Ciclismo
Vincenzo Nibali e la nuova avventura con la Trek-Segafredo: quanti soldi guadagna lo Squalo? Stipendio di lusso per il siciliano
Vincenzo Nibali si sta preparando per la prossima stagione che si preannuncia davvero molto ricca, intensa e stimolante. Lo Squalo si concentrerà soprattutto sulle Olimpiadi di Tokyo 2020 e sui Mondiali, si correrà su due percorsi estremamente duri e complessi che sembrano essere perfetti per le caratteristiche tecniche del siciliano: il sogno del quasi 35enne (spegnerà le candeline tra dieci giorni) è quello di mettersi al collo una medaglia a cinque cerchi, vuole riscattarsi dalla dolorosa caduta di Rio 2016 quando era lanciatissimo verso il podio e un tracciato infarcito di salite potrebbe davvero esaltarlo. Il vincitore del Tour de France 2014 sarà il capitano della nostra Nazionale (composta per l’occasione da appena cinque uomini come accade sempre in questa gara unica nel suo genere) e vorrà regalarsi una magia che impreziosirebbe la sua già sfavillante carriera.
Vincenzo Nibali punterà poi verso la rassegna iridata che andrà in scena in Svizzera a fine settembre, il percorso di Martigny è uno dei più duri della storia (al livello di quello visto lo scorso anno a Innsbruck) e la maglia arcobaleno è indiscutibilmente un obiettivo importante da conseguire, potrebbe essere davvero l’ultima chiamata per il nostro portacolori che non vorrà fallire. Quasi sicuramente lo vedremo anche al Giro d’Italia dove andrà a caccia del terzo sigillo dopo il secondo posto nell’ultima edizione. Il 2020 dello Squalo riserverà una grandissima novità ovvero l’approdo alla Trek-Segafredo: il siciliano lascia infatti la Bahrain-Merida ed è pronto per vestire la casacca della corazzata statunitense con sponsor italiano.
Quanti soldi guadagnerà Vincenzo Nibali nel 2020? Il contratto è faraonico considerando anche l’età non più giovane del faro del ciclismo azzurro: si parla di 3,7 milioni di euro a stagione che confermano lo Squalo tra i ciclisti più pagati al mondo, un biennale di lusso con un assegno ampiamente meritato vista la classe del nativo di Messina che in carriera è stato capace di vincere i tre Grandi Giri e che è praticamente riuscito a mantenere lo stipendio che percepiva alla Bahrain Merida.
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Foto: Lapresse