Ciclismo
Ciclocross, Coppa del Mondo 2019-2020: Mathieu van der Poel favorito anche a Namur. L’Italia sogna con Lechner, Arzuffi e Dorigoni
Torna domenica 22 dicembre la Coppa del Mondo di ciclocross, dopo quasi un mese di pausa. Ci eravamo lasciati con Mathieu van der Poel (Corendon-Circus) autore di una delle più grandi imprese di una carriera ricca di numeri eccezionali. Il fenomeno neerlandese nel Duinencross, tappa più prestigiosa della manifestazione, aveva vinto in solitaria dopo aver sostanzialmente rimontato tutto il gruppo nel primo giro. Tra le dune di Koksijde, inoltre, avevamo assistito al dramma di Eli Iserbyt (Pauwels Sauzen-Bingoal), leader della classifica generale il quale, al mattino, aveva un vantaggio veramente importante su tutti gli inseguitori, costruito vincendo le prove di Iowa, Waterloo e Berna e piazzandosi 2° a Tabor, ma durante la gara lo ha letteralmente dilapidato affondando nel mare di sabbia che caratterizza il tracciato fiammingo. Ora Eli si trova a difendere un tesoretto di appena 18 punti da un Toon Aerts (Telenet-Fidea) che vanta uno stato di forma a dir poco sensazionale.
La tappa di questo weekend, sesta di nove, si svolgerà anch’essa in Belgio, ma non nelle Fiandre, bensì in Vallonia. Il circuito è quello di Namur, meglio conosciuto come Citadelcross, il quale si snoda nel bosco limitrofo alla cittadella sede d’arrivo del GP de Wallonie e prevede diversi tratti in salita. E’ in assoluto uno dei tracciati più duri che il cross può offrire e, come se non bastasse, quest’anno è stata aggiunta un’ulteriore erta in pavé. Il favorito numero uno è sempre Mathieu van der Poel, già tornato al successo domenica scorsa nel Druivencross dopo la prima sconfitta stagionale patita il giorno precedente, per mano di Toon Aerts, nel GP Mario de Clercq di Ronse. Il Campione del Mondo ha vinto tre volte in quattro anni dal 2015 a oggi e nell’ultima edizione è stato a dir poco devastante. Basti vedere i distacchi enormi che ha rifilato: 1’04” a Van Aert, 1’50” a Aerts, più di 2′ a Nieuwenhuis e Vanthourenhout, più di 3′ a tutti gli altri.
In prima fila con il fenomeno neerlandese c’è proprio il Campione del Belgio Toon Aerts. Toon 400, così soprannominato per la quantità impressionante di watt di cui dispone, è sicuramente l’uomo più in forma del momento. Due settimane fa si è imposto nel pozzo di sabbia di Zonhoven, quinta tappa di Superprestige, mentre sabato scorso ha vinto l’Hotondcross di Ronse, quarta frazione di DVV Verzekeringen Trofee, rifilando 1’30” a Iserbyt e oltre 2′ a van der Poel. Oltre a ciò, il fiammingo ha anche lo storico dalla sua: nelle ultime due edizioni, infatti, ha raccolto un 2° e un 3° posto (e nel 2018 era anche malato!). D’altronde Aerts è da sempre specialista dei circuiti più duri, laddove potenza e doti podistiche contano anche di più rispetto alla tecnica in bicicletta.
Al contrario del rivale, invece, Iserbyt sta vivendo un calo di condizione, anche se non fragoroso. Il Folletto è stato per un mese e mezzo, prima del ritorno di van der Poel, un autentico Re Mida della disciplina, capace di vincere sette delle prime nove gare a cui ha partecipato (e nelle altre due ha fatto 2° alle spalle dei compagni Vanthourenhout e Sweeck). Da un mese a questa parte, però, sta perdendo smalto. Nulla di grave dato che è stato capace di arrivare sul podio sia nell’Hotondcross che a Zonhoven, ma i rapporti di forza tra lui e Aerts si sono invertiti. Tra l’08/09 e il 17/11 Eli era arrivato davanti a Toon in 11 confronti su 12. Dal 23/11 ad oggi, invece, siamo sul 6-0 per Toon. Il Citadelcross è sicuramente più adatto a lui rispetto al sabbioso Duinencross, ma per la verità l’alfiere della Pauwels non ha un grandissimo feeling nemmeno col circuito vallone. Al secondo anno da juniores qua fu battuto dallo svizzero Johan Jacobs, ora stradista con la Movistar, mentre si impose al primo anno da U23. Nei successivi tre, però, ha sempre trovato qualcuno capace di staccarlo e ha perso entrambi i testa a testa con lo storico rivale Tom Pidcock (Trinity). L’Iserbyt che il 1° novembre dominava una gara durissima come il Koppenbergcross avrebbe potuto covare sogni di gloria anche a Namur, ma quello attuale deve pensare soprattutto a difendersi da Aerts, gestendo le energie per non rischiare di scoppiare come accaduto al recente Druivencross di Overijse.
Negli ultimi quattro anni solo quattro atleti sono arrivati sul podio del Citadelcross nella categoria uomini Elite, vale a dire i già citati van der Poel, Van Aert e Aerts e il grande Kevin Pauwels. Tuttavia, Van Aert è ancora fuori per infortunio e Pauwels si è ritirato alla fine della scorsa stagione, per cui in quest’edizione, per forza di cose, qualcuno metterà fine a questa tradizione. Il maggiore indiziato sembrerebbe essere proprio Tom Pidcock. Il giovane fuoriclasse britannico, il cui storico eccellente è già stato citato nel paragrafo precedente, ha dimostrato di cavarsela alla grande nei tracciati che prevedono diversi tratti di salita da fare in bicicletta. Non a caso ha colto la piazza d’onore sia al Koppenbergcross che al Druivencross. Il suo problema è che, per via del regolamento di Coppa del Mondo, sarà costretto a partire lontano dalle posizioni di testa, dato che ha pochi punti in classifica generale avendo preso parte solo alle ultime due prove della manifestazione. Oltretutto, in questo fondamentale il crossista della Trinity ha ancora diverse lacune, il che rischia di penalizzarlo ulteriormente.
L’unico atleta al via, oltre a van der Poel e Aerts, ad essere già arrivato sul podio tra gli Elite nel Citadelcross è Lars van der Haar (Telenet-Fidea), secondo alle spalle di Pauwels nel 2014. Anche il minuto neerlandese, però, è in calando di rendimento, tanto che ha conquistato l’ultimo podio stagionale oltre un mese fa a Tabor. Un altro ragazzo che qua è sempre andato bene è il connazionale di Lars Joris Nieuwenhuis (Sunweb), 4° l’anno scorso e vincitore nel 2016 tra gli U23. In questa stagione, però, il giovane tulipano non ha ancora trovato il colpo di pedale dei giorni migliori e ha conquistato, come piazzamenti degni di nota, solo due alte top-10 nelle gare dei circuiti maggiori. Non se la passa troppo bene, oltretutto, nemmeno Michael Vanthourenhout (Pauwels Sauzen-Bingoal), 5° qua nel 2017 e nel 2018. Spud, così soprannominato per l’incredibile somiglianza con il personaggio di Trainspotting, si è fatto male due settimane fa, in ricognizione, a Zonhoven, e lo scorso weekend è sembrato ancora un po’ condizionato da questo. Nel caso si sia ripreso del tutto, ad ogni modo, ha sicuramente buone chance di conquistare il terzo podio stagionale in Coppa del Mondo dopo quelli di Berna e Waterloo. Al contrario, risulta difficile, seppur chiaramente non impossibile dato il periodo eccezionale che sta vivendo, immaginare il suo compagno Laurens Sweeck (Pauwels Sauzen-Bingoal) sul podio di una gara in cui si era trovato a suo agio da U23, ma che da Elite lo ha sempre respinto.
Passando alle donne i favori del pronostico sono tutti dalla parte delle neerlandesi, le quali possono vantare l’intero podio della scorsa stagione composto dalla vincitrice uscente Lucinda Brand (Telenet-Fidea), dalla più grande ciclista di sempre Marianne Vos (CCC) e dalla recente dominatrice del Druivencross, gara in cui ha rifilato oltre un minuto anche alla sopraccitata Brand, Annemarie Worst (777). Come se non bastasse, oltretutto, i Paesi Bassi annoverano tra le loro file anche la campionessa d’Europa Yara Kastelijn (777), ad oggi, probabilmente, la più forte in assoluto sui circuiti duri. Yara non è al livello delle connazionali dal punto di vista tecnico, ma come potenza non è seconda a nessuno. Non a caso, in questo autunno, si è imposta sia a Gavere che nel Koppenbergcross, ovvero due dei circuiti più esigenti affrontati fin qui. Meno quotata di altre volte, invece, la orange di origini dominicane Ceylin del Carmen Alvarado (Corendon-Circus), la quale, al momento, ha in tracciati aspri come quello di Namur il suo punto debole. Non a caso, infatti, la sua peggior prestazione stagionale è arrivata nel sopraccitato Koppenbergcross.
Se c’è una nazione che può puntare a inserirsi nella lotta tra tulipane quella è l’Italia. Eva Lechner (Creafin) ha un feeling fantastico con questo circuito, nel quale ha già ottenuto due terzi e un secondo posto. Non è così esaltante lo storico di Alice Maria Arzuffi (777), la quale al massimo può vantare un 4° posto, ma sappiamo molto bene che la brianzola ama i tracciati duri, tanto che l’anno scorso ha vinto a Gavere e ha fatto 2° al Koppenbergcross, mentre quest’anno, oltre a confermare i due podi nei circuiti appena citati, si è piazzata al 3° posto anche al Druivencross di settimana scorsa. Il problema atavico di Alice, purtroppo, è la partenza. Se riuscisse a iniziare la gara come fatto a Overijse, dove per la prima volta in stagione non ha perso posizioni su posizioni al via, allora potrebbe tranquillamente competere per il podio.
Tra le altre, più che la campionessa del Mondo Sanne Cant (IKO), in totale crisi di risultati da inizio stagione, chi potrebbe essere pericolosissima qua è la leader di Coppa del Mondo Katerina Nash. La ceca si trova saldamente al comando della manifestazione poiché le grandi hanno disertato le prove statunitensi, ma quando ha affrontato le migliori non è mai stata capace di competere con loro. Tuttavia, il Citadelcross è la gara che più si adatta alla 42enne di Prachatice, tanto che l’ha conquistata sia nel 2014 che nel 2016. Per questo motivo un suo exploit non stupirebbe.
E se tra le donne il Bel Paese ha discrete chance di andare a medaglia, tra gli uomini U23 ci sono addirittura ottime possibilità di cogliere il bersaglio grosso. Il nostro Jakob Dorigoni ha un feeling sensazionale con il Citadelcross, due anni fa fu 5°, mentre l’anno scorso fu 2° alle spalle di Pidcock e si mise dietro niente meno che Eli Iserbyt. La sua stagione 2019/2020 è iniziata in ritardo per via di un infortunio, ma in patria, nelle ultime settimane, ha vinto sia a Brugherio che a Vittorio Veneto, battendo Elite di tutto rispetto come Michael Boros e Gioele Bertolini. Sarà costretto, per via del regolamento di cui già abbiamo parlato nei paragrafi precedenti, a partire dietro, dato che è all’esordio stagionale in Coppa del Mondo. Tuttavia, quest’anno nella categoria mancano dei veri e propri fuoriclasse in erba come erano i sopraccitati Pidcock e Iserbyt e questo può permettere a Dorigoni di giocarsela nonostante debba iniziare la gara in coda. Il rivale più pericoloso è il neerlandese Ryan Kamp, fenomeno di continuità il quale, però, trova sovente qualcuno in grado di mettere la ruota davanti alla sua. Il suo primo successo di prestigio in stagione è arrivato solo settimana scorsa, nell’Hotondcross U23 di Ronse.
[sc name=”banner-article”]
luca.saugo@oasport.it
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Foto: OA Sport