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F1, Robert Kubica: “Non sono pentito del mio ritorno, ho dimostrato che potevo ancora correre a questi livelli”

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Robert Kubica saluta la Formula Uno subito dopo averla riabbracciata. 21 Gran Premi che hanno permesso al pilota polacco di riassaporare il gusto della massima categoria del motorsport, abbandonata nel 2011 dopo il terribile incidente occorso nel Rally di Andora. Una carriera spezzata e una ennesima sfida per il nativo di Cracovia. La sua ferrea volontà di rimettersi in gioco lo ha sospinto fino al ritorno in questo 2019, a bordo della Williams. Un traguardo che ha assunto senza dubbio un valore inestimabile per Robert Kubica. Tutto il resto è finito ampiamente in secondo piano. I risultati non erano certo il primo punto d’interesse del polacco che, suo malgrado, ha dovuto combattere più con la sua FW42, piuttosto che con i rivali in pista. 

Avendo tra le mani la peggiore vettura di sempre della scuderia inglese il suo campionato si è trasformato spesso in un calvario ma, come detto, il gioco è valso la candela. “Ero un po’ combattuto all’inizio onestamente, ma penso che tornando in Formula 1 ho chiuso un capitolo, probabilmente il più importante della mia vita – le sue parole a motorsport.com – Bisogna considerare dove mi trovato, il periodo che ho dovuto attraversare e le circostanze dell’incidente del 2011. Ovviamente una volta tornato in Formula Uno ho riaperto la mia storia, anche se è difficile parlarne dato che la stagione è stata particolarmente complicata”.

Il classe 1984 ha dovuto convivere con un’anima divisa a metà. Da un lato la gioia per il ritorno nella massima serie del motorsport, dall’altra la frustrazione per una monoposto ampiamente insufficiente. “Vivi per un determinato obiettivo che è quello di tornare in Formula Uno, e vuoi soltanto disputare belle gare e ottenere il massimo come pilota. Questo è quello che credo mi sia mancato di più quest’anno. Sono una persona che vive di sfide, cercare di raggiungere gli obiettivi e compiere quello che è il suo percorso”.

La competizione maggiore, secondo quanto ammesso dal pilota ex Renault e BMW, è stata proprio con sè stesso. “Il mio obiettivo era tornare in Formula Uno dopo molti anni di assenza. Volevo capire se ero ancora in grado di guidare. Sono tornato dopo una lunga assenza, nonostante le mie limitazioni. Tuttavia, se devo rispondere se ne è valsa la pena dico di sì”.

Un mix di emozioni che è svanito dopo sole 21 gare. Il futuro di Robert Kubica nel 2020 non andrà più di pari passo con la Formula 1. “Nel mio viaggio di ritorno non ho mai pensato alla mia carriera a lungo termine. E’ stata una soddisfazione personale ed è un qualcosa che ricorderò per il resto della mia vita. Potrei dire che questa stagione di Formula 1 ha fatto capire alle persone che se posso guidare una monoposto della massima serie e competere in ogni altra categoria. D’altra parte essere sempre nelle retrovie in questa categoria non aiuta. Fortunatamente ci sono ancora persone che mi rispettano e che mi stimano abbastanza e sanno che sono in grado di dare risultati non solo come pilota, ma anche come persona”.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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