Sci Alpino
Sci alpino, ‘Slalom Parallelo’ Varettoni-Alfieri: “Meteo ‘pazzerello’? La capacità di adattamento è fondamentale. Paris a Bormio per la doppietta. Shiffrin furba e ben gestita, ma Brignone a Lienz…”
Il Circo Bianco si prende qualche giorno di vacanza prima delle tappe ‘intense’ di Lienz (Austria, donne) e Bormio (Italia, uomini, con ben tre gare previste, una discesa recupera quella ‘saltata’ in Gardena). Tempo di primi bilanci stagionali per lo sci alpino, con Kristoffersen salito di colpi in campo maschile (ma tutto è possibile) e Shiffrin che ha azzeccato la scelta di non presentarsi nemmeno, in Val d’Isere. Oggi per noi è invece giunto il momento dell’ottava puntata della rubrica “Slalom parallelo”, sorta di botta e risposta tra Silvano Varettoni e Camilla Alfieri sulle stesse domande (ma senza conoscere l’uno le risposte dell’altra), con tanti argomenti interessanti da affrontare. Come sempre.
Partiamo da questa straordinaria Federica Brignone di inizio stagione, mai oltre la settimana posizione in quattro discipline diverse finora, se si eccettua l’uscita in slalom a Killington (e ancora deve esordire in discesa). Cosa vi stupisce di più nella sua sciata? E dove potrà arrivare?
Silvano Varettoni: “L’aspetto più importante, al di là del nuovo assetto che si può notare soprattutto in slalom, è il fatto che non sbaglia. Mai. Tranne a Killington tra i rapid gates, certo,, dove è stata davvero sfortunata. E’ molto più continua rispetto anche solo agli ultimi anni, in cui magari faceva un paio di gare al top, per poi perdersi in quella successiva. Normale processo di maturazione? Credo di sì, alle soglie dei 30 anni. L’altro punto chiave è che va davvero forte in tutte le discipline, parallelo compreso. Dove può arrivare? Sicuramente sul podio delle classifica generale, anche al secondo posto per me, a patto però di continuare così fino alla fine. In gigante non deve mai scendere dal podio, tenendo conto del fatto che Rebensburg, Holdener, Goggia, Gisin, Vlhova, rivali per la classifica finale, hanno tutte, come lei, tre specialità in cui possono raccogliere tanti punti”.
Camilla Alfieri: “Mi stupisce in effetti l’equilibrio che ha raggiunto, direi soprattutto a livello psicologico, nel senso che secondo me ha capito dove e quali sono i suoi limiti e ci gioca molto su questo; fa paura onestamente, sia detto in senso positivo. Dove può arrivare? Beh, in slalom ha dimostrato di poter essere veramente competitiva, non mi metterei però troppe pressioni addosso fossi in lei: questo momento è talmente positivo che me lo godrei così com’è. Probabilmente l’annata sarà tutta una scoperta costante, perché avrà i suoi obiettivi in testa, ma tante cose magari si capiranno meglio cammin facendo. In slalom, per dire, non so quanto si aspettasse di essere a un livello così alto. In generale penso che anche solo riuscire a salire sul podio della classifica generale finale, fosse anche un terzo posto, sarebbe un risultato fuori dal comune. Visto soprattutto chi c’è davanti e come sono strutturati i ‘team privati’ della avversarie contro i quali principalmente si confronta, anche se lei ha comunque dietro un bel supporto, ma non come quello di alcune rivali”.
Per il futuro: è possibile pensare di cambiare località di gara… in corso d’opera, cioè durante la settimana stessa, magari conoscendo le previsioni al martedì per il weekend, come di fatto avviene già? O tra penali da pagare, alberghi da prenotare, piste da sistemare, contratti blindati, diventa tutto troppo complicato?
Silvano Varettoni: “Il mio pensiero è chiaro, vista anche l’esperienza maturata a Cortina negli ultimi anni, Sulle penali magari puoi anche trovare una soluzione un accordo, ma il punto è la preparazione della pista, con le reti, il traguardo e tutto il resto. Servono, al netto di un meteo positivo, due settimane piene di lavoro. Per cui è impossibile allestire una gara in quattro giorni, a maggior ragione se parliamo di discesa o superG. Impossibile. La soluzione potrebbe essere…. predisporre due località in contemporanea con le piste pronte, ma in realtà non è praticabile: alla fine prepari piste e reti e se non si gareggia che vantaggio ne trai, senza pensare ai turisti che perdi? L’altra idea è quella di spostare semplicemente le gare di uno-due giorni. Esempio, Val d’Isere donne. Tutto cancellato il sabato e la domenica, come ampiamente previsto. Magari al lunedì o al martedì successivo, invece, almeno una delle due gare previste si sarebbe potuta disputare. Certo, bisogna tenere lì gli atleti tanti giorni, con costi elevati, disputare le gare in mezzo alla settimana con meno pubblico e meno ascolti televisivi ecc. ecc. Tutto molto complicato. Alla fine, non resta che accettare le ‘bizze’ del tempo…”.
Camilla Alfieri: “Questa idea la vedo di difficile realizzazione. Bisogna accettare il fatto che il meteo, per quanto ‘ballerino’, faccia parte in toto di questo sport. Certo, poi rischi di andare a vedere, e mi collego alla domanda successiva, delle gare che magari perdono un po’ della loro bellezza naturale. Ma lo sci rimane anche uno sport di adattamento e anche in queste situazioni capisci comunque meglio chi ha certe capacità. Andare a cambiare la località in corso d’opera secondo me diventa troppo complicato, gli organizzatori fanno già fatica a modificare un programma da un giorno all’altro e a spostare le ore all’interno della stessa tappa…. La vedo veramente complicata”.
Gigante Alta Badia ‘mutilato’: che spettacolo è stato secondo voi?
Silvano Varettoni: “Ho visto gare peggiori, credetemi: per esempio ricordo un gigante ad Adelboden con neve ‘pappa’ vinto da Marc Berthod (5 gennaio 2008, NdR), terzo a partire nella II manche. E per il parallelo di ieri sera c’era il pienone al parterre. Tornando al gigante, gli organizzatori hanno fatto il possibile, preparando la gara meglio che potevano. Certo, gli sci sbattevano parecchio, il tracciato era corto, tutto quello che volete, ma alla fine lo spettacolo è stato decente e il vincitore è un campione. Ovvio, la gara non è stata proprio bellissima pensando alla ‘Gran Risa’ originale, sia chiaro, ma alternative non ve ne erano, se non scambiare la prova con il parallelo. Ma la domenica è un’altra cosa. Oltretutto, non è stato un gigante pericoloso. Alla fine ha vinto quello che ha sciato meglio, come capita sempre…”.
Camilla Alfieri: “Allora: condizioni particolari, d’accordo. Gara un po’ meno spettacolare, vero. Si sono visti sciatori, anche bravi, fare fatica. Corretto. Però… però lo sci è uno sport in cui bisogna anche sapersi adattare alle condizioni atmosferiche e una situazione tipo Badia domenica scorsa si può anche accettare, fa parte del gioco e quindi non la vedo certo… come una tragedia. Chi è davanti alla fine è un atleta di alto livello, poi è vero che Sarrazin e Braathen hanno inscenato la rimonta della vita, entrambi, ma hanno anche sciato bene, per cui poco da dire. Il norvegese del resto si sta confermando, il francese dovrà farlo. Tutto qui”.
Le donne ripartiranno da Lienz, pista da sempre favorevole alle azzurre. Shiffrin è stata… preveggente?
Silvano Varettoni: “Shiffrin è stata brava e un pizzico fortunata, in questo caso. Ma la realtà è che lei è gestita in maniera incredibile in ogni aspetto e l’abbiamo sempre sottolineato. Pensateci bene: è la migliore non solo in pista, ma anche nella programmazione delle gare, nelle decisioni da prendere al volo, per lo staff tecnico che la segue, per il marketing, gli sponsor, persino la gestione dei social. I suoi ultimi video mentre balla ‘hip-hop’ in palestra o suona la chitarra cantando, stanno spopolando e soprattutto sono curati e realizzati benissimo. Chi la segue non sbaglia una mossa, in ogni campo. Sulla programmazione è da sempre la numero uno. Il punto chiave è il seguente, tenendo conto che parliamo di atleti in pista in tante gare: se sei in grande forma, ok, fai quello che vuoi e stop. Se invece, come probabilmente capitato a Mikaela dopo Courchevel, hai un po’ di dettagli da sistemare, specie in gigante, ecco che in quel caso devi fermarti. Resettare tutto mentalmente e sostenere due giorni di allenamento ben fatti per ritrovare gli automatismi corretti, soprattutto nelle discipline tecniche. E lei sa sempre quando è il momento di spingere al massimo sull’acceleratore, gareggiare tanto, o invece tirare il fiato e rimettersi a posto tecnicamente. E per quello, sia chiaro, le basta poco. Lienz? Sono schietto: per Federica Brignone ora sale l’asticella: vincere sempre non è facile, ma per come sta sciando non deve… scendere dal podio. E quello sì, è fattibile. Eccome”.
Camilla Alfieri: “Lienz indubbiamente è pendio da italiane: pista bellissima, di solito il terreno è anche molto bello, resta un gigante particolare perché si corre su pista naturale: diventa un tutt’uno con la natura. Secondo me è una delle piste più belle che ci siano. Shiffrin, ammesso sia vero quanto trapelato, ma onestamente l’ho pensato anch’io, è stata veramente furba prima di Val d’Isere. Avere la capacità anche solo di pensare: ‘Salto queste gare perché molto probabilmente le condizioni non ci sono, mi stanco e basta’, è roba da fenomeni. Chapeau! Vedremo poi cosa succederà, però, perché Mikaela non pensava forse di avere una concorrenza così alta, quanto meno in gigante, o magari non pensava di essere così indietro. Dipende da che parte ciascuno di noi vede la domanda e la… risposta. Ci sono punti di vista diversi. Sono curiosa di gustarmi Lienz, perché certamente abbiamo una Brignone ‘in palla’ e so per certo che quella pista le piace un sacco!”.
Bormio: tripla chance importante per Dominik Paris. E’ giusto pensare anche alla classifica generale?
Silvano Varettoni: “Lo vedo bene, sinceramente. Anzi: benissimo. In Gardena ha sciato alla grande in superG, purtroppo è stato sfortunato. E’ partito dopo 10′ di interruzione, con neve mista pioggia caduta sulla parte alta del tracciato, rallentandolo notevolmente. Poi in basso ha fatto segnare parziali clamorosi. Se becca anche solo due decimi in meno in alto, sale sul podio. Sta sciando alla grande, io lo vedo primo nelle due discese e sul podio pure in combinata. Lo scorso anno sulla “Stelvio” fede doppietta: è una delle sue piste preferite, lì ha ottenuto il primo successo in Coppa. Se poi il manto è molto duro e si vede bene, in quelle condizioni lui è un fenomeno. In ogni caso, il podio è il minimo sindacale. Classifica generale? Domme sicuramente non ci pensa. Io credevo che avremmo avuto le idee chiare a fine gennaio, ho idea che l’incertezza regnerà fino alla fine. C’è una super ammucchiata, lì davanti. E onestamente è bellissimo così…”.
Camilla Alfieri: “Chance per Paris? Sì, tante ovviamente, ma non vedo assolutamente quest’ansia di farlo rientrare o meno a ogni weekend in gara per la lotta alla Coppa del Mondo generale. Penso che lui debba puntare alle sue prove come ha sempre fatto, poi se saltano fuori tanti punti bene, benissimo, ma la Overall non deve essere l’obiettivo perché altrimenti diventa quasi… una follia. Sono sicura tra l’altro che lui non abbia nemmeno in mente la Coppa assoluta. Credo che voglia solo il pettorale rosso nella velocità. Anche perché se sta bene, è in palla, e il set-up dei materiali lo supporta al meglio, non è che abbia da invidiare poi chissà cosa ai pur qualificati avversari. La Coppa del Mondo maschile, chiaro, è affascinante: cambiano sempre gli atleti sul podio, ci sono giovani che salgono, e quindi lo spettacolo è di altissimo livello. Io insisto: guardate la Norvegia cosa sta combinando, lo dico da inizio annata. Doveva essere una stagione un po’ noiosa, così almeno era sta presentata da alcuni addetti ai lavori, e invece si sta rivelando una delle più belle di sempre. Per cui avanti tutta, ci divertiremo. E’ chiaro che le condizioni, in questo inverno un po’ pazzerello, determinano tanto: siamo in una situazione quasi surreale, perché nessuno si aspettava tutta questa neve. Ripeto: la capacità è anche quella di adattarsi e accettare le bizze del meteo. Alla fine, banalmente, i migliori vincono sempre o sono sempre lì…”.
LE PUNTATE PRECEDENTI
Prima puntata: il pre-Coppa del Mondo
Seconda puntata: l’analisi post-Soelden
Terza puntata: l’avvicinamento a Levi
Quarta puntata: il commento ai primi slalom stagionali
Quinta puntata: le prime gare in America
Sesta puntata: il bilancio dopo la trasferta nordamericana
Settima puntata: la concorrenza interna che aiuta l’Italia
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gianmario.bonzi@gmail.com
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Fabio90
24 Dicembre 2019 at 13:24
Paris deve pensare solo alle sue gare, e non dobbiamo dare per scontato sempre possa vincerle o andare sul podio, altrimenti si rischia di far saltare tutto.
La Coppa del Mondo non deve essere un suo pensiero, perchè (come detto piu volte) è totalmente impossibile possa vincerla, grazie ai geni che comandano nella federazione internazionale, che costruiscono calendari atti a far vincere solo ed esclusivamente gli slalomisti, e di questa vergognosa disparità non ne parla nessuno, nè giornalisti e nè i discesisti stessi
12 Slalom + 9 Giganti + 2 Paralleli + 3 Combinate (favorevoli a loro, perchè la tecnica dello slalom incide di piu nei distacchi e perchè i discesisti devono persino scendere con pista rovinata arrivando tra i primi ovviamente in discesa).
Un totale quindi di 26 gare per gli slalomisti!
10 Discese + 8 SuperG
Un totale di 18 gare per i discesisti!
Spiegatemi come sia possibile questo vergognoso distacco di non 1 o 2….ma 8 GARE! (non siete d’accordo con me nelle combinate? ok rimangono sempre 5 gare di differenza)
E se qualcuno dice che per uno slalomista sia piu facile uscire di pista, a parte che è opinabile, ma va anche detto che negli slalom vi è una concorrenza misera rispetto a una discesa, e non tanto per una questione generazionale, ma è quasi sempre cosi.
Ora vi è livellamento in classifica? certo perchè Pinturault sta floppando diverse gare, altrimenti sarebbe lotta a due con Kristoffersen, e sarà comunque cosi, senza sapere se siano meritati, perchè magari i Kriechmayr o Paris avranno una media punti anche piu alta. Ma a Gennaio con un numero straripante di Slalom (ci saranno 6 slalom contro 2 discese ahahahha) la classifica si spaccherà.
In tutto ciò un minimo di speranza potranno averla Kilde e Mayer perchè ci provano in Gigante e anche in modo piu che discreto…motivo per il quale anche il Podio per Paris sarà enormemente complesso,indi per cui deve pensare solo alle sue gare e alle prestigiose e storiche coppette di specialità