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Sci di fondo, Coppa del Mondo 2019-2020: Federico Pellegrino tra l’obiettivo di contrastare Klaebo e il sogno di crescere sulle lunghe distanze

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A pochi giorni dal ritorno della Coppa del Mondo di sci di fondo, che prenderà il via venerdì in quel di Ruka, in Finlandia, con una sprint a tecnica classica, andiamo ad analizzare le prospettive che attendono uno dei due più importanti rappresentanti del panorama italiano (e non solo): Federico Pellegrino.

A 29 anni, il campione di Nus è già nella storia della sua specialità, con le sue 14 vittorie in gare di primo livello (dalla Coppa del Mondo in su) che lo collocano al quarto posto tra i migliori di sempre dietro a Johannes Klaebo (già volato via a quota 18, un numero che può solo aumentare a dismisura), a Emil Jönsson (16 successi tra il 2004 e il 2018, anno del ritiro dello svedese) e a Ola Vigen Hattestad (15 vittorie tra il 2002 e il 2018 per il norvegese). L’enormità di quanto fatto da Pellegrino in carriera si amplia ancor più quando si va a parlare dei podi complessivi, che sono 29 (14 vittorie, 14 secondi posti e un terzo), un dato che lo pone in terza posizione nella storia e unico tra i non nati nei Paesi scandinavi a trovarsi nei primi otto in questa particolare graduatoria.

Con queste premesse, l’obiettivo del Campione del Mondo 2017 è sempre uno: contrastare Klaebo (e Alexander Bolshunov), in particolare nelle gare a tecnica libera, al nostro portacolori da sempre più congeniali rispetto a quelle a tecnica classica, nella quale ha colto due successi, l’ultimo dei quali a Canmore, in Canada, nel 2016. Molte sue dichiarazioni delle ultime settimane, sia nelle interviste che raccolte dal diario che tiene sul proprio sito internet, puntano proprio verso questo obiettivo, anche se il calendario di Coppa del Mondo di quest’anno non appare a lui così favorevole. Ci sono, infatti, 7 gare sprint a tecnica libera ed altrettante a tecnica classica: diventa chiaro che, per tenere il passo di Klaebo, debbano arrivare dei risultati anche là dove le cose non gli piacciono, e dove fa spesso fatica a raggiungere la finale (anzi, nella scorsa stagione neppure ne ha centrate là dove si è presentato: il miglior responso l’ha offerto proprio a Ruka, dove ha chiuso nono).

Appare probabile, inoltre, che Pellegrino inizi a centellinare le proprie presenze in gara. La più importante conseguenza può essere legata alle lunghe distanze, dove l’alfiere azzurro, pur avendo di tanto in tanto colto dei buoni risultati, non è mai stato propriamente un fulmine di guerra. Del resto, sulla lunga distanza il nativo di Aosta è arrivato nei primi 30 soltanto sei volte nella carriera, e tutte in gare sui 15 km. Certo, sarebbe bello sognare e vederlo migliorare ulteriormente quei risultati che gli hanno consentito di arrivare ottavo in Coppa del Mondo nella stagione passata, ma dietro al sogno va vista anche una realtà in cui, se lo vedremo in alto in classifica generale, sarà per merito pressoché totale dei risultati della sua specialità principale.

In questo senso, non sono mancate, in ripetute occasioni, le sue parole di dispiacere nel non potersi giocare le proprie possibilità per la Sfera di Cristallo assoluta, legate soprattutto a un calendario che si fa tanta fatica a modificare in modo tale da evitare che, qui e là, ci siano big che saltano le gare per motivi diversi dagli infortuni. Ed è certamente un peccato assistere a una situazione simile, anche perché Pellegrino arriva da una stagione che, dati alla mano, è stata tra le migliori della sua carriera: ottavo in Coppa del Mondo assoluta, secondo in quella sprint, argento ai Mondiali da solo e terzo in coppia con Francesco De Fabiani, due vittorie e quattro secondi posti nelle gare di Coppa per un totale, mai raggiunto prima, di sei podi (superiore anche ai cinque dell’annata 2015-2016: in quel caso, però, si è trattato di sole vittorie). Forse il nostro portacolori riuscirà comunque a dare seguito alla stagione 2018-2019, e allora non si potrà che essere contenti, ma di certo la gestione di un calendario compresso in meno di quattro mesi, come del resto dichiarato dal diretto interessato, può essere meglio concordata tra le parti in causa.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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