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Biathlon
Biathlon, Coppa del Mondo Oestersund 2019: Wierer e Fourcade vincono e convincono, avversari già avvisati
La prima tappa della Coppa del Mondo 2019-2020 di biathlon è passata agli archivi con le due staffette del weekend ed è il momento di tirare dei primi bilanci su quanto è accaduto a Oestersund (Svezia).
Settore maschile:
Partiamo dagli azzurri. La chiave per avere un movimento competitivo sembra restare sempre la stessa: le percentuali. L’impressione è che se si riuscisse a sistemare questo atavico problema le soddisfazioni potrebbero cominciare ad arrivare molto più spesso anche dai nostri ragazzi. Thomas Bormolini ha trovato il miglior risultato della carriera nella Sprint grazie allo zero e sabato la staffetta italiana ha trovato un insperato e significativo podio proprio nel momento in cui sono riusciti a terminare le quattro frazioni con sole 8 ricariche, nessuno meglio di loro. C’era apprensione per la condizione di Lukas Hofer, a causa di qualche problema alla schiena sul finire della preparazione, ma l’altoatesino è stato devastante sugli sci nell’Individuale e solamente il 75% al poligono gli ha impedito di lottare per le posizioni che contavano. Inoltre, va rimarcata la frazione del ventiduenne Daniele Cappellari in staffetta perché, dopo due competizioni “individuali” di enorme fatica, nel momento più importante il friulano si è fatto trovare più che presente e ha aiutato i compagni più che degnamente, meritandosi il primo podio in Coppa del Mondo.
L’atleta copertina del fine settimana però non può che essere lui. Monsieur Le Biathlon. Martin Fourcade. Tantissimi dubbi attorniavano il transalpino prima dell’opening stagionale, la preparazione era stata svolta in maniera ottimale ma dopo quanto accaduto il passato inverno in molti avevano preferito restare cauti e lasciare alla pista i primi responsi sull’attuale stato di forma del sette volte vincitore della Sfera di Cristallo. Risposte che sono arrivate in maniera inequivocabile già nella prima parte del weekend sdoppiato, ma che hanno poi trovato il picco nella 20 km di mercoledì. Quattordici sono le vittorie individuali di Martin a Oestersund e altrettanti sono anche i suoi successi in carriera nel format dell’Individuale.
Johannes Boe aveva iniziato il suo cammino in maniera quasi perfetta, trovando il successo nella Sprint, tuttavia si era potuto notare già in quell’occasione come lo strapotere sugli sci che il norvegese aveva dimostrato tutta la scorsa stagione sia, per il momento, solo un vago ricordo. La 20 km è stata un vero calvario per tutti i norge, incappati in un insolito lavoro imperfetto dei propri skimen, e rappresenta quindi un evento di difficile lettura, tuttavia è parso innegabile che la crescita esponenziale dei rivali transalpini, già evidenziatasi la stagione scorsa, possa mettere a durissima prova il ruolo della Norvegia come Nazione leader del settore maschile. In particolare sembra arrivato il momento dell’esplosione definitiva di Emilien Jacquelin, ventiquattrenne nativo di Grenoble che pare pronto ad arricchire il già profondissimo organico francese d’élite. D’altra parte, però, i norvegesi possono rispondere con la classe del ventiduenne Johannes Dale, autore di una Sprint e di una frazione in staffetta di assoluto spessore, quindi da questo punto di vista tra le due superpotenze la sfida potrebbe essere considerata un 1 a 1 e palla al centro.
Segnali molto positivi arrivano da Tarjei Boe, che sembra in grado di riportarsi finalmente su quei livelli che nel 2011 gli hanno permesso di vincere la classifica generale di Coppa del Mondo, tanto da chiudere la tappa addirittura secondo per un punto, davanti al fratellino. Risponde presente anche la Russia, non con il solo Alexander Loginov (sempre puntuale e in Top 10 in entrambe le prove) ma soprattutto con il ventiseienne Matvey Eliseev che sembra finalmente aver trovato uno stato di forma da primo della classe. Balbettano invece, e non poco, i tedeschi. Il leader indiscusso Arnd Peiffer è stato costretto al ritiro nell’Individuale per via di una brutta caduta e non è potuto partire nella Sprint a causa di un virus intestinale. Il risultato è che, di fatto, se ne sono già andati per lui entrambi gli scarti e la lotta per una posizione di vertice in classifica non parte certo con il piede giusto.
Settore femminile:
Che cos’altro si può dire su Dorothea Wierer? La ventinovenne di Rasun-Anterselva ha saputo sorprendere tutti confermandosi fin da subito ai vertici del settore conquistando la Sprint d’apertura il giorno dopo aver trascinato la staffetta mista al primo posto con una frazione devastante. Un successo che ha immediatamente zittito ogni dubbio o perplessità che si potevano nutrire nei suoi confronti, di un’atleta sazia e senza le motivazioni che la hanno trascinata verso la Sfera di Cristallo lo scorso inverno. Beh, Doro vuole restare d’oro e di cedere la corona proprio non ne vuole sapere. La condizione sugli sci è apparsa davvero eccellente in tutte le prove (singole o a squadre) disputate e l’altoatesina si avvia verso Hochfilzen più che meritatamente col pettorale giallo cucito addosso.
Chi è mancata abbastanza clamorosamente a Oestersund è stata invece l’altra grande attesa azzurra. Inutile negare che per Lisa Vittozzi questo primo round sia stato una vera debacle, almeno dal punto di vista delle gare individuali, perché nelle due staffette le cose sono andate più che egregiamente per lei. I segnali non sono stati dei migliori, né al tiro (Sprint) né nella 15 km, dove ha accusato un bel gap nei confronti della connazionale, impensabile per quanto si era visto in pre-season. C’è da dire che Wierer è abituata a partire forte e l’anno scorso si è costruita la vittoria finale proprio nel mese di dicembre, mentre la sappadina aveva compiuto il passo decisivo solamente da gennaio in avanti, un copione che quindi non è escluso possa ripetersi in questo nuovo inverno.
Per quanto riguarda le altre due azzurre, Federica Sanfilippo si è presentata al meglio nella Sprint ottenendo un prestigioso sedicesimo posto nella stessa località e nello stesso format che ormai quattro anni fa le aveva regalato l’unico podio individuale della carriera. Purtroppo per la ventinovenne di Ridanna, però, sembrano ancora essere presenti più che mai le solite problematiche di incostanza al tiro, in quanto nelle staffette le percentuali sono state molto deficitarie e il movimento italiano ha assoluto bisogno di una Sanfilippo diversa in vista delle prove a squadre nell’appuntamento clou dei Mondiali in casa. Discorso simile per Nicole Gontier, certamente insufficiente. La valdostana non può chiudere il capitolo Svezia soddisfatta e sarà chiamata a dimostrare dei progressi fin dalla prossima settimana.
Spostandoci fuori dai nostri confini tante sono state le belle sorprese di questa prima tappa di Coppa del Mondo. La norvegese Marte Olsbu Roeiseland, un po’ come quanto accaduto a Wierer, ha saputo dimostrare a tutti di essere assolutamente in grado di giocare un ruolo da prima punta nella caccia alla Sfera di Cristallo. La ventinovenne di Lillehammer è apparsa fisicamente più asciutta e ancora più devastante nella parte sciata di quanto già la si ricordasse nel passato inverno. Ad eccezione della 15 km, dove in carriera non è mai riuscita a trovare la serenità necessaria al poligono per trovare l’exploit, Roeiseland è apparsa davvero in condizione e la ciliegina sulla torta è arrivata, un po’ sotto ai radar, nella staffetta femminile quando ha trovato una serie rapida e perfetta a terra che ha strabiliato i più attenti, conoscendo le caratteristiche dell’atleta. Se la norvegese saprà mantenere un buon ritmo nel prone shooting la favorita d’obbligo per la Coppa generale non può che essere lei. Avversarie avvisate.
Continua la parabola d’ascesa della giovane ceca Marketa Davidova, riuscita a trovare ottime percentuali che, grazie alla sua classe sugli sci stretti, le hanno permesso di trovare il quinto podio della carriera nella Sprint e il secondo posto momentaneo nella classifica generale. Forse per pensare alla Sfera di cristallo pare ancora leggermente presto, ma solamente con il passare delle competizioni ci si potrà fare un quadro più completo dell’interessante situazione. Oestersund ha segnato anche la rinascita della francese Justine Braisaz (capace di far saltare letteralmente il banco nell’Individuale, secondo successo in carriera) e della tedesca Franziska Preuss, che ha proposto una delle più brillanti versioni di sé stessa nel complesso, tra percentuali molto puntuali e una condizione che pare essere finalmente all’altezza. Ottimi segnali questi, per la Germania, che ha invece dovuto fare i conti con i soliti up & down dell’ex fondista Denise Herrmann. Alla fine per la trentenne sassone sono arrivati due buoni piazzamenti in top 20 ma l’impressione è che ci voglia ben altro per puntare al colpo grosso, soprattutto sugli sci, dove non è stata affatto dominante come ci si aspettava.
Impossibile non nominare poi la svizzera Lena Haecki che ha letteralmente gettato al vento il primo successo (e podio) in Coppa del mondo all’ultimo poligono della 15 km, ma che ha chiuso senza ombra di dubbio la miglior tappa della carriera con due Top 10 e la sesta posizione nella generale. Un ultimo accenno lo meritano un paio di svedesi, per la precisione pure sorelle. Da Hanna Oeberg ci si aspettava certamente di più, inutile negarlo. Assieme a Vittozzi è certamente la grande delusa di questo primo round, nonostante a differenza dell’azzurra non sia incappata in una vera giornata no. Le percentuali, solitamente molto puntuali, sono mancate in particolare in piedi e anche la staffetta finale non è riuscita a fugare affatto i dubbi con i quali la ventiquattrenne dovrà convivere per lo meno fino a Hochfilzen. Ma, come anticipato, di Oeberg da questo momento ce ne sono ufficialmente due. La sorellina Elvira, classe 1999, ha stupito davvero tutti. Dapprima con una Sprint superlativa che la ha portata, all’esordio in Coppa del mondo, a ridosso della Top 10 nonostante un errore e poi a disputare una frazione senza senso nella staffetta femminile di chiusura, contribuendo significativamente al podio delle compagne.
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Foto: LaPresse
michele.brugnara@oasport.it
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