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Biathlon
‘Ambesi Winter Corner’: “L’Italia alla conquista delle Sfere di cristallo”
La settimana appena andata in archivio ha proposto svariati temi di interesse, sia sul fronte italiano che su quello internazionale dove, tra le discipline della neve, la Norvegia l’ha generalmente fatta da padrona. Non sono comunque mancate le soddisfazioni per gli azzurri.
Andiamo dunque a discutere di quanto avvenuto nell’undicesima puntata di Ambesi Winter Corner, la rubrica di approfondimento e analisi tenuta in collaborazione con Massimiliano Ambesi, storica voce e opinionista delle discipline invernali su Eurosport.
Massimiliano, comincerei con una rubrica nella rubrica e ti chiederei subito qual è stata l’IMPRESA DELLA SETTIMANA, perché a mio modo di vedere è arduo fare una scelta.
“Si sono viste tante prestazioni degne di nota, ma nulla comparabile a quanto avvenuto sabato 21 dicembre sulle nevi di Cervinia. Una giornata entrato a pieno titolo nella storia italiana delle discipline olimpiche invernali. In realtà, il doppio successo in un evento di Coppa del Mondo di snowboardcross non rappresenta un fatto inedito, in quanto si era verificato due anni prima nella medesima località, ma lo stesso non si può dire per i quattro podi ottenuti.
Si è trattato di un trionfo di squadra senza precedenti, che ha assunto, a tutti gli effetti, i connotati dell’impresa. Tuttavia, vittorie e podi non possono essere considerati un fatto estemporaneo nello snowboard perché tra boardercross e specialità alpine sono arrivate 28 affermazioni nelle ultime quattro stagioni con il tassametro ancora in corsa.
Peraltro, il movimento azzurro dello snowboard, forte di undici podi stagionali con ben nove atleti differenti, vanta con Moioli e Sommariva la leadership nelle classifiche di Coppa del Mondo dello snowboardcross, senza dimenticare che Roland Fischnaller è primo nel gigante in parallelo e soprattutto nella graduatoria complessiva delle discipline alpine.
Difficile chiedere di più a questi ragazzi, ma l’appetito vien mangiando”.
Hai sicuramente dovuto fare una scelta difficile, soprattutto in virtù di quanto realizzato da altri personaggi. In particolare Tiril Eckhoff. A questo punto immagino che la palma di ATLETA DELLA SETTIMANA spetti a lei.
“Sì, il riconoscimento va indubbiamente a Tiril Eckhoff, diventata la nona biathleta nella storia a conquistare quattro successi consecutivi in Coppa del Mondo.
Ad Annecy-Le Grand Bornand la ventinovenne norvegese ha dettato legge su ogni fronte imponendo alle avversarie un passo insostenibile sugli sci, che, unito a un 90% abbondante al tiro, l’ha resa in automatico inarrivabile.
In molti si stanno interrogando circa il salto di qualità avvenuto a ventinove anni suonati e le spiegazioni al riguardo sono molteplici o meglio ci sono più concause, fermo restando che il talento non è mai mancato.
Innanzitutto, per la prima volta nelle ultime stagioni, Eckhoff è riuscita a evitare malanni e infortuni nella fase di preparazione. In secondo luogo, si trova in un contesto di allenamento assai stimolante che l’ha spinta ad alzare l’asticella. Il confronto quasi quotidiano con Roeiseland e, in particolare, con la vicina di casa Tandrevold è stato fondamentale per trovare maggiore sicurezza e stabilità al tiro. In ultimo, un paio di buone prestazioni, si sono rivelate il decisivo grimaldello per sbloccarsi psicologicamente e lasciarsi alle spalle i tanti fantasmi del passato.
A Le Grand Bornand ha dimostrato di poter gestire con lucidità un poligono sulla carta non particolarmente complicato, ma ora sarà chiamata a ripetersi nelle ostiche sessioni di tiro di Oberhof. Si tratterà dell’attesa prova del nove, dell’ultimo test per certificare il passaggio da atleta da alti e bassi a legittima pretendente alla sfera di cristallo. A tal proposito, va ricordato che solamente Magdalena Forsberg, per due volte, e Laura Dahlmeier sono state capaci di imporsi in almeno cinque gare consecutive di Coppa del Mondo, aggiudicandosi in quelle stagioni il successo nella classifica generale. Vedremo se il trend verrà rispettato, ma prima c’è da conquistare una non banale vittoria nella prima gara in Turingia”.
Restiamo sul biathlon, ma parliamo degli azzurri. Nella mass start di domenica, il secondo posto di Dorothea Wierer ha permesso all’Italia di mantenere viva la striscia di 23 tappe consecutive di Coppa del Mondo con almeno un podio. Vorrei una tua analisi dettagliata sul movimento italiano.
“Per quanto riguarda Wierer, penso che la gara più importante di Annecy-Le Grand Bornand sia stata l’inseguimento perché le ha consentito di invertire un trend negativo che andava avanti da febbraio. Dorothea è sì arrivata quarta, ma è stata finalmente autrice di una solida rimonta con tanto di miglior tempo assoluto nel segmento di gara.
Grazie alle sensazioni positive e alla fiducia ricavate dall’inseguimento, ha interpretato alla grande una delle gare con partenza in linea più dure della storia. Nell’occasione, si è distinta per lucidità e per sagacia tattica in quanto durante ogni tornata è sempre stata capace di battezzare la schiena migliore gestendo sapientemente le energie. Lo zero puntualmente realizzato nel poligono finale delle ultime due competizioni non è stato perciò casuale, ma costruito con la corretta condotta di gara.
Il 92,5% con cui ha sparato tra inseguimento e partenza in linea dovrà rappresentare la base di partenza in vista degli impegni di gennaio, di norma per lei un po’ più ostici rispetto a quelli di dicembre.
Lisa Vittozzi dalla sprint di Ostersund in avanti ha perso una serie di certezze che non è riuscita a ritrovare nelle gare a seguire. La pausa per le vacanze natalizie arriva nel momento giusto e le consentirà di fare chiarezza sulla situazione per ripartire da Oberhof con rinnovate ambizioni. Nessun traguardo resta precluso perché la classifica di Coppa del Mondo è tutto sommato ancora corta con la conseguenza che due tre podi in striscia possono quasi ribaltare la situazione.
Il settore maschile sta disputando una stagione di profilo elevato, come testimoniato dal quinto posto nella classifica riservata alle Nazioni.
Hofer e Windisch hanno concluso due sprint di fila nelle prime dieci posizioni, fatto che nel nuovo millennio era avvenuto in una sola occasione, mentre Bormolini nell’inseguimento di Annecy-Le Grand Bornand ha sfoderato pound for pound la prestazione migliore della carriera.
Le tre punte del movimento italiano si sono distinte per picchi di rendimento da quasi primi della classe, ma sono stati anche autori di qualche controprestazione di troppo al tiro nonostante i miglioramenti complessivi siano tangibili. In tal senso, parla chiaramente il lusinghiero 82% abbondante di squadra al tiro, staffette escluse. Tuttavia, la chiave di volta per effettuare un ulteriore passo avanti resta la crescita percentuale di un paio di punti, fondamentale al fine di lottare per il podio con buona frequenza”.
Chiuderei l’argomento biathlon parlando di Johannes Bø. Nel weekend è stato mostruoso, ma la realtà dei fatti è che sinora ha dominato in maniera inequivocabile. Va detto che non era proprio previsto…
“Ammetto che lo strapotere palesato dal norvegese nel primo scorcio di stagione sia stato per me inaspettato perchè ero certo che la concorrenza di scuola transalpina potesse metterlo costantemente in difficoltà, fatto che in realtà si è verificato in una sola delle sette gare disputate. Stagione dopo stagione, sta aggiungendo sempre qualcosa in più al suo bagaglio tecnico, vedi la percentuale di tiro ben oltre il 90%, senza dimenticare come, tappa dopo tappa sia stato autore di una crescita esponenziale sugli sci, che gli ha consentito di dominare da un capo all’altro inseguimento e partenza in linea di Annecy-Le Grand Bornand.
Se davvero deciderà di disertare l’intero mese di gennaio, renderà più interessante l’inseguimento alla sfera di cristallo, ma con il ruolino di marcia attuale non è escluso che possa giocarsela anche con molte meno gare a disposizione rispetto alla concorrenza.
In ogni caso, la disarmante superiorità emersa nella mass start di Le Grand Bornand resta l’highlight della stagione sul fronte del settore maschile.
Per il resto, parlano i numeri, che evidenziano la superiorità di Bø rispetto agli altri fuoriclasse della disciplina. Il norvegese ha impiegato 153 gare per ottenere 43 successi, ben 26 in meno rispetto a Martin Fourcade che ha avuto bisogno di 179 presenze. Inoltre, all’età attuale di Bø, 26 e 7 mesi, il francese vantava quattro successi in meno”.
Cambiamo argomento e torniamo alle rubriche nella rubrica. Chi è l’AZZURRO DELLA SETTIMANA?
“Senza ombra di dubbio Federica Brignone per la disinvoltura con cui ha conquistato il successo nel gigante di Coppa del Mondo di Courchevel dettando legge nell’ostica seconda discesa.
La concorrenza per conquistare la vittoria nella classifica di specialità di certo non manca, anzi non è mai stata così numerosa come in questa stagione, ma, a maggiore ragione, il vantaggio accumulato nelle prime tre gare, può rappresentare un prezioso tesoretto.
Numeri alla mano, la figlia d’arte di scuola valdostana è comunque attesa almeno a un altro successo, magari fin dal gigante “amico” di Lienz del fine settimana. Nelle precedenti quattro stagioni, la vittoria in Coppa del Mondo non è, infatti, mai stata un fatto isolato, ma come minino è stata bissata con tanto di almeno altri due podi come contorno.
In virtù dello stato di forma fisica e mentale, ci sono tutti i presupposti affinché Brignone possa migliorare il primato personale di sei podi stagionali, stabilito nel 2015-2016 e nel 2016-2017. Si tratta però dell’obiettivo minimo…”
Certo, forse si può mirare a qualcosa di più, vedi il podio nella classifica generale di Coppa del Mondo, dove al momento è in seconda posizione. A proposito, non è che Mikaela Shiffrin rischia qualcosa?
“Assolutamente no, ma anche per lei non possono sempre essere tutte rose e fiori.
Per esempio, il risultato del gigante di Courchevel ha rappresentato uno dei punti più bassi della sua gloriosa carriera. Nello specifico, il diciassettesimo posto ottenuto ha posto fine a una striscia di ben 43 gare tra Mondiali, Olimpiadi e Coppa del Mondo in cui non era mai uscita dalle prime dieci posizioni. La striscia resta, in ogni caso, clamorosa perché realizzata prendendo parte a tutte le specialità su piazza.
Quando servirà, sempre che occorra, sarà in grado di ottenere punti pesanti in ogni specialità, fatto che la rende inarrivabile per la concorrenza.
Al momento, siccome non si vedono pericoli all’orizzonte, può tranquillamente permettersi di selezionare gli eventi cui prendere parte.
Riguardo il percorso mentale che l’ha spinta a disertare gli impegni di Coppa del Mondo in Val d’Isere, non c’è troppo da scoprire. La decisione di non partire alla volta della Francia è stata presa dall’atleta ed è maturata dopo avere preso coscienza delle previsioni meteo. Chiaramente, Shiffrin non poteva immaginare che tutte le gare sarebbero state cancellate, ma, di fronte all’eventualità di rimanere confinata in albergo per quattro giorni, ha preferito dedicarsi all’allenamento in vista dei prossimi appuntamenti nelle specialità tecniche.
A Courchevel, in condizioni di neve anomale, al di là del suo atteggiamento remissivo nella prima manche, non è stata supportata da materiali all’altezza, motivo per cui la pausa prolungata servirà anche e soprattutto per capire quali scelte effettuare in presenza di temperature più elevate rispetto alla media stagionale. Con il clima pazzo degli ultimi anni, bisogna sempre essere pronti a qualsiasi evenienza”.
Invece cosa ci dici del settore maschile. L’impressione è che, nonostante il ritiro di Hirscher, sia Kristoffersen che Pinturault fatichino a raccogliere il suo scettro.
“Contando il gigante in parallelo dell’Alta Badia siamo arrivati a 18 vincitori diversi in 21 gare tra settore maschile e femminile. Non so se si tratti di un record, ma sicuramente non ci si va lontani. Se però da una parte la superiorità di Shiffrin non è in discussione, dall’altra ogni settimana avvengono cambiamenti nelle gerarchie. Le gare di Bormio del fine settimana rappresenteranno un crocevia interessante perché consentiranno di capire se qualche specialista della velocità riuscirà a inserirsi nella lotta per la sfera di cristallo, che in questo momento coinvolge principalmente il norvegese Kristoffersen e il francese Pinturault. I candidati sono gli austriaci Kriechmayr e Mayer, l’azzurro Paris ed eventualmente il norvegese Jansrud. Tuttavia, inizierei a monitorare con attenzione anche il norvegese Aleksander Aamodt Kilde, che può raccogliere punti pesanti in gigante. La vera stagione di Dominik Paris inizierà di fatto da Bormio con il sogno di indossare al termine della tre giorni valtellinese il pettorale giallo di leader della classifica generale. Per il resto, sarà interessante analizzare il risultato della combinata per capire se la modifica regolamentare introdotta dalla FIS riuscirà veramente a creare un equilibrio tra chi eccelle nella velocità e chi ha qualche marcia in più tra i pali stretti. Se effettivamente la “nuova combinata” risultasse sbilanciata a vantaggio degli specialisti della velocità, le elucubrazioni legate alla classifica generale andrebbero ad assumere una diversa fisionomia”.
Trasferiamoci sugli sci stretti. Nel fine settimana è arrivato il primo podio stagionale anche per lo sci di fondo azzurro. Merito, ovviamente, di Federico Pellegrino.
“Federico Pellegrino a Planica ha corso in maniera convincente dimostrando di essere sulla strada giusta per raggiungere il top della condizione. Il secondo posto conquistato in Slovenia è stato storico perché gli ha consentito di arrivare a 30 podi individuali in carriera. Per trovare atleti con numeri superiori nelle prove sprint è necessario scomodare due totem nonché vincitori di tutto come i norvegesi Hetland e Hattestad.
L’unico rammarico è legato al fatto che nei quarti di finale e in semifinale abbia mostrato le carte migliori consentendo al francese Chanavat, coadiuvato dal connazionale Jouve, di trovare le contromisure in finale.
Preoccupa, invece, la condizione di De Fabiani che in questo primo scorcio di stagione è apparso in difficoltà in ogni contesto di gara affrontato. Il punto di svolta potrebbe essere la partenza in linea di Lenzerheide del fine settimana, che, calendario alla mano, arriva proprio nel momento giusto. Non dimentichiamo che il format è quello che ha regalato al valdostano più soddisfazioni in carriera. Proprio in Svizzera sarà possibile farsi un’idea precisa riguardo le sue reali possibilità in questa stagione senza Mondiali e Olimpiadi”.
Parlando di discipline nordiche, ma guardando alla combinata, vorrei che commentassi quanto avvenuto a Ramsau, perché quanto sta facendo Jarl Magnus Riiber non può passare sottotraccia.
“Sta assumendo sempre più le vesti del cannabile, dell’atleta che, non solo non ci sta mai a perdere, ma che non riesce proprio a darsi pace per la sconfitta. Al termine della prima competizione di Ramsau mi ha colpito come abbia bollato come una cocente delusione un secondo posto maturato in condizioni di gara oltre il proibitivo.
La risposta sul campo è arrivata a distanza di ventiquattro ore, con una prestazione tatticamente impeccabile che gli ha portato in dote la sesta vittoria individuale della stagione, al momento un record per le discipline della neve.
Nel passato recente, raramente si sono visti atleti così dominanti, capaci di vincere per distacco sei gare praticamente una dietro l’altra. Peraltro, chi nutriva dubbi sulle doti di recupero da un giorno all’altro, è stato smentito da quanto avvenuto a Ramsau e l’impressione generale resta quella che finora si sia solo grattata la superficie del potenziale di Riiber.
La principale curiosità è ora legata a quale sarà il rendimento sul trampolino nel mese di gennaio dopo che nella passata stagione il calo era stato evidente. Qualche flebile segnale di regresso si è visto già in Austria, ma vuoi per le ridotte dimensioni del trampolino vuoi per condizioni di gara non particolarmente favorevoli non è ancora il caso di formulare conclusioni affrettate.
In ogni caso, considerando la capacità di ottenere all’occorrenza uno dei migliori dieci tempi nel fondo senza particolari patemi, un passo indietro sul trampolino non rappresenterebbe un dramma.
Le gare di Ramsau sono state fondamentali perché hanno definito la rosa dei contendenti alla sfera di cristallo. Gli avversari di Riiber saranno il connazionale Graabak e il tedesco Geiger, che, per provare a giocarsela, dovranno necessariamente progredire in una delle due componenti di gara, possibilmente il salto.
In casa Italia, Pittin e Costa hanno archiviato convincenti piazzamenti a ridosso delle prime dieci posizioni e sono apparsi complessivamente in crescita. Per effettuare l’ultimo salto di qualità, necessario per ambire al podio, è fondamentale raccogliere cinque/sei punti in più sul trampolino.
Il bilancio del primo scorcio di stagione va considerato positivo, seppure macchiato dall’infortunio patito dall’emergente Aaron Kostner, di cui si attende di capire la reale entità”.
Chiudiamo guardando al futuro. Sabato 28 dicembre prenderà il via la 68^ edizione della Tournée dei Quattro Trampolini, appuntamento “liturgico” per gli appassionati di salto con gli sci e discipline nordiche. Quali sono le tue considerazioni riguardo ai valori in campo?
“L’imminente Tournèe dei Quattro Trampolini si annuncia decisamente interessante perché tutte le storiche superpotenze della disciplina, eccezion fatta per la Finlandia che tale non è più, hanno una carta importante su cui puntare.
Il ruolo di favorito tecnico spetta al giapponese Ryoyu Kobayashi, dominatore della precedente edizione e attuale leader della classifica di Coppa del Mondo, ma il margine rispetto a dodici mesi or sono appare in questo momento quasi impercettibile.
Il nipponico è salito di colpi gara da gara, ma non è ancora in possesso della stabilità tecnica della passata stagione e soprattutto concede ancora qualcosa in fase di stacco.
I principali avversari e co-favoriti portano i nomi prestigiosi dell’austriaco Stefan Kraft, caduto si spera senza conseguenze a Engelberg, e del polacco Kamil Stoch, tornato al successo nella tappa elvetica. Alla luce di quanto visto nelle ultime settimane, non partono battuti anche il tedesco Karl Geiger, mai peggio di settimo nelle gare di Coppa del Mondo di questa stagione, il norvegese Marius Lindivk, finora non troppo fortunato ma pronto al grande colpo, e lo sloveno Peter Prevc, nuovamente competitivo in termini di misure seppure alle prese con qualche problema in fase di atterraggio.
La gara di Oberstdorf sarà da subito un appuntamento fondamentale per Kobayashi, che proverà a eguagliare il primato di cinque tappe consecutive vinte.
Per il resto, mi auguro che ci possa essere un controllo assai puntuale dei materiali e spero che il meteo non rappresenti un fattore”.
PUNTATE PRECEDENTI
Ambesi Winter Corner 1: “Da Yuzuru Hanyu ad Alena Kostornaia, tanti buoni motivi per seguire il Grand Prix”
Ambesi Winter Corner 2: “Skate Canada crocevia per Hanyu e Rizzo. Shiffrin batterà presto Vonn”
Ambesi Winter Corner 3: “Bentornati sul pianeta Hanyu! Yuzuru ristabilisce le gerarchie”
Ambesi Winter Corner 4: “Hanyu domina anche se non c’è. Valcepina vince e convince sul campo”
Ambesi Winter Corner 5: “Arianna Fontana, Martina Valcepina e Matteo Rizzo tre eccellenze italiane”
Ambesi Winter Corner 6: “Luci e ombre per Evgenia Medvedeva, Alexandra Trusova e Shoma Uno”
Ambesi Winter Corner 7: “I fuoriclasse non tradiscono: Hanyu, Shiffrin e Sablikova lasciano il segno”
Ambesi Winter Corner 8: “Solo una Dorothea Wierer autoritaria ferma la Norvegia pigliatutto”
Ambesi Winter Corner 9: “Alena Kostornaia sensazionale! Yuzuru Hanyu può ribaltare la situazione”
Ambesi Winter Corner 10: “Dorothea Wierer e Sofia Goggia in caccia della vittoria da doppia cifra”
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Foto: Massimiliano Ambesi