Seguici su

Ciclismo

Ciclismo, Samuele Battistella: “Sono nato lo stesso giorno di Nibali e mi ispiro a lui. Il Mondiale U23 mi ha cambiato”

Pubblicato

il

Venerdì 27 settembre 2019, una giornata ancora viva nella mente degli appassionati di ciclismo, ma soprattutto in quella di Samuele Battistella. Ci troviamo al Campionato del Mondo dello Yorkshire, in una corsa allo sfinimento, in una battaglia da veri gladiatori. Il traguardo di Harrogate, la fase di studio tra i soli sette contendenti rimasti per giocarsi la maglia iridata Under 23, la volata e la vittoria dell’olandese Eekhoff davanti a Battistella e allo svizzero Bissegger. La rabbia dell’azzurro dopo una gara vissuta al massimo, centimetro dopo centimetro: oramai è andata così. Ma poi, come nelle storie più belle, ecco un lieto fine inaspettato, che probabilmente ha segnato a suo modo la storia. 

Eekhoff finisce sotto investigazione per traino, l’UCI non perdona, viene declassato, Battistella risale di un gradino, quello più bello, più importante, quello della vita: il gradino più alto del podio, il gradino riservato al campione del mondo. Samuele non ci crede ancora, come del resto l’Italia intera, ma la giustizia ha fatto il suo dovere. Gli azzurri, in primis l’iridato Battistella, ci consegnano lo scettro di campioni del mondo Under 23; un titolo tornato nel Bel Paese dopo ben diciassette anniL’ultimo fu Francesco Chicchi, e qui entra in gioco il destino: perché il campione toscano è niente meno che il suo direttore sportivo in Dimension Data for Quebeka, formazione Continental del Team NTT con cui il giovane veneto passerà professionista dal prossimo anno. Ma la sorte ci ha regalato un’altra notizia: Samuele Battistella è nato il 14 novembre, nello stesso giorno di Vincenzo Nibali. Semplice caso o buon auspicio per il futuro? 

Raccontaci di quell’attimo in cui ti sei ritrovato in bilico tra il secondo posto mondiale e la maglia iridata che poi è diventata tua…  

“Sinceramente non sapevo che ci fosse l’investigazione in corso. Era una teoria che mi aveva detto Davide Cassani, però nulla era sicuro, e a me sembrava una cosa improbabile diventare campione del mondo così. Poi quando hanno annunciato la squalifica è stata un’esplosione di gioia e ho cominciato ad abbracciare tutti, una cosa indescrivibile che se ci ripenso mi emoziona tuttora”.  

 Hai sentito del ricorso fatto da Eekhoff?   

“Sapevo del ricorso, e sinceramente penso sia una cosa inutile. Lui ha infranto le regole UCI sul traino quindi non ha scuse o scappatoie. Secondo me è stata una cosa fatta nella speranza di un cambiamento per quello che è successo”.  

La prima notte da campione del mondo, i tuoi pensieri…  

“Una notte passata a festeggiare con i miei compagni per quello che abbiamo fatto. Riportare la maglia iridata in Italia dopo così tanto tempo è stato fantastico. Io non ci credo ancora; e quella sera, sapere di aver vinto e di essere il campione del mondo, è stata una cosa superlativa; camminavo a 10 metri da terra”.  

Quanto ti sta cambiando questo titolo iridato? Hai addosso una certa responsabilità…  

“Diciamo che mi sta cambiando molto, nel senso che io sono una persona molto tranquilla e che ha bisogno dei propri spazi; con la scusa del Mondiale sono molto impegnato e tutti mi chiamano. Questa è una cosa nuova per me, mi ci devo abituare, però non mi dispiace…anzi”.  

Obiettivi per il tuo primo anno da professionista? Cosa ti aspetti?  

“Sarà un anno molto difficile essendo il primo. Non mi aspetto nulla in particolare, voglio soltanto essere all’altezza e aiutare il più possibile la squadra. Poi quel che succede succede, senza pensieri né timori”.  

Che corridore sei e come vorresti diventare? A cosa vorresti puntare?  

“Io vorrei essere un corridore da giri, però è molto difficile dirlo perché sono ancora giovane e mi devo sviluppare del tutto; quando sarà il momento deciderò cosa diventare”.  

La corsa dei tuoi sogni e il tuo idolo…  

“La corsa dei sogni sarebbe il Giro d’Italia, gara di casa e molto prestigiosa…chi non vorrebbe vincerlo? Mi sono sempre ispirato a Vincenzo Nibali perché siamo abbastanza simili come caratteristiche e perché abbiamo in comune il giorno di nascita”. 

 [embedit snippet=”adsense-articolo”]

Foto: Pagina Facebook Rai

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità