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“Saranno Campioni”: Nico Mannion, il play italo-americano corteggiatissimo in NBA

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Niccolò “Nico” Mannion è in questo momento il cestista italiano con più margini di crescita, che fa sognare un’intera nazione. Ha il talento da predestinato. E, conoscendo i genitori, si puó capire il motivo. Buon sangue non mente. Papà Pace Mannion è stato una stella: ha disputato più di 200 partite in NBA, prima di diventare grande anche in Italia, dove ha giocato ben 13 anni, vincendo anche la Coppa Korac con Cantù nel 1991. Mamma Gaia Bianchi, invece, era una pallavolista professionista. Si sono conosciuti e innamorati nel 1994. Entrambi hanno provato a far piacere a Nico le loro rispettive discipline, ma alla fine si è imposto papà Pace: ha iniziato a insegnargli il basket impostandolo da play, essendo un’ottima base di partenza anche per gli altri ruoli. Dalla mamma Gaia, invece, Nico ha ereditato l’esplosività fisica che mostra in ogni parquet in cui si esibisce.

Cognome di origini irlandesi, Nico è nato a Siena il 14 Marzo 2001. E alto 191 cm, con un peso forma di 82 Kg. Ha la doppia cittadinanza (italo-statunitense) ed è subito riconosciuto per i suoi caratteristici capelli rossi, per cui è spesso soprannominato “Red Mamba” (con evidente riferimento a Kobe Bryant e il suo “Black Mamba”). Anche se lui preferisce il nomignolo “Ginja Ninja”, usato spesso dai suoi amici. Ha frequentato il liceo Pinnacle di Phoenix, Arizona. Prima di impegnarsi con la Arizona University (dove attualmente gioca nel campionato NCAA), Mannion ha ricevuto numerose offerte di borse di studio dalle principali scuole di NCAA, a dimostrazione del suo attuale valore.

Dopo essere stato tagliato dalla nazionale statunitense prima del FIBA Americas Under-16 (e l’ Italia ringrazia…), Nico si fa conoscere fuori dai confini americani disputando da protagonista gli Europei Under-16 del 2017 con la maglia azzurra e terminando la manifestazione come miglior marcatore assoluto. Il C.T. della nazionale maggiore Sacchetti si accorge subito del suo talento e gli “cuce” addosso per sempre la maglia azzurra, facendolo esordire il 1 Luglio 2018 a Groninga contro l’Olanda. Mannion segna quel giorno 9 punti in 30 minuti giocati, diventando il quarto più giovane esordiente della storia degli Azzurri (17 anni, 3 mesi e 17 giorni).

Come playmaker è considerato tra i giocatori migliori della sua classe d’età. Impressionano particolarmente la sua facilità di passaggio e la “visione” di gioco che possiede, oltre alle sue incursioni a canestro. Tutto diventa più “facile” con il pallone tra le sue mani. Dopo il debutto in Nazionale, Nico si era fatto notare addirittura da Steph Curry, che l’aveva elogiato ad un camp che porta il suo nome. E quando Daniel Hackett ha detto addio alla Nazionale, ha indicato in lui, Davide Moretti e Marco Spissu i suoi possibili eredi. Intanto il 18enne pensa soltanto alla lunga stagione che lo aspetta in NCAA con i suoi Arizona Wildcats, per essere protagonista assoluto. Coach Miller se lo coccola e spende solo parole d’ elogio per Nico, indicandolo come un punto di riferimento e ispirazione per i compagni, Prima del via della stagione, è stato inserito tra i 50 candidati al John Wooden Award, il premio più prestigioso del college basket.

Ma l’era Mannion ad Arizona dovrebbe durare poco. Lo aspetta la NBA, dove già il prossimo anno l’azzurro potrebbe figurare tra le prime 10 chiamate al draft. Infatti per il suo esordio a Tucson erano presenti ben 30 osservatori NBA a prendere appunti sul figlio d’ arte, che ha risposto presente con 23 punti e 9 assist. Dunque le premesse ci sono tutte: Nico è un potenziale fenomeno che potrebbe trascinare tutto il movimento cestistico azzurro e diventare il faro della Nazionale negli anni a venire, sperando in un futuro pieno di successi.

Maurizio Contino

NELLE PUNTATE PRECEDENTI…

Prima puntata: Irene Bellan, la 18enne che fa sognare il rilancio della canoa femminile italiana
Seconda puntata: Nicolò Mozzato, un ginnasta di talento che guarda a Parigi 2024

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Credit: Ciamillo

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