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Ciclismo, la NextGen dell’Italia: Alberto Dainese. Il fulmine azzurro della Sunweb che si ispira a Mark Cavendish

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Quando Alberto Dainese si lancia in una volata sembra di veder partire una palla di cannone. O meglio, la palla di cannone, Cannonball, Mark Cavendish. Alberto, infatti, sia per quanto concerne la fisionomia, sia per il modo di sprintare, è l’atleta più simile al fuoriclasse dell’Isola di Man che si sia mai visto. Non a caso, nella sua ex squadra, la SEG Racing Academy, una continental neerlandese, lo avevano soprannominato il Cavendish Italiano.

Ovviamente, al momento, è ancora meglio andarci piano coi paragoni, data la giovanissima età di Alberto, il quale ha appena 21 anni. Lo sprinter azzurro, che nel 2020 vedremo in gruppo con la maglia della Sunweb, però, ha già fatto capire di che pasta è fatto nelle categorie giovanili. Dainese, infatti, arriva ai professionisti dopo aver vinto 16 gare negli ultimi due anni, incluso il Campionato Europeo di Alkmaar riservato agli under 23.

Il veneto è sempre stato un corridore vincente, ma fu nel 2018 che divenne un nome presente nel taccuino di ogni talent scout che si rispetti. In quella stagione, infatti, quando militava nella Zalf, Alberto si mise in luce per essere non solo uno dei corridori più rapidi della categoria, ma anche poiché univa, come nessun altro, spunto veloce e resistenza in salita. La prima vittoria internazionale arrivò laddove nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ovvero nel Trofeo Città di San Vendemiano, gara famosa per concludersi su un circuito in cui è presente il muro di Cà del Poggio (1 km al 12,7% con punte del 19%). Per la verità qualche volta era già capitato che vincesse uno sprinter, vedi Modolo nel 2007 o Consonni nel 2016, ma gran parte dei nomi nell’albo d’oro non hanno davvero nulla a che spartire con Dainese. Citiamo, ad esempio, Ivan Basso, Marzio Bruseghin, Simon Clarke, Gianni Moscon ed il trionfatore del 2019 Andrea Bagioli.

Dainese a San Vendemiano vinse regolando altri 45 corridori allo sprint. Va detto che mai erano arrivati in così tanti davanti nella gara veneta, anche se Alberto era l’unico velocista in quel gruppo, e che quella situazione fu frutto del fatto che Robert Stannard e Samuele Battistella, dopo aver staccato tutti sul muro di Cà del Poggio, non trovarono l’accordo e permisero agli inseguitori di rientrare. Ad ogni modo, l’allora corridore della Zalf dimostrò di essere qualcosa più di un normale sprinter anche in altre occasioni. Ad esempio, nella tappa di Valdobbiadene al Giro d’Italia under 23, dove fu, nuovamente, il solo tra gli uomini veloci a rimanere coi migliori e non ebbe problemi ad imporsi su un arrivo che tirava all’insù. Oppure nella prima frazione del Giro del Friuli, nella quale trionfò andando in fuga con altri 13 corridori.

A fine stagione fece anche qualche corsa da stagista con la SEG Racing Academy, squadra che, in precedenza, aveva sgrezzato un altro giovane sprinter di assoluto talento quale Fabio Jakobsen. I neerlandesi avevano puntato gli occhi su di lui da un po’ e decisero di metterlo alla prova portandolo a correre in Belgio coi professionisti. Qui Alberto ottenne anche un 6° posto alla Gooikse Pijl, gara di quasi 200 km in cui vinse la volata dei battuti davanti ad un certo Dylan Groenewegen. Niente male come biglietto da visita, tanto che la SEG, ovviamente, lo mise sotto contratto per il 2019.

Con la compagine neerlandese Alberto ha deciso di lavorare ulteriormente sul suo sprint, a costo di sacrificare un po’ della sua tenuta in salita. Al momento ha ancora dei difetti, in particolar modo fatica a muoversi nel caos delle volate, gli manca un po’ di malizia e di tanto in tanto gli capita di rimanere imbottigliato e di non riuscire a sprintare. Quando, però, si trova nelle condizioni di sfogare tutta la sua potenza, per gli avversari c’è poco da fare. Ne sanno qualcosa in Francia, dove il veneto, ad inizio 2019, ha vinto una tappa al Tour de Normandie, tre al Tour de Bretagne e l’Entre Brenne. In queste occasioni, sovente, gli altri uomini veloci non riuscivano nemmeno a tenergli la ruota. Inoltre, ha dimostrato di essere letteralmente incontenibile negli arrivi che tirano all’insù.

Nemmeno Nikias Larsen, 2° classificato agli Europei, è riuscito a rimanergli in scia in quel di Alkmaar, ed ha perso praticamente per distacco. E parliamo di un corridore che, due settimane dopo, vinceva il Giro di Danimarca davanti a fior fior di professionisti, dunque non proprio l’ultimo arrivato. Per chiudere in bellezza la stagione, oltretutto, Alberto ha vinto la sua prima gara tra i pro, al Czech Cycling Tour, e si è piazzato secondo, dietro a Pascal Ackermann, alla Gooikse Pijl.

Questi ennesimi grandi risultati ci dicono che siamo davanti ad un ragazzo che, almeno su traguardi secondari, può iniziare a vincere già nel 2020. Peraltro non poteva scegliere team migliore della Sunweb, per due motivi: il primo è la cura con cui i tedeschi lavorano coi corridori veloci, ed il secondo è la concorrenza interna. Innanzitutto, infatti, il sodalizio in cui sbarcherà Alberto è lo stesso che ha sgrezzato Marcel Kittel, trasformandolo da cronoman a miglior sprinter del globo, Luka Mezgec e di recente Cees Bol, il quale nel suo primo anno da professionista ha fatto dei progressi enormi rispetto ai tempi degli under 23. Senza dimenticare, ovviamente, che pur passando prima dall’HTC, è qui che John Degenkolb si consacrò in via definitiva.

Per quanto concerne la concorrenza, invece, in Sunweb non c’è nessuno che possa realmente stare davanti ad Alberto nelle gerarchie di squadra, se non il sopraccitato Cees Bol, ma chiaramente i due avranno calendari molto differenti, dato che sono quelli che meglio possono figurare in uno sprint a ranghi compatti. Michael Matthews è un corridore di alto profilo, ma ha caratteristiche diverse da quelle dell’azzurro e si focalizzerà soprattutto su corse a cui Dainese non prenderà parte, per cui non si incroceranno quasi mai. Altri ragazzi giovani come Max Kanter e Nils Eekhoff non sono all’altezza del veneto nelle volate di gruppo, come, del resto, ci suggerisce il loro storico.

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luca.saugo@oasport.it

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Foto: DirectVelo

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