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Sci di fondo
Sci di fondo, Coppa del Mondo 2019: Del Fabbro, Daprà e Graz guidano la NextGen dell’Italia
Non ci saranno solo Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani sull’agenda dello sci di fondo italiano nella stagione di Coppa del Mondo 2019-2020 che comincerà domani a Ruka, in Finlandia. C’è, infatti, un lato giovane della pattuglia azzurra che sta pian piano facendosi largo nel panorama internazionale. Andiamo a scoprire i principali possibili protagonisti del futuro in chiave tricolore.
Dei nomi che, nei prossimi anni, potremmo leggere molto spesso nei titoli dei giornali e dei siti web, specializzati e non, quello che lascia maggiori speranze è senz’altro Luca Del Fabbro. Campione del Mondo junior a Lahti nella prima parte di quest’anno, nella 30 km a tecnica classica con mass start, è alla prima stagione da senior, e presenta una caratteristica che non si ritrova facilmente nella tradizione italiana: è più forte in tecnica classica che in tecnica libera. Classe 1999, è il prospetto sul quale gran parte degli addetti ai lavori pone una notevole considerazione, anche in ragione dei risultati della scorsa stagione da junior esterni ai Mondiali di Lahti.
Un altro dei giovani più interessanti in ottica futura è Davide Graz. Classe 2000, ha ancora licenza di sciare a livello juniores, ma quando è stato chiamato tra i grandi ha mostrato delle ottime qualità nelle gare sprint, dove è andato molto vicino a entrare nei primi 30 ai Mondiali di Seefeld in cui Federico Pellegrino ha vinto la medaglia d’argento. Se nelle sprint è dotato di uno spunto veloce molto interessante, nelle gare sulla distanza ne va ancora completamente chiarita la forza, anche se i segnali che arrivano dal mondo junior non sono malvagi in tal senso, anzi.
Rimane un po’ più complicata la situazione di Simone Daprà, che di anni ne ha 22 e che sta facendo un po’ di fatica a mettersi alle spalle l’OPA Cup. Se c’è una cosa che, adesso, potrebbe fargli del bene, è il fatto che sotto i riflettori ci siano altri (Del Fabbro e Graz, nello specifico). Nella scorsa stagione di OPA Cup è riuscito a essere spesso ai piani alti delle gare sulla lunga distanza soprattutto in tecnica classica, ma non ha mai portato a casa la vittoria. Se riuscirà a dare buoni segnali, potrà certamente trovare un suo spazio più che buono al piano superiore.
A proposito di OPA Cup, vale la pena citare le prestazioni di Paolo Ventura e Martin Coradazzi, classe 1996 l’uno e 1998 l’altro, capaci di più di una buona prestazione soprattutto nelle gare in Repubblica Ceca e in Svizzera e con particolare riferimento a quelle sulla distanza. Il loro caso, così come quello di Daprà, deve inoltre ricordare che non ci sono solo i giovani del 1999 e del 2000 che possono emergere, ma anche gli uomini con qualche anno in più sulle spalle sono in grado di avere ancora ampi margini di crescita, specialmente se supportati dalle condizioni ideali.
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federico.rossini@oasport.it
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Foto: Pier Colombo