Artistica
‘Sognando l’Olimpo’: Marco Lodadio – Prima puntata: le speranze di medaglia dell’Italia a Tokyo 2020
Marco Lodadio è la principale speranza della ginnastica artistica azzurra (al maschile) per Tokyo 2020. Lui è il nuovo ‘Signore degli anelli’. Dopo le gesta di Yuri Chechi e Matteo Morandi, ecco spuntare ora sulla scena il 27enne romano, degno successore per quanto riguarda questo meraviglioso attrezzo che è stato il vero talismano dell’artistica maschile negli ultimi decenni.
L’aviere dell’ Aeronautica Militare, tesserato per la Ginnastica CIvitavecchia dove ha costruito i suoi trionfi insieme al suo allenatore Luigi Rocchini, non è però arrivato per caso a questi risultati. Costanza, caparbietá e tenacia lo hanno portato col passare degli anni a migliorare il suo gesto al castello, introducendo sempre maggiori gradi di difficoltá e superarandosi in ogni occasione che contava. Tutto iniziò all’etá di dieci anni, quando fu portato dai genitori a un provino nel Centro di Preparazione Olimpica ‘Giulio Onesti’. Rocchini rimase stupito delle sue potenzialitá, inserendolo in un progetto federale che stava per iniziare.
Lodadio fa parte della Nazionale in pianta stabile da diversi anni. Nel 2017 iniziano ad arrivare i primi exploit anche a livello individuale sul castello: due secondi posti in World Cup, oltre al titolo ai Campionati Assoluti. Ma fu il 2018 l’anno della sua consacrazione: una continuità di rendimento impressionante lo porta a vincere un bronzo in World Cup, l’argento ai Giochi del Mediterraneo di Tarragona, il terzo titolo italiano consecutivo, la finale a squadre conquistata a Glasgow nei Campionati Europei, ma soprattutto il bronzo ai Mondiali di Doha. In Qatar fu superato unicamente dal campione olimpico di Rio 2016 Petrounias e dal brasiliano Zanetti. In quell’inizio di novembre di un anno fa, il laziale centrò il bersaglio alla sua prima finale iridata, riportando il tricolore in un atto conclusivo maschile dopo cinque anni di assenza, e addirittura dopo otto su un podio iridato (Morandi nel 2010 a Rotterdam proprio agli anelli).
Completamente consapevole dei propri mezzi, Lodadio in questo 2019 riesce a completare un favoloso tris: argento a Stettino agli Europei, oro ai Giochi Europei di Minsk, per finire con lo strabiliante argento iridato di Stoccarda. In Germania Marco ambiva anche all’Olimpiade di Tokyo. Qualche ora prima era svanita la qualificazione a cinque cerchi della squadra maschile e l’aviere si giocava tutto nella finale di specialitá. L’azzurro sciorinava una prestazione da urlo condita da elementi di forza e slancio fino a un’uscita stoppata. Esercizio perfetto. La routine gli valeva un’esecuzione da 8.600, che assieme alla nota di partenza (6,300), facevano un totale di 14.900. Sembrava fatta, ma i giudici vedevano il turco Ibrahim Colak superiore per appena 33 millesimi, un’inezia. Il “difficult grade” di Lodadio è stato il piú alto, assieme a quello del greco Petrounias e del russo Abliazin. Il laziale vola dunque a Tokyo assieme a Ludovico Edalli (qualificato nell’all-around) e ci fa sognare l’ ambito metallo, anche quello piú pregiato.
Dunque, una scalata inarrestabile che non pone limiti alla sua carriera di specialista degli amati anelli. Per la prossima stagione (quella olimpica), si vocifera addirittura di un ulteriore innalzamento della nota di partenza, la quale darebbe una spinta fondamentale alle sue ambizioni “dorate” giapponesi.
Possibilitá di podio a Tokyo 2020 (da 1 a 5 stelle): *****
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Maurizio Contino
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Foto: Simone Ferraro/FGI