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Scherma, Rossella Fiamingo: “La tensione olimpica si sente, abbiamo trovato la chimica di squadra. Non penso alla Russia”

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Lo diciamo sottovoce. Chi è scaramantico, per carità, faccia il suo (atlete in questione in primis), ma lo diciamo lo stesso: se c’è una squadra italiana di scherma che ci stuzzica particolarmente in ottica Tokyo 2020 (anche perché le altre hanno più tradizione vincente, dati alla mano, e il gusto di scalare le classifiche rimane sempre particolare), è quella di spada femminile. Che non è ancora tornata in cima al mondo (come fece nel 2009, ma con altre componenti), men che mai in cima all‘Olimpo (l’unico podio, glorioso, resta l’argento di Atlanta ’96, con Uga-Chiesa-Zalaffi e Cometti riserva), ma ha individualità tecniche spiccate, seppur diverse, e soprattutto ha intrapreso un percorso di crescita dallo scorso marzo che finalmente ha valorizzato il potenziale di tutte le ragazze e mostrato la chimica giusta, proprio come team.

Prima di sognare in grande, però, bisogna centrare la qualificazione per i Giochi giapponesi e l’Italia, come si vede dalla tabella qui sopra, ha iniziato una progressione notevole che ora come ora porterebbe le azzurre in pedana a Tokyo 2020, con chance di giocarsela ad armi pari con tutte le squadre. Tra queste atlete, ovviamente, anche Rossella Fiamingo, catanese, 28 anni, la spadista azzurra più titolata di sempre (due titoli mondiali e un argento olimpico, tra l’altro) e proprio l’atleta deputata a chiudere gli assalti a squadre, in pedana. Con lei, per un quartetto che al momento sembra intoccabile, la friulana Mara Navarria (iridata individuale a Wuxi 2018, terza italiana a riuscire nell’impresa), la vercellese Federica Isola (campionessa europea e mondiale under 20, nel 2019) e la torinese Alice Clerici, pedina fondamentale del quartetto anche perché in grado di ‘macinare’ tante stoccate in pochi secondi. Con Fiamingo analizziamo questo breve scorcio di annata 2019-2020 e soprattutto ci proiettiamo verso il futuro prossimo.

Rossella, come sta e come giudica il suo inizio di stagione?

Mi sento bene, l’allenamento prosegue con attenzione e serenità. Ho iniziato un po’ in sordina: purtroppo ho disputato ancora solo due gare, una nazionale e una internazionale (individuale e a squadre). La prima é andata molto bene, la seconda purtroppo non come speravo. Per tutto il resto della competizione, in Coppa del Mondo, dovrò aspettare il 2020; nell’attesa sto lavorando tanto sia fisicamente sia tecnicamente. Al momento mi sento bene e resto tranquilla”.

Come si svolge una sua giornata tipo? Cura in maniera particolare l’alimentazione?

La mia giornata tipo é composta da 2/3 sedute al giorno, da lunedì al venerdì, e una seduta il sabato. La preparazione atletica è la stessa: ho aumentato la quantità di lavoro in pedana e corro qualche chilometro in più a settimana. Seguo una dieta da più di un anno. Ho avuto problemi di salute in passato e adesso ho trovato un equilibrio che mi sta aiutando a non avere troppi cali dal punto di vista fisico“.

 

Comincia a sentirsi in pedana quella ‘tensione’ olimpica che magari rappresenta anche un aspetto positivo, o è ancora presto?

La sento molto, soprattutto durante la gara a squadre. Io e le mie compagne ci stiamo giocando la qualificazione e sappiamo che ogni punto è importante per vedere Tokyo sempre più da vicino. Anche in allenamento il pensiero c’è, sto facendo il grosso del lavoro adesso per poi andare a concentrarmi sul particolare, più avanti“.

Capitolo squadra, a proposito: ci racconta come siete arrivate a trovare la chimica giusta? 

Ci sono stati tanti cambi in squadra tra il 2018 e il 2019, ero un po’ confusa e un po’ spaventata all’inizio, devo dire la verità. Non ci sono stati confronti particolari, ognuna di noi sapeva che la cosa migliore da fare era dare il massimo in pedana, poi il Commissario Tecnico avrebbe tirato le somme. A marzo abbiamo provato per la prima volta la formazione attuale (Fiamingo, Navarria, Isola, Clerici, ndr), ed è arrivato il primo podio, poi la squadra non è più cambiata e abbiamo iniziato a costruire il nostro percorso riuscendo anche a vincere una medaglia mondiale che mancava dal 2014“.

Ci descrive brevemente quattro rivali, vale a dire Cina, Estonia, Stati Uniti, Polonia?

La Cina al momento è molto completa: le componenti della squadra sono tutte individualità forti. La loro caratteristica è tirare poche botte, andare in vantaggio e riuscire a mantenerlo poi fino alla fine. Estonia: è una squadra giovane, ma con tanta esperienza e molto compatta. Polonia: la Nelip (oggi Trzebinska, NdR) fa il grosso, le altre però commettono pochi errori e incrementano il vantaggio. Stati Uniti: sono molto squadra, tutte molto diverse tecnicamente tra loro, ma funzionano, tanto è vero che hanno conquistato il Mondiale 2018“.

Capitolo Russia: potrebbe non esserci la squadra a Tokyo 2020, a oggi sarebbe così. Ne avete parlato?

Non ne abbiamo ancora parlato bene, non vogliamo distrarci dal nostro percorso. Cambierebbe tanto, ma ancora è presto per aprire il discorso“.

Fiamingo e il suo maestro Sperlinga: che rapporto esiste c’è tra voi?

“Sono molto legata a lui e lui a me. Ogni giorno lavoriamo per migliorarci a vicenda, anche dopo 21 anni non si smette mai di crescere! Mi ha insegnato a non rincorrere il risultato e a credere che il lavoro porta sempre i suoi frutti“.

Manca un’esame alla Laurea, giusto?

Mi manca l’ultimo esame, sì devo riuscire a concludere il tutto entro marzo! Devo fare un ultimo sforzo, obiettivo laurea pre-Tokyo!“.

 

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: Bizzi

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