Atletica

Atletica, il 2020 dell’Italia e una risalita che deve proseguire. Ma alle Olimpiadi anche una sola medaglia sarà un successo

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L’Italia sta cercando di uscire dal tunnel di una crisi ormai decennale, la luce in fondo al labirinto fatica ancora a intravedersi e risalire la china si sta rivelando decisamente più complicato del previsto ma la nostra atletica leggera ci sta provando passo dopo passo, come una piccola formichina che cerca di raccogliere ogni singola briciola e di fare strada. La nostra Nazione è chiaramente lontana dai fasti di un tempo, i Paesi più all’avanguardia sono estremamente lontani, l’azzurro è spesso soltanto una timida comparsa nelle competizioni internazionali come testimoniano i risultati abbastanza deludenti delle ultime delusioni: zero medaglie alle Olimpiadi di Rio 2016 e ai Mondiali 2017, un solo alloro nella rassegna iridata del 2019 ma in specialità non inserita nel programma a cinque cerchi.

Qualcosa si è mosso comunque a livello di risultati come testimoniano il buon rendimento in Coppa Europa, alcune prestazioni di rilievo (su tutti la finale mondiale di Filippo Tortu sui 100 metri), i giovani sembrano non mancare (la nidiata è guidata da Larissa Iapichino, figlia di Fiona May) ma c’è ancora tanta strada da fare per sperare di essere competitivi e non sarà semplice riuscirci alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Mancano appena sette mesi all’evento più importante del quadriennio ed è innegabile che per l’Italia sarà un successo conquistare anche una sola medaglia, cioè fare meglio di quanto successo nell’ultima edizione: il contesto è sempre più competitivo e riuscire a mettersi in evidenza è diventato molto complicato, soprattutto per un Paese che può contare su pochissimi atleti di punta e che dunque deve sperare che tutto vada per il meglio.

I nomi sono più o meno sempre gli stessi ovvero Gianmarco Tamberi nel salto in alto, Antonella Palmisano nella 20 km di marcia (Eleonora Giorgi tornerà sulla distanza olimpica dopo aver vinto il bronzo iridato nella 50 km, vedremo se sarà competitiva), Massimo Stano sempre nel tacco e punta, magari Yeman Crippa su 5000 e 10000 metri nel caso di gara tattica e ulteriore crescita del nostro portacolori. Poi c’è poco altro: ci attendiamo un nuovo sub 10” da parte di Filippo Tortu che può (e deve) puntare alla finale sui 100 metri (doppia distanza da valutare) ma poi il podio nella gara regina appare oggettivamente una mera utopia. Davide Re può essere protagonista sui 400 metri, l’atto conclusivo è alla portata se correrà come quest’anno ma il metallo è tutt’altro che semplice da agguantare. Si può provare a sorprendere nella Maratona magari con Daniele Meucci, Sara Dossena, Valeria Straneo ma è diventato sempre più complicato.

Attenzione invece alle staffette, si può cercare di stupire con le 4×400. Sarà un 2020 di passione e complicato, l’Italia dell’atletica leggera deve continuare a rilanciarsi, si andrà alle Olimpiadi sperando di raccogliere il più possibile e poi ci si concentrerà sugli Europei di fine agosto a Parigi: la rassegna continentale “di consolazione” può rappresentare un buon palcoscenico per una Nazione ancora malata e che cerca di guarire.

 

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stefano.villa@oasport.it

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Foto: FIDAL/Colombo

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