Atletica
Atletica: Martina Caironi deferita dalla Procura nazionale antidoping. Chiesto un anno di sospensione
Arrivano novità importanti relativamente al caso di positività ad un controllo antidoping di Martina Caironi, pluricampionessa paralimpica dell’atletica leggera. Il Tribunale antidoping ha chiesto, infatti, un anno di sospensione per l’azzurra, oro ai Giochi Paralimpici di Londra nei 100 metri e portabandiera nella rassegna a Cinque Cerchi a Rio 2016, senza contare le medaglie vinte nelle competizioni mondiali sempre nei 100 metri e nel salto in lungo (5 ori e 1 argento).
Caironi aveva ammesso di aver usato una pomata per curare un’ulcera al moncone della gamba amputata e di aver effettuato il tutto dopo aver consultato il medico federale. Solitamente, la pena in questi casi è di quattro anni (steroidi anabolizzanti), ma la Procura ha ritenuto che in questo caso non vi fosse l’intenzionalità e che quindi l’atleta abbia assunto queste sostanze solo per necessità terapeutiche. In questo senso, come riportato dall’Ansa, il legale della 30enne nativa di Alzano Lombardo, Giovanni Fontana si è così espresso: “Ci conforta il fatto che la Procura antidoping ha riconosciuto l’uso terapeutico del medicinale e non a fini di doping. Questo è già un grande passo in avanti nel dimostrare la correttezza dell’atleta Martina Caironi. Possiamo quindi dire che non si tratta di un caso di doping ma di un errore formale. Ora abbiamo questa richiesta di un anno di sospensione che però ritengo comunque enorme rispetto ad un atleta che ha avuto solo la necessità di curarsi e si è fidata delle indicazioni datele da chi era preposto a questo compito. Indicazioni che poi combaciavano con quanto è scritto nel foglietto illustrativo del Trofodermin ovvero che l’utilizzo terapeutico del medicinale non è doping”.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse