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Sci Alpino

Sci alpino, servono segnali forti dai gigantisti in Alta Badia. La Gran Risa per scacciare una crisi senza fine

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C’è un settore nella squadra italiana di sci alpino che sta vivendo un lungo periodo di crisi ed è quello del gigante maschile. La fine di questo momento negativo non sembra mai arrivare e soprattutto a preoccupare è la totale assenza di un ricambio generazione, con i giovani azzurri che faticano terribilmente anche solo a qualificarsi per la seconda manche.

Domenica ci sarà il gigante dell’Alta Badia, ma la paura di fallire ancora miseramente la gara di casa è altissima. La Gran Risa ha regalato nelle ultime stagioni poche soddisfazioni allo sci azzurro, con il solo incredibile terzo posto nel 2016 di Florian Eisath. L’ultima vittoria risale al 2011 con Massimiliano Blardone e da quel momento, togliendo appunto il podio di Eisath, i migliori piazzamenti sono stati un quinto posto di Davide Simoncelli e un sesto di Roberto Nani.

E’ un’Italia che in gigante si affida praticamente al solo Luca de Aliprandini. Il 29enne di Cles è l’unico che può competere per un posto nella top-10 ed è anche colui che ha ottenuto il miglior risultato nelle ultime due stagioni, un quarto posto ad Adelboden nel 2018. Purtroppo è anche l’unico piazzamento di un azzurro tra i primi sei della classifica in questo lasso di tempo.

Numeri che certificano una crisi davvero acclarata. La speranza è quella che la neve e l’aria di casa possano rigenerare tutta la squadra azzurra. Serve assolutamente una reazione da parte dei gigantisti italiani o comunque lanciare un piccolo segnale di svolta per non cadere ancora di più in un buco nero dove la luce è impossibile da trovare.

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Foto: Fisi/Pentaphoto

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