Biathlon

Sport invernali: l’Italia cala gli assi e fa tremare il mondo

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La vera stagione degli sport invernali, quella dei fine settimana zeppi di eventi a ripetizione, iniziava oggi. L’Italia ha calato alcuni dei propri assi migliori (e ne arriveranno altri nelle prossime settimane…), facendo tremare il mondo e lasciando intravedere un percorso denso di legittime ambizioni.

Il biathlon ha ripreso esattamente da dove aveva terminato la trionfale annata precedente. Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch compongono un quartetto ormai esperto e ben assortito nella staffetta mista, due volte di fila medaglia di bronzo alle Olimpiadi Invernali ed al secondo successo di sempre per l’Italia in questo format di gara. Le potenzialità straripanti di Vittozzi e Wierer sono emerse prorompenti nelle prime due frazioni: è lecito attendersi le azzurre nuovamente in lotta per la classifica generale di Coppa del Mondo. Per quanto riguarda Hofer e Windisch, non al meglio fisicamente e con uno stato di forma tutt’altro che ideale, attendiamoli come autentici cavalli pazzi nei Mondiali casalinghi di Anterselva: nella giornata giusta, come hanno già dimostrato, possono battere chiunque.

2 beffardi centesimi hanno negato un sabato perfetto allo sci alpino. A Killington è finalmente sbocciata la stella di Marta Bassino, talento cristallino annunciato che nelle passate stagioni solo ad intermittenza aveva illuminato con una tecnica sopraffina. A 23 anni la carriera della piemontese potrebbe realmente svoltare, senza dimenticare i progressi compiuti in superG: non è escluso che, di tanto in tanto, possa togliersi qualche soddisfazione anche nella velocità. In un contesto dalla concorrenza smisurata, dove spiccano giovani e già affermati fenomeni come l’americana Mikaela Shiffrin, la ceca Petra Vlhova e la neozelandese Alice Robinson, ora anche l’Italia può schierare un’atleta che, preso atto definitivamente del proprio potenziale, potrà rivaleggiare a testa alta contro queste fenomenali Amazzoni straniere. II Bel Paese ha brindato ad una magica doppietta in gigante, la decima della storia per lo sci alpino femminile, grazie ad una superba Federica Brignone, autrice di una rimonta da urlo nella seconda manche dalla settima posizione. A 29 anni, ironia della sorte, l’azzurra ha messo in carniere il 29° podio in Coppa del Mondo, peraltro in una località che già lo scorso anno l’aveva esaltata con quella che, al momento, resta la sua ultima vittoria tra le porte larghe.

Dominik Paris, pur non ammettendolo direttamente, ha approcciato la stagione con più di un pensierino alla Coppa del Mondo generale. Chiariamolo subito: se il ritiro di Marcel Hirscher apre un piccolo spiraglio, la missione appare decisamente complessa. Colpa di un calendario che presenta un numero maggiore di giganti e slalom rispetto a discese e superG, senza contare il proliferare dei paralleli: gli specialisti delle discipline tecniche, dunque, restano decisamente favoriti. Il 30enne altoatesino si prefigge dunque l’inseguimento della perfezione: dovrà cercare di ottenere sempre (o quasi) almeno un podio in superG e discesa, cercando poi di superarsi anche nelle combinate (dove talvolta ha ben figurato, pur faticando con una mole gigantesca in slalom) e sperando, al tempo stesso, in qualche passo falso da parte del francese Alexis Pinturault e del norvegese Henrik Kristoffersen. Paris non è mai stato continuo per tutta la stagione, di solito in passato iniziava ad entrare in forma dalla fine di dicembre. Quest’anno, tuttavia, è partito subito forte, sfiorando un successo nella discesa di Lake Louise che sembrava già in tasca, beffato solo dal tedesco Thomas Dressen per 2 centesimi. Il campione del mondo di superG ha sfoggiato una potenza fisica debordante, se possibile ancora maggiore rispetto agli anni scorsi. E’ fuori di dubbio che Paris possa fregiarsi dell’appellativo di autentico fuoriclasse, uno status raggiunto a suon di vittorie a ripetizione. Ora lo attende la sfida più affascinante e difficile della carriera, anche mentalmente: dovrà affrontare ogni gara al massimo, obbligato a sbagliare poco o nulla.

La monumentale giornata azzurra si era aperta con il podio di Arianna Fontana nella tappa di Coppa del Mondo di short track a Nagoya nei 1500 metri. Il ritorno della campionessa olimpica ha ulteriormente innalzato il livello di una compagine femminile ormai stabilmente nell’elite internazionale: al fianco della valtellinese e della campionessa Martina Valcepina, quest’ultima in lotta per la sfera di cristallo nella distanza dei 500 metri, crescono giovani interessanti come Nicole Botter Gomez ed Arianna Sighel, senza dimenticare la solida oriunda Cynthia Mascitto. Come già accaduto a Pyeongchang 2018, anche a Pechino 2022 lo short track rappresenterà un intrigante orto da cui attingere frutti.

In Asia, Nord America ed Europa il rombo dei campioni italiani ha lanciato un messaggio forte e chiaro al mondo degli sport invernali. In attesa che nuovi assi entrino in azione nelle prossime settimane (in particolare Federico Pellegrino, Sofia Goggia e Michela Moioli).

federico.militello@oasport.it

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Foto: Trovati/Pentaphoto

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