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Nuoto
Nuoto, Simone Sabbioni spiega l’addio a Verona: “Per prendermi Tokyo voglio l’aria di casa”
Due anni e mezzo tra alti e bassi, tra medaglie e delusioni e da domani Simone Sabbioni stacca la spina dal centro federale di Verona e la riattacca a casa sua, alla corta di Luca Corsetti nella piscina olimpica di San Marino, dove preparerà la qualificazione e, si spera, l’avventura olimpica di Tokyo 2020. Una decisione sofferta ma allo stesso tempo ponderata, un addio senza polemiche all’allenatore che lo ha riportato in alto, Matteo Giunta. L’autunno, iniziato con grandi aspettative, e concluso a Riccione con troppe delusioni, ha spinto il dorsista riccionese a dire addio a Verona e a rientrare in Romagna.
“La posizione di noi nuotatori è sempre complicata – spiega Sabbioni – siamo noi che dobbiamo prendere decisioni su chi ci allena e non c’è un presidente che sceglie per noi come nel calcio o nel basket. Per questo si rischia di creare malintesi e si rischiano di rompere i rapporti. Quello con Matteo Giunta, come fu per Corsetti due anni e mezzo fa, non si romperà perché ho voluto affrontare con lui la mia situazione attuale e la mia decisione è stata condivisa. Dopo Rio e dopo l’anno terribile che ha portato alla rinuncia a Budapest avevo un’esigenza che era quella di cambiare aria per rigenerarmi fisicamente e anche mentalmente, adesso invece la mia esigenza è cambiata. Ho bisogno da una parte della famiglia, dall’altra di essere seguito da un allenatore che si occupi di migliorarmi, tecnicamente e fisicamente, che si dedichi a me e Luca era disposto a riprendere in mano il discorso interrotto un po’ di tempo fa“.
Una decisione ponderatamente rischiosa, quella del dorsista romagnolo, a soli tre mesi, poco più, dalle gare di qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo. “Il tempo per fare bene c’è e poi le basi da cui riparto non sono così scarse. Il tempo fatto segnare a Riccione la scorsa settimana è lontano tre decimi dal minimo per Tokyo, il problema è che con quei tempi, ma anche con i miei personali attuali, in finale alle Olimpiadi non si va e dunque servono sette mesi di lavoro durissimo per aiutarmi a fare quel gradino che finora non sono riuscito a salire. Luca è sicuramente la persona giusta, mi conosce bene e con lui il rapporto è sempre stato ottimo. Sono molto fiducioso e sicuro che faremo ottime cose assieme“.
Un addio improvviso e non poco traumatico, quello di Sabbioni a Verona. Da quelle parti il dorsista riccionese era ormai uno di casa, amico di Federica Pellegrini con cui c’è un feeling particolare, compagno di allenamenti di altri due medaglisti europei come Carlotta Zofkova, anche lei romagnola, e Luca Pizzini. “Non si lascia mai un posto del genere a cuor leggero e mi spiace per gli altri ragazzi del team che non vedrò più tutti i giorni – conclude Sabbioni – a volte però il lavoro ti mette di fronte a scelte difficili, anche dolorose. Salterò anche le vacanze di Natale per farmi trovare pronto a marzo. Giusto il 25 e il 26 dicembre di riposo ma già domani sarò al lavoro a San Marino. La carica e la rabbia sono grandi. So che Tokyo è una grande occasione per rilanciare la mia carriera e non la voglio fallire. Sono pronto a questa nuova sfida“.
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Foto LaPresse – Marco Alpozzi
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