimo ai 30 anni, non ha nessuna intenzione di gettare la spugna e sta lottando per risalire faticosamente la china. Durante l’estate si sono visti segnali incoraggianti e sarà molto interessante testare sul campo quale potrà essere il suo valore. L’impressione è che lo Schlierenzauer serial winner di un tempo sia destinato a rimanere un ricordo, tuttavia quest’icona del salto potrebbe avere ancora qualcosa da dire anche nel presente, soprattutto sui trampolini di piccole dimensioni o quando le velocità di stacco saranno molto elevate.
L’ottimo rendimento della passata stagione ha permesso a Daniel Huber di ottenere spazio anche per l’inizio di questo inverno. D’altronde lo scorso anno il ventiseienne del salisburghese si è inaspettatamente imposto come numero due del movimento, proponendosi a un livello che nessuno avrebbe pensato potesse raggiungere. Sarà in grado di ripetersi? Francamente, sembra difficile, soprattutto perché durante l’estate è stato tormentato da ripetuti problemi fisici. Il posto gli è stato garantito “sulla fiducia” in virtù di quanto realizzato durante il 2018-’19, ma se i risultati dovessero latitare, allora la sua posizione potrebbe diventare traballante in tempi brevi.
Lo staff tecnico ha deciso di affidare l’ultimo pettorale a Jan Hörl, uno dei pochi giovani austriaci contemporanei capaci di avere un impatto positivo con il massimo circuito. Durante la stagione passata, il ventunenne di Bischofshofen si è occasionalmente presentato nelle prime venti posizioni e, ai campionati nazionali, ha convinto i selezionatori a convocarlo per Wisla. La scelta è comprensibile, poiché Hörl è al momento l’unica seconda linea dotata di margine di crescita. Il suo obiettivo sarà quello di marcare quanti più punti possibili, allo scopo di mettere al sicuro il posto dall’assalto di chi sarà costretto a cominciare l’inverno in Continental Cup.
I vari Manuel Fettner, Clemens Aigner, Markus Schiffner, Clemens Leitner e compagnia cantante partiranno infatti dal livello cadetto e cercheranno di sovvertire le gerarchie interne a suon di risultati.

NORVEGIA
La Norvegia è reduce da un’annata non pienamente soddisfacente, soprattutto in relazione a quelle precedenti, anche a causa dei problemi fisici che hanno tormentato un paio di “pezzi da novanta” della squadra, il cui rendimento è inevitabilmente calato proprio in seguito a infortuni e malanni.
Il ruolo di leader del team è stato ormai assunto da Robert Johansson, dotato di una favolosa sensibilità in fase di volo che gli ha permesso di entrare in pianta stabile nell’empireo della disciplina. Il ventinovenne di Lillehammer mira a confermarsi sul livello espresso nell’ultimo triennio, puntando quindi a raccogliere svariati podi e qualche vittoria, piazzandosi così nelle prime cinque posizioni della classifica generale. Difficile, invece, vederlo lottare per la Sfera di cristallo, a meno di un repentino miglioramento in fase di spinta che, alla luce dell’età, appare piuttosto improbabile.
In casa Norvegia i cavalli su cui puntare per la conquista della Coppa del Mondo sarebbero altri, peccato che entrambi non siano al meglio, seppur per ragioni diverse.
In particolar modo Daniel-Andre Tande è un saltatore completo, a cui nel biennio 2016-2018 è mancata solo la stabilità tecnica per fare propria la classifica generale. Purtroppo però al venticinquenne scandinavo non ne va dritta una ormai da un anno e mezzo. Colpito dalla sindrome di Stevens-Johnson durante la primavera 2018, il suo fisico ne è uscito fortemente debilitato. Quando, finalmente, stava ritrovando condizione atletica, è arrivato un infortunio al ginocchio, che per di più ha avuto una ricaduta estiva. Il campione del mondo di volo in carica ha dichiarato che la situazione è sotto controllo e di essere convinto di potersi rivelare competitivo in tempi brevi. Scopriremo presto se le sue sensazioni corrisponderanno alla realtà. La speranza è che le sue parole siano veritiere, poiché un Tande al meglio, oltre a essere estremamente competitivo, è sempre uno spettacolo da ammirare.
Anche Johann Andre Forfang avrebbe il potenziale per ambire alla Sfera di cristallo, essendo a sua volta un atleta privo di lacune. Cionondimeno il ventiquattrenne di Tromsø ha riscontrato grosse difficoltà in fase di inrun durante l’estate, arrivando al punto di decidere di chiudere in anticipo la sua stagione su plastica per resettare tutto in vista dell’inverno. In passato Forfang ha dimostrato di sapersi risollevarsi rapidamente da periodi bui, però sempre causati da problemi di natura fisica, non tecnica come in questo caso. La sua reale competitività sarà quindi un’incognita da sciogliere sul campo di gara.
Il ritiro di Andreas Stjernen e la rottura dei legamenti crociati di Anders Fannemel, costretto a disertare l’intera stagione, apriranno nuovi spazi all’interno del movimento scandinavo. Al riguardo, tra i newcomer norvegesi, coloro che destano le più grandi aspettative sono gli ultimi due campioni del mondo junior della disciplina.
Marius Lindvik, classe 1998, ha già frequentato la Coppa del Mondo con una certa continuità, faticando però ad adattarsi alle basse velocità di stacco del massimo circuito. Il suo talento non è tuttavia in discussione e l’impressione è che possa rapidamente trovare la propria dimensione anche nelle prove di primo livello, diventando così automaticamente competitivo per fare breccia nelle prime dieci posizioni.
Thomas Markeng, classe 2000, ha invece visto solo raramente il circuito maggiore. Cionondimeno il diciannovenne ha impressionato in positivo tra l’estate e l’autunno, mostrando sovente una competitività comparabile rispetto a quella di più blasonati compagni di squadra. Vi è quindi grande attesa per capire quale possa essere il suo impatto con la Coppa del Mondo, dove peraltro è già riuscito a entrare in zona punti durante una delle sue occasionali comparsate. Se dovesse confermare quanto di buono fatto negli ultimi mesi, allora non sarà sorprendente vederlo spesso e volentieri nella top-twenty.
Andrà seguito con grande interesse anche Robin Pedersen, ventitreenne figlio d’arte che ha messo in mostra importanti progressi nel corso della passata stagione e dell’estate. Non è più giovanissimo, ma sappiamo come anche in passato il movimento norge abbia saputo esprimere dei late bloomers (Johansson ne è l’ultimo esempio).
Un po’ a sorpresa Halvor Granerud dovrà guardare l’opening stagionale da casa. Il ventitreenne di Oslo è da tempo in progressiva crescita e lo scorso anno aveva iniziato a frequentare con una certa costanza la top ten, spingendosi di tanto in tanto a ridosso del podio. Eppure, in questo momento, il capo allenatore Alexander Stöckl lo ritiene evidentemente il numero 7 del team. Voci di corridoio affermano che il secondo posto di Markeng ai campionati nazionali di fine ottobre abbia sconvolto le gerarchie interne, poiché il teenager avrebbe dovuto partire dalla Continental Cup.
Invece sarà il tapino Granerud a dover giocoforza cominciare dal livello cadetto e attendere la propria occasione di essere schierato al piano superiore. Lo stesso discorso vale per le tante seconde linee del movimento scandinavo, capitanate da Andreas Buskum e Joakim Aune, per i quali però appare francamente difficile trovare spazio in Coppa del Mondo in tempi brevi, a meno di risultati eclatanti in Continental Cup.

SLOVENIA
Negli ultimi due anni la Slovenia ha ottenuto risultati complessivamente deludenti per una superpotenza. La speranza è quindi quella di alzare complessivamente l’asticella, in maniera tale da tornare protagonisti in pianta stabile e non solo saltuariamente come avvenuto in tempi recenti. Peraltro le gerarchie interne sono cambiate continuamente, soprattutto fra le seconde linee, rendendo così molto complicata la gestione del movimento più ampio in assoluto.
Quantomeno la Slovenia si presenta al via dell’annata 2019-’20 con un leader indiscusso, ovverosia Timi Zajc. Diciannove anni, di scuola Ljubno, questo teenager è esploso prepotentemente durante lo scorso inverno, imponendosi all’attenzione globale come uno dei migliori dieci saltatori del mondo, trasformando in realtà le grandi speranze che erano riposte su di lui. Sinora Zajc non ha mai deluso le aspettative e tutto lascia presupporre che possa confermarsi su un livello d’eccellenza, proponendosi come un candidato al podio in ogni gara.
Ai nastri di partenza della nuova stagione, la seconda forza del team è Domen Prevc. Difficile aspettarsi costanza di rendimento da questo soggetto, anzi al momento l’ipotesi più probabile è quella di assistere ad eclatanti alti e bassi. Vista la sua particolare tecnica di salto, il ventenne di Kranj potrà essere un fattore quando si tratterà di saper cavalcare l’aria di fronte a sé. Da lui ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto. Non sarà quindi sorprendente vederlo passare dalla mancata qualificazione alla seconda serie alla lotta per il podio (se non addirittura per la vittoria) nell’arco di una settimana!
Si vedrà quale potrà essere in rendimento di Peter Prevc, il quale ormai da tre anni è uscito da quel gotha della disciplina che aveva frequentato a lungo tra il 2013 e il 2016. Il più grande saltatore sloveno di tutti i tempi ha potuto svolgere la preparazione senza problemi fisici, il che è già un passo avanti rispetto all’estate scorsa. Il suo rendimento resta però un’incognita. Appare improbabile rivedere il ventisettenne di Kranj al vertice in tempi brevi, ma per lui sarà fondamentale trovare quella stabilità tecnica che gli manca da troppo tempo. Già riuscire a frequentare le prime quindici posizioni con costanza, sconfinando occasionalmente nei quartieri più nobili della classifica, sarebbe il primo passo per riguadagnare la fiducia necessaria per provare a tornare un saltatore in grado di lottare per la vittoria.
C’è molta curiosità attorno ad Anze Lanisek, unanimemente considerato da tempo un grande talento pronto a esplodere. Però questa deflagrazione tarda ad arrivare poiché, ogni qualvolta sembravano esservi le avvisaglie per il “boom”, le polveri della bomba si sono rivelate bagnate. Riuscirà quindi il ventitreenne di Lubiana a mettere finalmente a frutto le sue grandi qualità, oppure rimarrà ancora nella categoria degli “incompiuti”? Lo scopriremo nelle prossime settimane, verificando il verdetto dei campi di gara.
Tanto per cambiare, anche Anze Semenic appartiene alla categoria dei “cavalli pazzi”. Il ventiseienne di scuola Kranj è molto talentuoso, ma ha sempre avuto dei limiti nella propria percezione corporea (anche a causa dell’imponente altezza) che lo portano a commettere sovente degli errori. Quando riuscirà a esprimersi al meglio, potrà essere in grado di far breccia nella top ten, altrimenti dovrà accontentarsi di posizioni più umili o addirittura mancherà la qualificazione alla seconda serie.
La squadra slovena sembra aver finalmente recuperato Tilen Bartol, che ha di fatto perso l’intera stagione passata a causa di ripetuti problemi fisici. Il ventiduenne di Kranj è un soggetto i cui limiti sono ancora ignoti ed è pertanto tutto da scoprire. Il suo obiettivo iniziale sarà quello di trovare spazio costantemente in zona punti, cercando magari di entrare saltuariamente nelle prime quindici posizioni, allo scopo di mettere al sicuro il proprio posto in squadra. Se dovesse essere in salute potrebbe però fare ancora meglio, firmando qualche exploit. Tutto dipenderà dalla condizione del ginocchio che lo ha fatto penare a lungo dodici mesi orsono.
Gli ottimi risultati in Continental Cup hanno permesso alla Slovenia di guadagnare un pettorale extra per la prima parte di Coppa del Mondo. Inizialmente sarà affidato a Rok Justin, il quale però dovrà guadagnarsi la conferma a suon di risultati. Infatti alle sue spalle scalpita una mezza dozzina di connazionali, guidata da Jernej Damjan e Ziga Jelar, i quali non aspettano altro che l’occasione propizia per sovvertire le gerarchie interne.

SVIZZERA
Durante la passata stagione, la Svizzera ha accolto con gioia l’esplosione di Killian Peier. Il ventiquattrenne della Vallée du Joux si è piazzato regolarmente tra l’ottava e la quindicesima piazza, realizzando un prepotente exploit proprio in occasione dei Mondiali, durante i quali ha conquistato una medaglia di bronzo. Il risultato è stato fondamentale per permettere al movimento elvetico di guardare con serenità al futuro, visto che da tempo si attendeva un atleta in grado di raccogliere, almeno parzialmente, il testimone di Simon Ammann.
Peier è cresciuto progressivamente nel corso degli anni, mettendo in mostra miglioramenti sugli aspetti più lacunosi della propria tecnica di salto. Se le premesse sono queste, viene da chiedersi se abbia raggiunto il suo limite, oppure se la crescita sia destinata a proseguire anche nei prossimi mesi. Di sicuro c’è che il talentuoso rossocrociato ha seguito una preparazione differente rispetto a quella dello scorso anno, quando si era presentato ad altissimo livello già nel mese di luglio.
Il già citato Simon Ammann ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino nonostante i 38 anni suonati e, sotto sotto, coltiva il sogno di arrivare sino a Pechino 2022 per prendere parte alla sua settima edizione dei Giochi invernali. La competitività del veterano elvetico non è più quella dei tempi in cui era uno degli uomini da battere in ogni gara, tuttavia il quattro volte campione olimpico ha dimostrato di potersi ancora attestare con costanza tra la settima e la quindicesima posizione, cercando magari di portare la stoccata da podio nelle giornate in cui tutto girerà per il verso giusto.
Il ruolo di terzo violino del team dovrebbe spettare al giovanissimo Dominik Peter. Negli ultimi mesi il diciottenne zurighese ha scalato la gerarchia interna, sorpassando svariate seconde linee più navigate. Lo staff tecnico lo tiene in grande considerazione, anche alla luce dei risultati ottenuti tra la fine dello scorso inverno e l’estate appena passata. Se il processo di crescita dovesse proseguire, allora il teenager rossocrociato potrà ambire a fare capolino saltuariamente in zona punti.
Si vedrà quali potranno essere le prospettive di Andreas Schuler e Gregor Deschwanden. In particolare quest’ultimo, in passato capace di ottenere risultati di spessore in Coppa del Mondo, è caduto in disgrazia nell’ultimo biennio, faticando persino in Continental Cup. La carta d’identità non è più dalla sua parte (classe 1991) e i tecnici potrebbero quindi preferirgli Schuler, di quattro anni più giovane e ultimamente più competitivo. Se così fosse, per il ventiquattrenne di scuola Einsiedeln l’obiettivo sarà quello di superare quante più volte possibile la qualificazione.
Sandro Hauswirth e Lars Kindlimann sembrano invece ancora troppo acerbi per il circuito maggiore e verosimilmente verranno schierati costantemente nel livello cadetto, allo scopo di “farsi le ossa”.

REPUBBLICA CECA
Lo scorso anno la Repubblica Ceca ha cominciato a risalire la china dopo il traumatico inverno di PyeongChang 2018, il peggiore nella storia del movimento.
Nel corso del 2018-’19 Roman Koudelka ha ritrovato sé stesso, rivelandosi presenza fissa nella top-twenty e issandosi occasionalmente nelle posizioni a ridosso del podio. Nella nuova stagione il trentenne di Lomnice nad Popelkou ambirà a tenere il medesimo rendimento, sperando magari di avere un po’ più di fortuna nelle giornate di grazia, proprio per ritornare su quel podio da cui manca ormai dal marzo 2016.
La seconda forza del team ceco è Viktor Polasek, atleta sinora inespresso. Questo ragazzo ha dalla sua importanti qualità fisiche, che potrebbero consentirgli di mantenere un solido rendimento nell’arco di tutta la stagione. Tuttavia il ventiduenne di Nove Mesto na Morave ha sovente faticato a mettere a frutto il talento naturale di cui è dotato. Sul medio periodo, la finalità dello staff tecnico sarà riuscire a portare al vertice della disciplina un saltatore il cui identikit ricorda molto da vicino quello del primo Dawid Kubacki…
Se numero 1 e numero 2 della squadra sono ben definiti, dietro di loro è verosimile aspettarsi un certo turnover tra i vari Cestmir Kozisek, Vojtech Stursa, Filip Sakala e Tomas Vancura, che probabilmente faranno la spola tra Coppa del Mondo e Continental Cup a seconda dello stato di forma e dei contesti in cui si gareggerà. Ognuno dei componenti dell’appena citato quartetto avrà come obiettivo quello di entrare quante più volte possibile in zona punti.

RUSSIA
Per ottenere risultati di peso la Russia può fare affidamento esclusivamente su Evgeny Klimov, ormai entrato in pianta stabile nel gotha della disciplina. L’obiettivo del venticinquenne di Perm, che lo scorso anno ha regalato uno storico primo successo in Coppa del Mondo al suo Paese, sarà quello di concludere la stagione nelle prime dieci posizioni della classifica generale. Per riuscirci dovrà frequentare abitualmente i quartieri nobili della classifica, salendo occasionalmente sul podio. Un rendimento sicuramente alla portata dell’ex combinatista ormai convertito al salto.
Il resto del team ha ambizioni più modeste. Per Mikhail Nazarov, Denis Kornilov e Roman Trofimov sarà già un successo riuscire a far breccia in zona punti. Il traguardo potrebbe essere nelle corde soprattutto dei primi due, a patto di presentarsi nella loro miglior versione. Essendo due “pasticcioni” commettono spesso degli errori che li rendono  oggetti ad alti e bassi eclatanti.
Il dato inquietante riguardo il movimento russo è l’assenza di giovani competitivi. Vero che Klimov e Nazarov sono classe 1994, ma per completare il quartetto di Wisla è stato necessario affidarsi al trentatreenne Kornilov, reduce da una stagione disastrosa, e ripescare il trentenne Trofimov, ripropostosi su un livello dignitoso durante l’estate dopo anni di oblio.
Vista la situazione non ci sarebbe da stupirsi se nella tappa di casa di Nizhny Tagil dovesse ripresentarsi l’ormai quarantenne Dimitry Vassiliev, il quale non ha alcuna intenzione di appendere gli sci al chiodo, e ha anzi dichiarato di guardare ai Giochi olimpici di Pechino 2022!

FINLANDIA
La “nobile decaduta” del salto con gli sci si appresta a vivere l’ennesima stagione di vacche magre, vedendo i fasti del passato come un ricordo sempre più sbiadito.
Lo scorso anno la Finlandia ha trovato in Antti Aalto un atleta in grado di piazzarsi costantemente nelle prime venti posizioni, avvicinando occasionalmente anche il podio nelle giornate di grazia. Niente di eccezionale rispetto alla scintillante gloria del tempo che fu, ma un rassicurante raggio di Sole nel desolante panorama odierno.
Tuttavia il ventiquattrenne di Kuopio è stato vittima di un infortunio alla caviglia proprio all’inizio del mese di novembre. Pertanto la sua condizione atletica sarà tutta da verificare. Se il problema fisico dovesse essere superato, un Aalto in salute può mirare a ripetere quanto di buono fatto durante il 2018-’19.
Gli altri sinivalkoinen appaiono francamente poca roba. A meno di clamorose sorprese, per i vari Eetu Nousiainen, Andreas Alamommo, Jarkko Määttä e Niko Kytösaho l’obiettivo massimo sarà quello di fare saltuariamente ingresso in zona punti.

ITALIA
Dopo tre anni l’era di Lukasz Kruczek si è chiusa senza rimpianti (e soprattutto senza risultati negli ultimi due inverni). Il movimento azzurro apre quindi un nuovo capitolo votato al futuro, anche alla luce dei ritiri di Sebastian Colloredo e Davide Bresadola.
Al momento l’unico atleta in grado di ben figurare in Coppa del Mondo è Alex Insam, la cui estate è però risultata deludente. Il ventiduenne gardenese, oltre a lavorare con il nuovo capo allenatore Andrea Morassi, ha cominciato una collaborazione con Matjaz Zupan, il tecnico che ha riportato il bulgaro Vladimir Zografski a un buon livello di competitività dopo un lungo periodo buio. La speranza è che il coach sloveno possa fare altrettanto anche con la punta di diamante della squadra italiana.
Insam ha indubbiamente le qualità per diventare un saltatore in grado di presentarsi a più riprese in zona punti. La medaglia d’argento ai Mondiali junior 2017 e i ripetuti primati nazionali stabiliti a Planica poche settimane dopo non sono stati casuali. Resta da capire quanto tempo servirà all’altoatesino per ritornare a quel livello. Come detto, le uscite nelle gare su plastica non sono state incoraggianti, ma bisognerà avere fiducia e pazienza affinché l’Italia possa recuperare appieno un ragazzo che ha dimostrato di poter ambire con una certa costanza alle prime 30 posizioni.
Al momento non si vedono altri azzurri con le potenzialità per far breccia in zona punti. In ottica futura andrà seguita la crescita di Giovanni Bresadola, fratello minore di quel Davide che ha recentemente appeso gli sci al chiodo. Il diciottenne trentino è unanimemente considerato dagli addetti ai lavori un prospetto su cui lavorare a medio-lungo termine. Discorso simile per il suo coetaneo Francesco Cecon, che però parte da una base inferiore.
Si vedrà quale sarà l’impiego di Federico Cecon, fratello maggiore di Francesco. Se dovesse essere schierato in Coppa del Mondo, per il venticinquenne friulano l’obiettivo più ambizioso sarà quello di superare le qualificazioni.

RESTO DEL MONDO
Per quanto riguarda il resto del mondo, i saltatori con le possibilità e l’ambizione di entrare in zona punti non arrivano alla doppia cifra.
Si comincia da Vladimir Zografski. Lo scorso anno il ventiseienne bulgaro è finalmente tornato competitivo nel massimo circuito, riuscendo a entrare a ripetizione nelle prime trenta posizioni, spingendosi occasionalmente anche nei quartieri più nobili della classifica. Per lui l’obiettivo sarà di ripetere quanto di buono messo in mostra durante il 2018-’19.
Cercano riscatto, invece, i due nordamericani, entrambi reduci da una stagione al di sotto delle aspettative. Lo statunitense Kevin Bickner e il canadese Mackenzie Boyd-Clowes valgono sicuramente di più dei 18 punti a testa conquistati durante la passata annata agonistica. Il ventitreenne dell’Illinois, in particolare, avrebbe tutte le carte in regola per diventare un atleta quantomeno dello stesso calibro del già citato Zografski. Per riuscirci avrà però bisogno di curare maggiormente il suo approccio alle gare sul piano mentale, aspetto dove ha ampi margini di crescita.
Anche il francese Jonathan Learoyd vorrà risalire la china dopo un inverno sotto le aspettative. Il giovane transalpino aveva destato un’ottima impressione al suo esordio in Coppa del Mondo, avvenuto nel dicembre 2017. Però l’anno passato non solo non è progredito, ma ha anche faticato a riproporsi sullo stesso livello messo in mostra in precedenza. Per lui l’obiettivo sarà quello di riaffacciarsi in quella zona punti già assaggiata nel 2017-’18.
Guardando alla galassia ex sovietica, il sogno del kazako Sergey Tkachenko è quello di fare finalmente capolino tra i primi 30 anche in Coppa del Mondo dopo esserci già riuscito più volte nel Summer Grand Prix. Non sarà facile, ma con la giusta dose di fortuna il ventenne asiatico potrebbe strappare l’ambito pass per la seconda serie. Il medesimo discorso vale anche per il suo coetaneo estone Artti Aigro, con la differenza che quest’ultimo è già stato in grado di pescare un jolly nel massimo circuito invernale.

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità