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MotoGP, il 2019 nero di Valentino Rossi. Feeling con la Yamaha mai nato, il Dottore medita la rivincita

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Il 2019 rappresenta sicuramente una delle peggiori annate in assoluto della carriera agonistica di Valentino Rossi nel Motomondiale, con il “Dottore” che si presenterà ai nastri di partenza del Mondiale MotoGP 2020 dopo aver compiuto 41 anni per quella che potrebbe rivelarsi l’ultima stagione da pilota nel circus. Il nativo di Tavullia infatti va in scadenza di contratto a fine 2020 con Yamaha ma ancora non ha preso una decisione definitiva sul suo ritiro, dato che in tal senso saranno decisivi i primi weekend di gara del prossimo campionato. Se Rossi si sentirà ancora competitivo per le posizioni di vertice (come già avvenuto a inizio 2019) allora potrebbe clamorosamente scegliere di proseguire la sua avventura nella top class per altri due anni scatenando di fatto una reazione a catena nel mercato piloti.

Attualmente le premesse per un 2020 da protagonista sono legate principalmente ad un feeling da ritrovare al più presto con la M1 dopo una stagione indubbiamente negativa anche a confronto con il suo compagno di squadra Maverick Vinales (uscito fuori alla distanza nella seconda parte del campionato, terzo nel Mondiale) e con il sorprendente rookie del Team Petronas Fabio Quartararo (quinto nel Mondiale con 6 pole e 7 podi). Il nove volte campione iridato si è invece dovuto accontentare di una pessima settima piazza conclusiva in classifica generale con un bottino di soli due piazzamenti sul podio raccolti tra l’altro in maniera consecutiva a Termas de Rio Hondo e Austin (secondo in entrambe le occasioni) nel secondo e nel terzo round dell’anno.

Indubbiamente le tre cadute di fila collezionate in gara al Mugello, a Barcellona e ad Assen hanno penalizzato notevolmente lo score finale del n.46 in termini di punti in classifica, tuttavia i numeri parlano chiaro e mettono in evidenza le enormi difficoltà attraversate da Valentino nel 2019. Si è trattata della peggior stagione di Rossi alla guida della Yamaha, mentre nel biennio 2011-2012 in Ducati il bilancio era stato ancora più disastroso dal punto di vista del numero di punti accumulati. In ogni caso non è tutto da buttare il lavoro portato avanti dal “Dottore” nella passata stagione con il team di Iwata, come può testimoniare il brillante quarto posto in rimonta raccolto in Malesia appena alle spalle della Ducati di Dovizioso nel penultimo appuntamento del Mondiale.

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Foto: Valerio Origo

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