Biathlon

‘Ambesi Winter Corner’: “Solo una Dorothea Wierer autoritaria ferma la Norvegia pigliatutto”

Pubblicato

il

Nello scorso fine settimana sono cominciate anche la Coppe del Mondo di biathlon, sci di fondo e combinata nordica. La stagione degli sport invernali ha quindi raggiunto a tutti gli effetti il suo pieno regime.

Dunque Ambesi Winter Corner, la rubrica di approfondimento e analisi legata alle discipline invernali tenuta in collaborazione con Massimiliano Ambesi, storica voce e opinionista di Eurosport, si allarga e propone alcune interessanti novità.

Massimiliano, dovrai impegnarti ancora di più. Sei contento?
“Una gioia infinita! Però mi sono già organizzato, visto che nasceranno ben tre rubriche nella rubrica”

Proprio qui volevo portarti. Cominciamo da “L’IMPRESA DELLA SETTIMANA”. Secondo te qual è l’evento più significativo avvenuto nei giorni scorsi?
“Non me ne vogliano gli atleti italiani che si sono letteralmente superati, ma la prima vittoria in Coppa del Mondo del doppio Sics/Sics assume quasi i contorni della leggenda.
I fratelli lettoni, prima della gara sprint di domenica, vantavano la bellezza di ventidue podi tra Coppa del Mondo, Mondiali e Olimpiadi senza mai essere saliti sul gradino più alto, un record assoluto per lo slittino e quasi assoluto per le discipline olimpiche invernali. Per trovare un precedente ancora più eclatante, bisogna infatti scomodare la fondista norvegese Heidi Weng, che sfatò il tabù della vittoria al trentasettesimo podio in un evento individuale di primo livello.
Il successo di Lake Placid rappresenta un meritato premio per due veterani di lunghissimo corso capaci di non mollare mai la presa al cospetto dello storico strapotere dei tanti avversari di lingua tedesca”.

La seconda novità è la palma di ATLETA DELLA SETTIMANA. A chi assegniamo la prima?
“Jarl Magnus Riiber senza se e senza ma. Il combinatista norvegese ha dominato in lungo e in largo le tre gare disputate a Kuusamo al punto da concedersi il lusso di infliggere nell’ultima giornata oltre due minuti di distacco al secondo classificato, fatto senza precedenti negli oltre dieci anni di utilizzo del nuovo format con un solo salto e 10 km. da percorrere con gli sci stretti.
A margine, nonostante abbia compiuto da poco ventidue anni, si è già impossessato del primato all-time di segmenti di salto vinti in Coppa del Mondo detronizzando il connazionale Vik, che stabilì il precedente record nel lontano 2001.
Riiber rappresenta in questo momento il prototipo del combinatista perfetto, pressoché invulnerabile e capace di imporsi in qualsiasi schema tattico.
In questo momento, sta letteralmente asfaltando la concorrenza facendo valere una disarmante superiorità sul trampolino, ma, in caso di necessità, ha dimostrato di poter agevolmente risolvere la partita a suo vantaggio sfruttando le doti di finisseur.
Ora come ora, può essere fermato solo dagli infortuni, che, di tanto in tanto, possono anche essere dietro l’angolo per chi salta lungo come lui. In tal senso, sarà fondamentale la strategia dello staff tecnico norvegese, che, alla luce della situazione attuale, potrebbe iniziare ad abbassare sistematicamente la stanga di partenza, peraltro avvantaggiandolo ancora di più”.

Restiamo sulla combinata nordica. A Kuusamo la Norvegia non solo ha ottenuto tre vittorie in tre gare, ma ha anche raccolto otto podi su nove e dodici piazzamenti su quindici nelle prime cinque posizioni. Una superiorità devastante. Questa disciplina è destinata a essere ridotta a una sorta di campionato norvegese allargato?
“Se una nazione domina come ha fatto la Norvegia nel weekend, diventa necessario porsi una lunga serie di quesiti. Chiaramente, il più importante quanto scontato riguarda le contromisure da attuare per porre fine all’attuale strapotere.
Per la verità, la risposta appare piuttosto banale in quanto alzare l’asticella nel salto resta la condicio sine qua non per tutta la concorrenza.
Tuttavia, da quanto emerso interrogando i vari direttori agonistici, tutte le nazioni più quotate si sono presentate in Finlandia dopo avere effettuato un meticoloso lavoro di preparazione quasi esclusivamente focalizzato sul salto. Per questo motivo, i risultati hanno rappresentato per tanti un’autentica doccia fredda.
Ogni elemento va però collocato nel giusto contesto.
Il trampolino di Kuusamo avvantaggia storicamente i grandi specialisti del salto rendendo la differenza con gli avversari più marcata rispetto a tutti gli altri contesti di gara. In secondo luogo, i norvegesi hanno evidenziato uno stato di forma nettamente superiore. Il fatto di avere a disposizione più trampolini innevati da fine ottobre si è per forza di cose rivelato un enorme vantaggio al punto che, analizzando l’andamento di tutti i salti effettuati, allenamento compreso, è emerso come gli scandinavi siano avanti di un mese rispetto alla concorrenza.
Tradotto, è prevedibile che anche a Lillehammer possa andare in scena un campionato nazionale norvegese, ma a partire dalle gare di Ramsau, in programma nella terza decade di dicembre, ci potrebbe essere un maggiore livellamento, fermo restando che Riiber rimane attualmente un atleta di caratura superiore”.

Combinata nordica a parte, Kuusamo si è tramutato in un autentico festival norvegese in tutte le discipline nordiche. Per esempio nello sci di fondo la situazione non è stata molto dissimile.
“I motivi di questo dominio sono noti da tempo. Nessun altro Paese riesce a generare una qualità sulla quantità comparabile, né ci va vicino. Inoltre, i materiali sono storicamente di primo piano, senza dimenticare che quando si parla di logistica e organizzazione i norvegesi, almeno nelle discipline nordiche, non sono secondi a nessuno.
A tutto questo va aggiunto il vantaggio di cui hanno potuto usufruire in questa stagione potendo allenarsi già da metà ottobre su qualsiasi condizione di neve.
Partendo da queste premesse, le undici vittorie su dodici gare ottenute a Kuusamo non devono stupire più di tanto, malgrado rimangano un accadimento fuori dagli schemi tradizionali.
Nel fine settimana, il resto del mondo è rimasto aggrappato a due atleti.
Il primo è il finlandese Iivo Niskanen, che ha avuto il merito di interrompere l’egemonia scandinava nel fondo battendo Klaebo e soci nella 15 km. in alternato.
La seconda è Dorothea Wierer, che, precedendo Marte Roeiseland nella sprint di Ostersund, ha rovinato la festa alla Norvegia, proiettata verso un’incredibile impresa in quanto fino a quel momento si era imposta nel primo evento individuale di Coppa del Mondo di tutte le discipline nordiche (salto maschile, combinata nordica, entrambi i settori dello sci di fondo e biathlon maschile).
Parlando di Norvegia, sia Klaebo che Johaug, altri due soggetti di caratura superiore, meriterebbero un doveroso approfondimento, ma ho l’impressione che ci sarà tempo e modo di affrontare l’argomento nella prossima settimana”.

La Norvegia ha vinto anche l’unica gara di salto andata in scena a Kuusamo. Però, permettimi di essere franco, quanto visto sabato è stato avvilente. Il vento ballerino non ha aiutato, ma la mattanza di squalifiche che ha stravolto la classifica finale è stata clamorosa e senza precedenti. Quali sono le tue opinioni in merito?
“Di certo non è andato in scena uno spettacolo edificante. Se però contro il meteo avverso ben poco si può fare, tutt’altro discorso è quello di continuare a tollerare i tentativi di eludere o ancora peggio violare il regolamento utilizzando attrezzatura irregolare.
A tal proposito, vorrei rimarcare come in numerosi casi anche le semplici immagini televisive abbiano messo in evidenza la non conformità delle tute senza che ci fosse bisogno del controllo post salto.
Chiaramente, c’è chi l’ha fatta franca e chi no, ma è anche vero che quando una nazione può contare su tanti atleti di buon livello è improbabile che vengano squalificati in blocco, nonostante l’attrezzatura sia al limite o oltre il regolamento per tutti. Proprio per questo motivo, non c’è granchè da stupirsi se alcune superpotenze si prendano sistematicamente enormi rischi.
Tutto questo fa sì che salti tecnicamente non eccelsi garantiscano misure da primi della classe rendendo la gara oltremodo confusa e incomprensibile.
Chiunque potrebbe polemicamente affermare: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, ma è arrivato il momento di spingersi oltre i luoghi comuni affinchè possa essere trovata una soluzione all’annoso problema. Quindi, siccome il “liberi tutti” non può avere diritto di cittadinanza condivido e appoggio su tutta la linea il giro di vite che si è voluto dare in Finlandia con l’augurio che il metro di rigidità possa essere utilizzato anche altrove.
Chi è stato preso con le mani nel sacco ha parlato di un problema legato all’indice di permeabilità delle tute che sarebbe stato non rispettato per puro caso o per difetti strutturali, ma una giustificazione del genere non è ammissibile ed è assolutamente esilarante in quanto tutte le nazioni sono dotate dell’apposita strumentazione per verificare in ogni momento la permeabilità del tessuto.
In sostanza, se il motivo della squalifica è effettivamente da ricondurre alla permeabilità della tuta è difficile pensare che chi si è trovato in torto non abbia agito in malafede.
Dopo di che su quanto avvenuto a Kuusamo abbonda già letteratura di vario genere ed è inutile aggiungere altre considerazioni perché tutto appare tristemente chiaro”.

Torniamo alle rubriche nella rubrica. La terza e ultima novità è quella dell’AZZURRO DELLA SETTIMANA. A chi assegniamo il premio iniziale?
“La scelta è talmente ardua che ne vengo fuori indicando un anno anagrafico. Il riconoscimento va per acclamazione all’anno 1990 che accomuna Dorothea Wierer, Arianna Fontana e Federica Brignone, tre delle grandi protagoniste dell’ultimo fine settimana. Ovviamente, non possiamo dimenticare come il 1990 sia anche l’anno di nascita di Alessandro Pittin e Federico Pellegrino, atleti azzurri più vincenti di sempre nelle rispettive discipline.
Marta Bassino e Dominik Paris meriterebbe ugualmente il riconoscimento in quanto i rispettivi risultati sono stati significativi per diversi motivi”.

Uno dei nomi che hai citato però sta impressionando per longevità e lucidità agonistica. Sto parlando di Arianna Fontana. Qual è il suo segreto?
“In questo momento, la consapevolezza di non dovere dimostrare niente a nessuno dopo una lunga carriera di successi. Si tratta di uno status che in automatico genera serenità e ti consente di affrontare le gare con meno pressione, discorso che vale allo stesso modo anche per Dorothea Wierer.
Poi ciascuna atleta presenta le sue peculiarità.
Fontana, per esempio, è dotata di una mentalità vincente con pochi eguali. Agoniste di tale livello non se ne vedono tante e anche se la ammiri in pista da quindici anni e pensi di conoscere ogni suo segreto ti impressiona ogni volta per quella sagacia tattica che, abbinata a un incredibile proprietà di pattinaggio, le consente di realizzare autentici capolavori in pista. Solo così si può spiegare quanto avvenuto nella finale dei 500 metri in cui è stata capace di portarsi dal quarto al secondo posto con un lampo di genio che in poche avrebbero potuto non solo eseguire, ma semplicemente pensare.
Parlando di short-track, ha colpito in positivo la strategia di attacco con cui le ragazze hanno affrontato la finale della staffetta poi vinta in virtù della squalifica della Corea. Fin dal primo metro, Valcepina e socie hanno cercato di condurre una gara di testa anziché rimanere in attesa in coda al gruppo. Mi piace pensare che in questo caso siano stati premiati coraggio e intraprendenza, ma, comunque la si voglia vedere, l’andamento della gara di Nagoya tanto potrà insegnare al gruppo azzurro”.

A proposito di Dorothea Wierer, quali sono le tue impressioni sul primo weekend agonistico del biathlon?
“Quanto fatto da Wierer è stato davvero rimarchevole, tuttavia prima di esprimere giudizi di qualsiasi tipo, tenderei ad aspettare la prossima settimana. Una gara in sé, per di più disputata in condizioni di vento molto particolari, non può essere presa come punto di riferimento. Meglio attendere gli esiti dell’individuale e delle staffette per farsi un’idea sui reali valori in campo”.

Spostiamoci allora sullo sci alpino. Vorrei una tua opinione franca in merito alle possibilità di Dominik Paris di vincere la Coppa del Mondo assoluta. Sono reali, oppure è utopia?
“In molti stanno scomodando il precedente di Luc Alphand, capace di imporsi nel lontano 1997 raccogliendo punti solamente in supergigante e discesa libera, ma a quei tempi il calendario non era eccessivamente sbilanciato a favore di slalomisti e gigantisti come in questa stagione.
In sostanza, Dominik Paris parte ad handicap, visto e considerato che gli specialisti delle specialità tecniche hanno a disposizione ventuno gare contro le sedici dei cultori della velocità.
L’azzurro può però contare su una continuità di rendimento che ha del clamoroso. In supergigante sale interrottamente sul podio da sei gare, mondiali compresi, mentre, se si guarda solamente alla Coppa del Mondo, vanta una striscia aperta di otto piazzamenti nelle prime tre posizioni tra supergigante e discesa libera.
Certo che se dovesse mantenere l’attuale media di ottanta punti per gara, magari ottenendo risultati di peso anche nella combinata alpina, ci potrebbe essere un po’ di spazio per sognare.
Al momento, dopo che si sono disputate quattro gare equamente divise tra velocità e specialità tecniche, il trentenne altoatesino è secondo nella classifica generale staccato di una sola lunghezza da Matthias Mayer, altro specialista di discesa e supergigante che si è avvantaggiato districandosi bene nel gigante di Soelden.
A conti fatti, occorre un’autentica impresa nonostante nessuno appaia in questo momento più dominante di Paris nel “comparto” di sua pertinenza”.

Lo sci alpino azzurro ha inoltre festeggiato la prima vittoria della carriera di Marta Bassino, la quale sinora sembrava un talento inespresso. È nata una stella?
“Il successo di Kllington potrebbe rivelarsi un punto di svolta per Marta Bassino, che ha avuto il merito di riuscire finalmente a esprimersi su livelli di eccellenza in entrambe le manche.
L’acuto vincente, atteso da tempo, è arrivato su un pendio oltremodo gradito alle atlete azzurre, come testimoniato dai cinque podi complessivi ottenuti in quattro anni, due dei quali griffati Brignone.
In gigante la concorrenza è oggettivamente numerosa, ma, nonostante la costanza di rendimento di Shiffrin, c’è spazio per provarci. Non è, infatti, un caso se in questo momento il gigante sia la specialità che esprime le quattro atlete più giovani in attività con almeno un successo in Coppa del Mondo. Se però prima di ottobre il primato apparteneva alle sole Shiffrin e Vhlova, tra Soelden e Killington si è decisamente abbassata l’età media delle vincitrici grazie ai successi prima di Alice Robinson, trionfatrice sul Rettenbach, e a seguire di Marta Bassino.
A margine, non possono passare inosservati i numeri di Shiffrin che, a partire dallo slalom di Semmering di fine 2018, ha infilato nelle discipline tecniche di qualsiasi tipologia un’incredibile striscia di 18 podi con 12 vittorie, Mondiali compresi.
Il tutto fa ancora più paura se si pensa che la percentuale di vittorie sui podi conquistati in questa lunga striscia resta inferiore a quella dell’intera carriera”.

Trasliamo sullo slittino, dove si nota una novità nei rapporti di forza. La Germania non è più dominante come d’abitudine. Anzi, nel singolo maschile i tedeschi sono in enorme difficoltà. Questa situazione potrebbe permettere all’azzurro Dominik Fischnaller di lottare per la Sfera di cristallo?
“Il fatto che la squadra tedesca abbia vinto meno della metà delle gare disputate rappresenta una notizia.
In particolare, il settore maschile sta attraversando un periodo di crisi profonda per certi versi anche inatteso perché alla vigilia ci si aspettava che Felix Loch potesse essere fin da subito tra i principali protagonisti. Per trovare gli uomini tedeschi senza podi dopo le prime tre gare è necessario tornare alla lontanissima stagione 1980-1981 in cui gli azzurri Hildgartner, Brunner, Haspinger e Raffl monopolizzarono le prime tre posizioni nei primi quattro appuntamenti in calendario. In questo momento però la situazione è ben peggiore visto che il migliore risultato ottenuto dagli slittinisti tedeschi è un malinconico sesto posto.
Riguardo Dominik Fischnaller, l’incipit è stato più che incoraggiante. L’azzurro si sta proponendo come uno dei principali pretendenti al successo nella classifica generale, malgrado nel primo scorcio di stagione sia sempre stato preceduto dall’emergente austriaco Jonas Mueller. Il distacco in classifica, complice il sistema di punteggio che premia la costanza di rendimento, è attualmente ancora contenuto, ma a Whistler Mountain, dove si gareggerà tra un paio di settimane, sarà fondamentale precedere sia l’attuale leader della generale che il russo Roman Repilov. La partita è aperta perché rispetto al passato Fischnaller oltre a limitare gli errori, è apparsi quasi in linea con i principali avversari nella delicata e non sempre favorevole fase di spinta”.

Chiudiamo con il pattinaggio di figura. Nel weekend a Torino andranno in scena le finali del Grand Prix. Ti chiedo una presentazione generale dell’evento.
“A Torino saranno presenti tutti i detentori del titolo iridato, fatto che non avveniva da qualche anno.
I fari saranno puntati su Yuzuru Hanyu che, sabato 7 dicembre giorno del suo venticinquesimo compleanno, proverà a scrivere un’altra pagina indelebile di storia diventando il primo pattinatore in singolo a conquistare cinque successi nella finale del Grand Prix. Il traguardo, a oggi, è stata infatti raggiunto dai soli Davis/White, vincitori cinque volte nella danza, e Shen/Zhao, arrivati a quota sei nelle coppie di artistico
Oltre alla sfida tra il fuoriclasse giapponese e lo statunitense Nathan Chen, trionfatore nelle ultime due edizioni in contumacia di Hanyu, il piatto forte dell’evento sarà la gara femminile in cui andrà in scena l’interessante sfida tra la giapponese Rika Kihira e le tre allieve di Eteri Tutberidze che hanno dominato la fase di qualificazione arrivando imbattute in finale. I favori del pronostico vanno alle russe Trusova e Kostornaia, che in tutte le gare disputate nel primo scorcio della stagione non sono mai scese sotto i 234 punti, soglia tabù per le altre qualificate. Non va, inoltre, dimenticato che, seppure nelle vesti di outsider, sarà della partita anche la campionessa mondiale e olimpica Alina Zagitova, annunciata in crescita.
Nella danza non si vede chi possa impensierire i francesi Papadakis/Cizeron, mentre tra le coppie di artistico la scelta ricade sui cinesi Sui/Han, che non potranno però permettersi grossi passaggi a vuoto in quanto i giovani russi Boikova/Kozlovskii hanno dimostrato di potersi esprimere su un livello quasi comparabile.
Anche in categoria juniores, le gare in singolo si annunciano le più interessanti.
I colori azzurri saranno difesi da Daniel Grassl, unico pattinatore italiano qualificatosi per l’atto finale nonché primo nella storia per quanto concerne il settore maschile. Per il diciassettenne altoatesino il podio rappresenta l’obiettivo minimo anche perché sulla carta, a parte il giapponese Kagiyama, la concorrenza resta alla portata.
Nel settore femminile, c’è grande attesa per il primo confronto diretto tra la russa Kamila Valieva, dominatrice della fase di qualificazione, e la statunitense, Alysa Liu, prima atleta nella storia a completare un triplo axel e un salto quadruplo in ambito internazionale. L’unica con le carte in regola per provare a inserirsi nella sfida appare la russa Kseniia Sinitsyna, che potrebbe far valere una maggiore maturità artistica rispetto alle dirette avversarie.
La speranza è che l’andamento delle competizioni non venga in alcun modo condizionato da fattori esterni. In sostanza, ci ai augura che la vittoria possa effettivamente andare a chi si esprimerà al meglio in pista e che durante e dopo le gare non ci sia spazio per disquisire riguardo l’operato di pannello tecnico e giudici”.

PUNTATE PRECEDENTI
Ambesi Winter Corner 1: “Da Yuzuru Hanyu ad Alena Kostornaia, tanti buoni motivi per seguire il Grand Prix”
Ambesi Winter Corner 2: “Skate Canada crocevia per Hanyu e Rizzo. Shiffrin batterà presto Vonn”
Ambesi Winter Corner 3: “Bentornati sul pianeta Hanyu! Yuzuru ristabilisce le gerarchie”
Ambesi Winter Corner 4: “Hanyu domina anche se non c’è. Valcepina vince e convince sul campo”
Ambesi Winter Corner 5: “Arianna Fontana, Martina Valcepina e Matteo Rizzo tre eccellenze italiane”
Ambesi Winter Corner 6: “Luci e ombre per Evgenia Medvedeva, Alexandra Trusova e Shoma Uno”
Ambesi Winter Corner 7: “I fuoriclasse non tradiscono: Hanyu, Shiffrin e Sablikova lasciano il segno”



paone_francesco[at]yahoo.it

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Foto: Massimiliano Ambesi

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version