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Scherma, l’incognita Russia e come cambierebbero gli scenari per l’Italia in ottica Olimpiadi di Tokyo 2020

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In attesa del ricorso al TAS e del successivo responso, è tempo di esplorare gli scenari che si aprirebbero nel mondo della scherma in caso di mancata presenza della Russia, almeno nelle prove a squadre, ai Giochi di Tokyo 2020. Si tratterebbe, onestamente, di un vero e proprio Tsunami.

La Russia è una potenza in tanti sport, certo, ma lo è eccome nella scherma e a maggior ragione quando si parla di gare a staffetta. Gli atleti mai implicati prima in questioni legate al doping potranno comunque partecipare alle Olimpiadi a livello individuale, dove aver provato la loro estraneità alle pratiche di cui sopra, ma come sportivi neutrali e sotto l’egida del CIO. Le conseguenze dell’esclusione russa sarebbero duplici per fioretto, sciabola e spada: da una parte, andrebbero infatti a modificare radicalmente il percorso di qualificazione tutt’ora in corso, e dall’altro cambierebbero completamente la sfida per le medaglie a Tokyo.

Perché, parliamoci chiaro, la Russia è forte in tutte le armi. Attualmente le squadre sarebbero qualificate per i Giochi, nessuna esclusa. Ma stante l’esclusione di ogni team russo, a quel punto Deriglazova e compagni potrebbero passare solo per il ranking individuale nel percorso di qualificazione, perdendo per strada un atleta ad arma. E già cambierebbe parecchio.

La vera rivoluzione avverrebbe però nelle prove a squadre, in primis femminili: la Russia è la nazione co-favorita nel fioretto donne (con l’Italia), è nettamente da battere nella sciabola (può contare su Egorian, oro a Rio 2016, Podzniakova, iridata a Wuxi 2018, e Velikaya, due volte campionessa del mondo e due volte argento olimpico) ed è la nazione più forte, assieme alla Polonia in questo momento, nella spada. Certo, per l’Italia femminile l’eventuale esclusione russa faciliterebbe e non di poco il compito, anche se pensiamo sia sempre bello vincere sul campo. Nel fioretto verrebbe a mancare l’avversaria del millennio (iridata in carica 2019 e proprio sulle azzurre), anche se Francia e Stati Uniti non vanno sottovalutate. Ma con il ritorno di Martina Batini al top, e le ‘solite’  Volpi, Di Francisca ed Errigo, a quel punto le azzurre avrebbero il 90% di possibilità di conquistare l’oro a Tokyo. Si apre poi un canale enorme nella sciabola donne: tolta la Russia, dominatrice degli ultimi due lustri e campionessa olimpica 2016 e del mondo 2019, libere tutte: Ucraina, Ungheria, Francia, Corea, Stati Uniti e perché no Italia partono alla pari. La spada è arma più complessa e con gerarchie meno definite, ma certo senza la Russia (argento iridato 2019 dietro la Cina) l’Italia di Fiamingo, Navarria, Isola e Clerici, in piena ascesa, ha una chance enorme di salire sul podio e giocarsela anche per il gradino più alto con Polonia, Cina, Estonia, Francia e Corea del sud.

Discorso simile al maschile: se nel fioretto i principali avversari degli azzurri restano gli americani, nella sciabola i russi hanno una tradizione che risale alla notte dei tempi e sono nel lotto delle formazioni co-favorite, con l’Italia, dietro la fortissima Corea del sud. Idem nella spada, dove pure le nazioni più forti al momento si chiamano Francia, Ucraina, Svizzera, assieme a Italia e Russia appunto.

Tutti questi  discorsi, però, sono ancora prematuri: resta infatti da capire cosa succederà nell’immediato futuro. Difficile che il Comitato Olimpico Russo non presenti ricorso al TAS, cui spetterebbe l’eventuale decisione definitiva. E per le gare di Coppa del Mondo previste in Russia, come si agirà? Rientrano tra i “grandi eventi” o meno?

A breve avremo la risposta.

 

Foto Bizzi

gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto Bizzi/Federscherma

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