Biathlon

‘Bersaglio Mobile’ con René Laurent Vuillermoz: “Wierer è la favorita per vincere la Coppa del Mondo, per Vittozzi è stata solo una giornata no”

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La Coppa del Mondo di biathlon 2019-’20 è cominciata da Östersund.

Con essa, prende il via anche la rubrica “Bersaglio Mobile” tenuta in collaborazione con l’ex biathleta azzurro René Laurent Vuillermoz, il quale, come sempre, dirà le sue opinioni senza peli sulla lingua.

René, iniziamo dalle donne. Per Wierer una partenza con il botto. Cosa ci dici sulla sua vittoria?
“Posso solo dire ‘Porca miseria!’. Dorothea si è resa protagonista di una gara spettacolare. È andata fortissimo sugli sci e ha fatto la Wierer al poligono. Vedendola così, mi viene da pensare che possa succedere a sé stessa. Ora come ora, è la favorita per vincere la Coppa del Mondo”.

Però, questa è una considerazione forte. Soprattutto da parte tua, che hai sempre indicato Vittozzi come la più accreditata per la conquista della Sfera di cristallo. Nel suo caso, invece, abbiamo assistito a una partenza falsa. Quali sono i tuoi pensieri sulla sua debacle?
“Io credo sia stata la più classica delle ‘giornate no’, perché non è da lei arrivare con 15” di ritardo al tiro a terra e affrontare un poligono come si è visto domenica. Non è stato un problema di azzeramento, bensì di esecuzione. È mancata la coordinazione tra il respiro e il blocco/scatto. Stranissimo, perché è venuta meno una delle grandi qualità di Lisa, ovvero la sua facilità nel centrare il bersaglio. Dopo la sprint di Sjusjøen appariva nettamente come l’ateta più forte del lotto, mentre ieri è stata irriconoscibile. È troppo presto per emettere qualsiasi tipo di giudizio, secondo me ha ancora bisogno di carburare, quindi più gare disputa, meglio è”.

In generale, che impressioni ti ha dato il primo weekend di Coppa del Mondo? Sorprese, delusioni, nomi da tenere d’occhio?
“Rimaniamo sempre sugli stessi personaggi. Herrmann e Røiseland-Olsbu hanno risposto ‘presente’. Io continuo a ripetere di tenere d’occhio Davidova, in quanto è una che potrà dare molto fastidio. Magari non quest’anno, perché dubito abbia ancora regolarità al tiro, ma in ottica futura può diventare una difficile da battere. Aggiungo che in Svezia si guarda tanto a Öberg, ma attenzione a non sottovalutare Persson. Non credo sia un fuoco di paglia, può fare bene per tutto l’anno. Invece sono mancate le francesi, le quali dovranno reagire rapidamente. Comunque, personalmente ho avuto l’impressione che la gara femminile sia stata un po’ particolare. È difficile parlare senza punti di riferimento, quindi aspettiamo l’individuale di giovedì, da cui potremo avere indicazioni più precise”

Torniamo all’Italia. Prova double face per le stelle della squadra, ma lo stesso discorso vale anche guardando a Sanfilippo e Gontier.
“Federica ha fatto una bella gara, poi lei a Östersund ha degli ottimi ricordi, visto che il podio lo ha ottenuto proprio qui. Stranamente le è mancato l’ultimo giro, dove invece è abituata a fare la differenza. Inoltre l’ho vista un po’ lenta nei movimenti e imballata. Quindi, unendo i puntini, penso ci sia margine per crescere di condizione. Nonostante non sia al top, ha già avvicinato le prime quindici. Nel suo caso, va benissimo così. Invece Nicole ha pagato i tanti errori. Se sbagli quattro volte, c’è poco da fare. Per di più lei, a differenza delle altre tre, doveva ancora rompere il ghiaccio, poiché non aveva disputato alcuna staffetta. Nel suo caso bisognerà avere un po’ di pazienza, perché adesso arriva un’individuale, che non è la sua gara, dopodiché ci sarà Hochfilzen, dove non ha mai fatto bene. Arriverà anche lei, non ha senso buttarle la croce addosso”.

Anche perché, permettimi di essere franco, in Ibu Cup le seconde linee non hanno rubato l’occhio. I piazzamenti saranno anche stati discreti, ma non mi è sembrato di vedere niente di che.
“Dietro bisogna crescere. Alexia deve carburare, lo si è capito nella sprint dove ha pagato nel primo giro per poi salire di colpi. Quindi più gareggia, meglio è. Michela ha fatto bene nella sprint, ma poi ha effettuato un passo indietro nell’inseguimento. Si è difesa sugli sci, però i tempi di esecuzione al poligono sono ancora troppo elevati. È lì che bisogna lavorare. Irene non è giudicabile, visti i grossi problemi fisici estivi”.

Spostiamoci nel settore maschile. Qual è la tua impressione sul trailer della stagione andato in scena tra sabato e soprattutto domenica?
“Secondo me Johannes non è al top e Martin non sta male”.

Quindi, chi è il favorito per vincere la Coppa del Mondo? Nel podcast di presentazione avevamo indicato Martin. Io resto ancora con lui. Tu che mi dici?
“Sai, a gennaio Johannes ha già detto che sicuramente salterà Oberhof e spera di tornare per Ruhpolding. Però, visto il programma di quest’ultima tappa, io penso possa ripresentarsi solo a Pokljuka. Per quanto riguarda Martin, credo abbia sbagliato l’approccio al tiro in piedi, ma ci può stare. Per lui era fondamentale ritrovare le giuste sensazioni sugli sci, che invece lo scorso anno non ha mai provato. Sono molto curioso di vedere quali risposte verranno date dall’individuale di mercoledì”.

Ho capito, non ti vuoi sbilanciare. Allora ti chiedo un’impressione generale sulla prima gara.
“I norvegesi sono ipercompetitivi, ma nella prima tappa di Coppa del Mondo è la normalità. Succedeva sempre anche ai miei tempi. Dal canto loro i francesi hanno dimostrato di stare abbastanza bene, è mancato l’acuto, ma ne hanno piazzati sei nei primi ventuno! A parte Kühn, che però anche l’anno scorso era partito a bomba, sono mancati i tedeschi. Però sono convinto che strada facendo il livello diventerà più omogeneo, almeno dietro a Johannes e Martin”.

Passiamo alle vicende di casa Italia. Sbaglio se dico che con questo Bormolini abbiamo trovato un terzo atleta di alto livello?
“No, non sbagli. Thomas è andato benissimo e ha confermato quanto di buono messo in mostra a Sjusjøen. Ha fatto un bel passo avanti sugli sci, perché nell’ultimo giro ha tenuto alla grande. Quindi sì, finalmente troviamo Bormolini ad alti livelli e fa piacere sia per lui che per il sistema”.

Invece cosa possiamo dire dei due tenori azzurri? Partiamo da Hofer.
“Secondo me il bilancio per Lukas è positivo. Con un errore è comunque lì, vicino alle posizioni di vertice. Non si può pretendere che vada come Bø o Fourcade. Si sono visti progressi rispetto a Sjusjøen e soprattutto mi è piaciuta l’esecuzione di tiro in staffetta, perché ha rilasciato rapidamente il primo colpo, cosa che invece gli mancava l’anno scorso. Questa è la nota più positiva del suo weekend”.

Pensieri su Windisch, invece?
“Ormai lo conosciamo bene, è un diesel che fa sempre fatica a mettersi in moto. È un po’ indietro sugli sci e si vede, ma crescerà strada facendo. Già a Hochfilzen mi aspetto passi avanti. Per il momento non si può giudicare e non ha senso essere troppo duri nei suoi confronti”.

Guardando alle seconde linee azzurre, il weekend appare invece poco incoraggiante. Mi riferisco sia alla Coppa del Mondo che all’Ibu Cup.
“Montello fino al poligono in piedi non ha fatto una brutta gara, però lì ha mancato tre bersagli e nell’ultimo giro ha sofferto come sempre. Gli manca sempre qualcosina, che purtroppo non riesce a tirare fuori. Comunque vediamolo nell’individuale, dove sparando bene si può provare a fare un bel risultato. Cappellari è alle prime esperienze, bisogna dargli un po’ di tempo. Certo che beccare quasi 4 minuti sugli sci è controproducente, perché fa malissimo. Ecco, se devo essere sincero, secondo me si è sbagliato a portarlo direttamente in Coppa del Mondo. La mia opinione è che si potesse fare qualche confronto in più tra gli atleti della squadra B e i senior fuori squadra. Quest’anno c’era l’opportunità di organizzare qualcosa del genere e, secondo me, andava fatto. Non siamo nella posizione di avere 4/5 atleti fortissimi in Coppa del Mondo, quindi effettuare di test interni potrebbe servire per generare competitività e aumentare il livello delle seconde linee”.

paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: LaPresse

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