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Nuoto, il pagellone dell’Italia: Europei Glasgow 2019, è “Grande Italia”: record di medaglie fra conferme e volti nuovi

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Poche, pochissime insufficienze. Una squadra compatta quella dell’Italia a Glasgow a proseguire un’onda lunga che arriva da Gwangju. Seconda nel medagliere, prima nella classifica per Nazionali, con tanti super protagonisti: l’Italia vista in Scozia piace tanto. Ecco i voti agli atleti principali al termine della settimana dedicata agli Europei in vasca corta.

IL PAGELLONE DELL’ITALIA A GLASGOW

GABRIELE DETTI 6: Da lui si attende sempre il massimo e forse si sbaglia ma ha abituato troppo bene, salendo sul podio ogni volta che è sceso in acqua per un evento importante. Anche stavolta non manca l’appuntamento con la medaglia ma conferma le perplessità della vigilia sulla sua condizione che non è ottimale. C’è un’Olimpiade da preparare e il lavoro si inizia con largo anticipo, costi quel che costi. Resta un po’ di rammarico per l’argento mancato nei 400 ma durerà davvero poco.

GREGORIO PALTRINIERI 8: Aveva bisogno come il pane di una vittoria nei “suoi” 1500 prima di tuffarsi nella preparazione olimpica. Arriva il successo europeo che mancava da quattro anni in corta e arriva con una batosta rifilata all’avversario designato anche in chiave olimpica: Mikhaylo Romanchuk. Sulla prestazione meglio in batteria che in finale dove contava appunto vincere.

SIMONE SABBIONI 5: Era uscito da Copenhagen con due medaglie a chiudere un ciclo negativo, da Glasgow si attendeva sicuramente di più ma la condizione non è quella migliore, come da troppo tempo a questa parte. Meglio quello visto a Gwangju ma per primeggiare a livello mondiale e anche europeo serve molto ma molto di più.

FABIO SCOZZOLI 8: Cuore di capitano. All’appello non manca mai quando c’è da salire sul podio. Determinazione, professionalità, generosità: tutte qualità che non mancano al ranista più forte d’Italia che porta a casa un buon bottino da Glasgow. Due bronzi individuali che sono il miglior viatico per iniziare la rincorsa olimpica.

PIERO CODIA 5: Non ripete l’exploit di un anno e mezzo fa in Scozia. Anno da dimenticare, forse c’è bisogno dell’atmosfera olimpica per tornare ai fasti dell’Europeo scozzese.

ALESSANDRO MIRESSI 8: Lui ai fasti di Glasgow ci torna proprio a… Glasgow. Un campione ritrovato dopo un anno di appannamento anche a causa di tanti problemi fisici che lo hanno assillato. Messo a posto il fisico e anche un po’ la mente, torna grande e sfiora l’impresa contro “re” Morozov, riuscendo a batterlo in semifinale ma non in finale. Bell’argento nei 100, bella finale dei 50 e ottimo in tutte le staffette in cui viene chiamato in causa.

THOMAS CECCON 6.5: Lampi da campione per Thomas Ceccon che, dopo una partenza a rilento, riesce a ritrovare la giusta verve e si migliora a raffica negli ultimi due giorni, sia nei 100 misti che nei 50 farfalla. Non porta a casa medaglie ma sembra pronto, anche di testa, per il grande salto che riuscirà a fare, lo ammette  lui stesso, quando riuscirà ad allenarsi di più. E’ arrivato il momento di cambiare marcia.

MARCO ORSI 6: Gli va concesso l’onore delle armi, nonostante abbia sbagliato la gara per cui era andato in Scozia. Mette subito a posto le cose col bronzo nella staffetta salendo sul podio della vasca corta per l’ottavo anno consecutivo, poi perde consistenza e brillantezza fino alla semifinale incriminata. Non è finita qui, Bomber.

FEDERICA PELLEGRINI 7: La medaglia l’ha presa, d’argento ma l’ha presa, i tempi sono soddisfacenti, ha disputato due finali e non aveva preparato specificatamente questo evento. Non è da un Europeo in corta che si possono trarre le indicazioni sul futuro ma il livello sembra ottimo e il percorso verso Tokyo in discesa.

SIMONA QUADARELLA 9: Due ori che si vanno a sommare ai tre di un anno e mezzo fa. Dai 400 in su è campionessa europea di tutto e in poche sono riuscite in questa impresa. Fatica più del previsto negli 800, sbaraglia la concorrenza in un 400 corso col cuore e con la testa. Non finisce mai di stupire: basta ricordare che la vasca corta non era affare suo fino a qualche tempo fa ma volere è potere.

MARTINA CARRARO 9: La donna dei campionati assieme a Simona Quadarella. Prima, seconda e terza: tre gare differenti e tre medaglie pesanti per la regina della rana azzurra che, al momento, domina in Europa e se la gioca con le grandi specialiste mondiali. Ha raggiunto maturità e continuità e l’impressione è che non si voglia fermare qui.

MARGHERITA PANZIERA 8: L’unico modo per scacciare i fantasmi della delusione è vincere e lei non si tira indietro, domina i 200 dorso e chiude definitivamente la porta su Gwangju. Sbaglia i 100 ma si rifà ampiamente conquistando una insperata finale nei 200 stile libero. Eclettica.

BENEDETTA PILATO 9: La bimba di casa Italia mette tutti in riga. Vince e convince sui 50, spinge in alto la staffetta, ha una nuotata bella ed efficace. Dice che è tutto un gioco ma non ci sta a perdere nemmeno a rubamazzo. Ricorda qualcuno?

ELENA DI LIDDO 7: Porta a casa due medaglie d’argento. Il metallo non può soddisfarla perché era da oro, anche con il super tempo della bielorussa Shkurdaj che indovina la gara della vita proprio nella finale in cui c’era un’italiana favorita e che ha gareggiato su ottimi livelli. Soffre la tensione della gara e, da favorita, la soffre ancora di più ma se riuscirà a vincere questa sua debolezza può davvero gareggiare alla pari con le più forti come a Gwangju.

ILARIA BIANCHI 7.5: Torna sul podio continentale due anni dopo allo stesso modo e, alla soglia dei 30 anni, questo depone a suo favore perché fermare il tempo non è mai facile, soprattutto quando gli anni iniziano ad accumularsi. Ha puntato tutto o quasi sulla distanza lunga in questo Europeo e per poco non saliva sul podio anche nei 100.

MARTINA RITA CARAMIGNOLI 9: Decidere di smettere con l’attività agonistica è sempre doloroso e per lei lo è stato talmente tanto che è tornata sui suoi passi, ci si è messa di buona lena ed ha sfoderato un vero capolavoro negli 800 conquistando una medaglia europea a 5 anni dal suo unico exploit continentale in lunga. Che bella storia!

ILARIA CUSINATO 6.5: Un podio da cui ripartire, quello dei 400 misti che la vedono protagonista e lanciare segnali molto positivi. Meno bene nei 200 ma con tutti i problemi di quest’anno non si può chiedere troppo al momento.

COSTANZA COCCONCELLI 7: Il volto nuovo dell’Italia che vince e va in finale. Infatti, in finale, ci va anche lei nei 100 misti. Un premio alla caparbietà e alla voglia di fare di questa ragazza la cui crescita va seguita con grande attenzione.

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