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Ciclismo, Silvio Martinello: “È difficile pensare a Ciccone come erede di Nibali. Il favorito per le Olimpiadi? Alaphilippe”

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Cinque ori mondiali, due medaglie d’argento e due di bronzo, ma soprattutto un oro olimpico nella gara individuale a punti ad Atlanta 1996, seguito dal bronzo a Sidney 2000 conquistato nell’americana assieme a Marco Villa. Un medagliere che lo ha consacrato come uno dei più grandi pistard della storia del ciclismo italiano. Stiamo parlando di Silvio Martinello, ex professionista nonché commentatore tecnico della Rai per diversi anni, e attuale voce di Radio Rai. Assieme all’olimpionico padovano abbiamo fatto un riassunto generale della situazione del ciclismo italiano, tra le sue problematiche economiche e non, e il futuro che verrà.

Giro, Olimpiadi e Mondiali: tre grandi obiettivi in una stessa stagione per Vincenzo Nibali. Troppi per un corridore di 35 anni?  

“Potrebbero esserlo in apparenza. Credo che Nibali abbia comunque le carte in regola per poterci provare. Il cambio di squadra gli darà, senza dubbio, nuove motivazioni. E quando la testa funziona, non ci sono limiti, ogni traguardo può essere raggiunto”. 

Bernal, Pogacar, Evenepoel: nomi nuovi che potrebbero segnare un’era per le corse a tappe. Intravede qualche corridore italiano che potrebbe farsi largo e magari competere con questi campioni?  

“Al netto dell’ipotetica ripresa di Fabio Aru, in tal caso avrebbe ancora diverse stagioni per poter dare il meglio. Personalmente non intravedo corridori italiani in grado di competere; a meno che Giulio Ciccone non cresca ulteriormente e arrivi a livelli che ora, francamente, mi sembrano difficili da raggiungere”. 

Quindi Fabio Aru è ancora un corridore in grado di puntare al podio o vincere un Grande Giro? 

“Secondo me sì. Ritengo che abbia questa possibilità”.  

Ritornando a Giulio Ciccone, quindi non ritiene che possa diventare l’erede di Vincenzo Nibali?  

“Ritengo sia dannoso per Giulio stesso avere questa responsabilità sulle spalle. Ora come ora non intravedo per lui il raggiungimento di un tale livello; ma sarei felicissimo di essere smentito”. 

Chi vede favorito per le Olimpiadi di Tokyo 2020?  

“Julian Alaphilippe”. 

Il percorso dei Mondiali 2020 è davvero il più duro da 30 anni? E chi vede favorito?   

“Sembra di sì. Non l’ho ancora analizzato con la necessaria attenzione, ma i numeri suggeriscono di sì. Al Mondiale saranno protagonisti tutti i grandi interpreti delle corse a tappe”. 

Quale futuro per il ciclismo italiano senza squadre World Tour e con le Professional che annaspano o chiudono?  

“Un futuro difficile da pensare a colori. Anche i più ottimisti converranno che il movimento professionistico nazionale non se la passa benissimo, anzi, in molti aspetti è agonizzante. La speranza è che si inizi a fare squadra e si remi tutti nella stessa direzione, mettendo da parte i campanilismi e provincialismi di vario genere”. 

Sicurezza sulle strade: ogni giorno muoiono troppi ciclisti. Quale rimedio adottare?  

“Ormai è una piaga sociale che purtroppo riflette il degrado societario in cui viviamo. Ci vorrebbe educazione e conoscenza fin dalle scuole elementari. Bisognerebbe chiedere con forza modifiche radicali al codice della strada, e sanzionare duramente certi comportamenti stradali privi di minima consapevolezza dei pericoli che si corrono e che si causano”. 

È Filippo Ganna il talento italiano che segnerà gli anni ’20?  

“Non segnerà gli anni ‘20. Certamente lascerà una traccia profonda. Le sue performance come inseguitore e cronoman, ed i progressi che sta realizzando stagione dopo stagione sono la conferma che siamo di fronte ad un grandissimo atleta”. 

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@lisa_guadagnini

Foto: Wikipedia

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