Sci Alpino
Sci alpino, ‘Slalom Parallelo’ Varettoni-Alfieri: “Dominik Paris, un fenomeno che può puntare al record di Klammer. Per Marta Bassino esame di maturità superato”
La Coppa del Mondo di sci alpino ha mandato in archivio le sue tappe natalizie. Gli uomini hanno gareggiato a Bormio, dove Dominik Paris ha fatto la parte del leone, realizzando una spettacolare doppietta in discesa libera; dopodiché Alexis Pinturault ha vinto, come da copione, la combinata. Le donne invece si sono confrontate a Lienz, pendio su cui Mikaela Shiffrin è tornata a ruggire prepotentemente, mentre in casa Italia è arrivato un nuovo podio firmato da Marta Bassino.
È dunque giunto il momento della nona puntata della rubrica “Slalom parallelo”, sorta di botta e risposta tra Silvano Varettoni e Camilla Alfieri sulle stesse domande (ma senza conoscere l’uno le risposte dell’altra).
Impossibile non cominciare da quanto fatto da Dominik Paris a Bormio. Cosa vi ha impressionato maggiormente di “Domme” e soprattutto quali possono essere i suoi orizzonti per questo inverno? Può davvero rappresentare un fattore nella corsa alla Sfera di cristallo assoluta?
Silvano Varettoni: “Quello che mi ha colpito di più è la confidenza che Dominik ha dimostrato di avere con la pista di Bormio. In questo momento ha una fiducia pazzesca nei suoi mezzi e di conseguenza una stabilità tecnica impressionante. Sta sciando benissimo e riesce a esprimere il 100% del suo potenziale in tutte le situazioni. In particolare trovo impressionante il suo atteggiamento, perché è sempre all’attacco e non alza mai il piede, neppure quando lo sci sbatte parecchio. Insomma, ora come ora è fortissimo. Con questo modo di sciare può essere penalizzato solo dalla neve aggressiva, perché si genererebbero tanti attriti. Sul duro, invece, non ha rivali. È però praticamente impossibile che possa lottare per la Coppa del Mondo assoluta. Ci sono troppi slalom ancora in calendario. Anzi, già fra due settimane rischia di avere 200 lunghezze di distacco da Pinturault e Kristoffersen, che possono marcare 300 punti a testa tra Zagabria, Campiglio e Adelboden. ‘Domme’ per adesso è davanti a entrambi, ma non durerà a lungo”.
Camilla Alfieri: “Paris ha dimostrato di poter essere un dominatore assoluto in determinate condizioni e questo sarà indubbiamente uno stimolo per continuare sulla stessa strada anche nelle prossime prove veloci, soprattutto perché i precedenti ci dicono che le gare a venire sono in suo favore. In chiave classifica generale, la vedo comunque molto complicata, perché nel momento in cui Kristoffersen e Pinturault riusciranno a trovare un po’ più di costanza, cominceranno a marcare sempre più punti. Inoltre non dimentichiamoci che in combinata il francese ne fa quasi sempre 100 e comunque difficilmente scende dal podio. Dal canto suo, Paris farà invece più fatica a raccogliere punti a raffica. Per cui sarà anche bello sognare, ma bisogna tenere i piedi per terra. Indipendentemente dalla Coppa del Mondo assoluta, Dominik può sicuramente raggiungere la dimensione del velocista in grado di ambire a vincere sia la Coppa del mondo di discesa che quella di SuperG nello stesso inverno, il che sarebbe un’impresa notevole”.
È un dato di fatto che Paris, in Coppa del Mondo, abbia vinto 6 delle ultime 9 discese disputate. Considerata la sua età e il fatto di averne già conquistate complessivamente 14 in carriera, a cosa può ambire? Può diventare il secondo atleta della storia a raggiungere quota 20 vittorie nelle libere? O addirittura può minacciare il record di 25 detenuto da Franz Klammer?
Silvano Varettoni: “Sinceramente non credo che possa mantenere questo ritmo ancora a lungo, intendo che vincere 6 discese all’anno è un fatto probabilmente irripetibile. Però sono convinto che potrà tenere una media di 3 o 4 vittorie a stagione sino ai Giochi olimpici 2022. Quindi, quota 20 successi è sicuramente fattibile. Poi bisognerà vedere cosa deciderà di fare della sua carriera, ma io penso che proverà ad andare avanti fino al 2026, perché l’occasione è troppo ghiotta. L’idea che la pista di Bormio, dove lui si trova da Dio, assegni un titolo olimpico dovrebbe spingerlo a proseguire anche oltre Pechino. A quel punto, se rimarrà in salute e non avrà problemi fisici, può anche pensare di battere il record di Klammer. D’altronde ha 30 anni e nella velocità si può essere competitivi sino a 35. Basta guardare la carriera di Peter Fill. Comunque, al di là del primato di vittorie, credo che il suo obiettivo principale debba essere quello di vincere questa benedetta Coppa di specialità. È assurdo che non sia ancora riuscito a conquistarla nonostante abbia già vinto ben 14 discese!”
Camilla Alfieri: “Se guardiamo alla sua età e al suo bottino, dobbiamo concludere che ci troviamo di fronte a un fenomeno, anche perché non va dimenticata la sua maturazione tecnica. Nato come scivolatore, Dominik è diventato un atleta completo, in grado di tirare curve alla grande anche su terreni e pendenze estremi. Dove si può spingere? Purtroppo le discese sono le gare più soggette agli annullamenti e quindi può diventare difficile riuscire a portarne a casa tante durante una stagione. Inoltre Paris dovrà comunque sempre fare i conti con un avversario importante quale Beat Feuz, che gli farà una concorrenza spietata. Però, dato che Domme ha già vinto 14 discese, sicuramente può ambire al traguardo delle 20 affermazioni. Riguardo il record di Klammer, 25 vittorie non sono poche. Senza dubbio Dominik ha sinora dimostrato di essere un atleta tra virgolette fortunato, nel senso che non si è mai fatto male. Vedremo se continuando su questa strada potrà provare ad attaccare il primato dell’austriaco. Sotto quest’ottica, sognare costa poco”.
Passiamo alle donne. Mikaela Shiffrin si è lasciata alle spalle le difficoltà di Courchevel ed è tornata la dominatrice che tutti conosciamo. Cos’è cambiato in questi dieci giorni di pausa, su quali particolari pensate abbia lavorato per recuperare lo smalto perduto?
Silvano Varettoni: “Sai cosa ti dico? Lei avrà anche dichiarato di aver deciso di non andare in Val d’Isere dopo aver visto le previsioni meteo, ma io penso che non ci sarebbe andata comunque. Secondo me la sua stagione è partita meno bene di quanto si aspettasse. Ha faticato in gigante e si è trovata più indietro del previsto nella velocità, anche perché facendo tutte le gare è difficilissimo essere sempre competitivi. Tra Levi, Killington, Lake Louise e St.Moritz, Mikaela ha dovuto affrontare un tour de force spaventoso, quindi credo sia arrivata a Courchevel completamente esausta. A quel punto ha deciso di fermarsi un attimo per tornare in bolla. Lei ha detto di aver effettuato 3 giorni di allenamento e di aver ritrovato le sensazioni dell’anno scorso. Probabilmente quegli allenamenti le sono serviti per scaricarsi mentalmente. In altre parole, credo che avesse solo bisogno di tirare il fiato, rigenerandosi sia fisicamente che mentalmente. Le è bastato rifiatare per tornare a essere la solita Shiffrin”.
Camilla Alfieri: “Shiffrin è stata incredibile dal punto di vista tattico, se pensiamo che abbia veramente rinunciato alla Val d’Isere consapevole del fatto che le condizioni meteo non sarebbero state buone e quindi ci sarebbero stati grandi rischi di annullamento. Secondo me ha usato la pausa per lavorare semplicemente sul ritrovare determinate sensazioni, ovvero sulla sicurezza personale, perché tecnicamente non ha cambiato nulla. Penso che il suo appannamento fosse determinato solo da una questione legata alla fiducia e alla voglia di attaccare. In tal senso mi ha impressionato maggiormente in gigante che in slalom. Per lei, tra i rapid gates, si è trattato solo di gestire l’enorme margine di vantaggio di cui gode. Invece fra le porte larghe, dove tra l’altro la concorrenza è più alta, ha stravinto sciando alla grande su un terreno tostissimo, visto che era molto mosso. Per cui è stata bravissima e forse aveva solo bisogno di rifiatare dopo essere stata sballotata qua e là, gareggiando praticamente in tutte le discipline”.
In casa Italia si archivia uno splendido secondo posto di Marta Bassino. Possiamo parlare di esame di maturità superato per lei? Sbaglio se dico che questa piazza d’onore vale tanto quanto la vittoria di Killington? Anche lei può ambire alla Coppa di specialità di gigante assieme a Federica Brignone?
Silvano Varettoni: “La piazza d’onore di Lienz vale quanto la vittoria di Killington, anche perché sabato Shiffrin era ingiocabile. Inoltre, si può sicuramente parlare di esame di maturità superato. Marta si trovava in seconda posizione a metà gara anche a Courchevel, ma lì nella seconda manche ha voluto strafare, ed è sembrata la vecchia Bassino, quella che riusciva a fare alla grande solo una delle due manche. Invece sabato non è ricaduta nella stessa trappola, dimostrando di essere maturata. Anche perché non era mai stata così competitiva per tre gare di fila. Inoltre non dimentichiamoci come una volta andasse forte solo sulle piste difficili. Al contrario, ora sta trovando una competitività all around. Questo significa che è migliorata parecchio. Credo che la vittoria di Killington le abbia fatto fare un salto in avanti sul piano mentale. La vedo sciare più sciolta e tranquilla, come se si fosse tolta un peso. Riguardo la Coppa di gigante, sì penso che se la possa giocare. È chiaro, lei e Brignone devono sperare che Shiffrin conceda qualcosa, come peraltro già avvenuto a Courchevel. Anche Federica, però, è cresciuta tantissimo. Sabato è arrivata quarta sbagliando. Quindi, secondo me le due azzurre hanno le carte in regola per restare sempre nelle posizioni di vertice. Questo significa automaticamente rimanere in agguato nella classifica di specialità e giocarsela. Credo che, a parte la Coppa di slalom, le altre saranno estremamente combattute”.
Camilla Alfieri: “Marta è stata bravissima, ha assolutamente superato l’esame di maturità e il secondo posto di Lienz vale quanto la vittoria di Killington. Anzi, spesso si dice che vincere è facile, poi il problema è confermarsi. Lei c’è riuscita alla grande e secondo me ha ancora margine. Quindi si merita solo applausi. Non penso però che sia ancora pronta per lottare per la Coppa di specialità, questo è un traguardo a cui potrà comunque ambire tra un anno o due. Per quanto riguarda Federica, sabato puntare alla vittoria forse non era possibile. Per di più lei è stata anche un po’ sfortunata, perché è stata frenata dall’impatto contro un palo, altrimenti sarebbe sicuramente salita sul podio. Al di là di questo, le è mancato un po’ di adattamento alle condizioni di gara. Comunque, nell’ottica della classifica di specialità, per lei è fondamentale ridurre al massimo le oscillazioni di risultati che aveva in passato e ci sta riuscendo”.
Infine, a Bormio abbiamo visto la prima “combinata alpina” con le nuove regole, ovvero con la start list della manche di slalom stabilita dall’ordine d’arrivo della manche di velocità, senza inversione dei 30. Quali sono le vostre impressioni su quanto andato in scena? E secondo voi questa novità è servita per bilanciare i rapporti di forza tra velocisti e specialisti dei pali stretti?
Silvano Varettoni: “Sicuramente Kilde ha fatto un ottimo slalom anche perché aveva la pista immacolata. Probabilmente se fosse sceso con il 30 non sarebbe riuscito a fare una manche così, nonostante domenica la pista fosse perfetta e non si sia rovinata per niente. Quindi credo che il norvegese abbia beneficiato della situazione, però non si può certo parlare di riequilibrio dei valori in campo. Lo slalomista rimane sempre più avvantaggiato rispetto al velocista, anche perché alla combinata partecipano sempre meno atleti ed è quindi difficile che gli slalomisti escano dai primi 30 nella manche veloce. Basta vedere cosa è successo a Bormio, cioè un Meillard che quasi dal nulla riesce a chiudere ottavo la manche di SuperG. Questo perché c’è poca concorrenza. Inoltre abbiamo comunque visto come gli slalomisti riescano a dare anche 3 secondi ai velocisti in slalom, un distacco che è molto più difficile da generare nell’altro segmento di gara, soprattutto se quello è un SuperG tecnico, come accaduto domenica. Vedremo cosa succederà a Wengen, dove i velocisti potranno dare molto di più, ma l’impressione è che comunque la si rigiri, la combinata alpina sia sempre sbilanciata in favore degli slalomisti”.
Camilla Alfieri: “Sinceramente vedere un SuperG sulla Stelvio, peraltro privo dei migliori interpreti in partenza, sa tanto di occasione persa. Alla fine ha comunque vinto chi doveva vincere, ovvero Pinturault. Va detto che domenica gli atleti si sono trovati a scendere in condizioni di neve perfetta, il terreno era vetro e non c’era possibilità che si segnasse. Vista in un’altra ottica, ovvero con condizioni di pista più usurabili, è chiaro che il Kilde o il Paris di turno che partono con l’1 e il 2 avrebbero potuto fare maggiormente la differenza su un Pinturault costretto a partire col 15 o col 20. Quindi, secondo me Bormio non ci ha detto granché, non è stato il termine di paragone più adatto per capire se questa nuova versione della combinata alpina può essere più emozionante rispetto al passato. Credo che dipenda molto dalle condizioni meteo e, in ogni caso, secondo me questa gara resta poco affascinante, soprattutto al maschile, dove abbiamo solamente un unico grande interprete, ovvero Pinturault, mentre tutti gli altri che vi partecipano sono atleti adattati”.
LE PUNTATE PRECEDENTI
Prima puntata: il pre-Coppa del Mondo
Seconda puntata: l’analisi post-Soelden
Terza puntata: l’avvicinamento a Levi
Quarta puntata: il commento ai primi slalom stagionali
Quinta puntata: le prime gare in America
Sesta puntata: il bilancio dopo la trasferta nordamericana
Settima puntata: la concorrenza interna che aiuta l’Italia
Ottava puntata: la capacità di adattamento alle bizze del meteo
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paone_francesco[at]yahoo.it
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Foto: LaPresse & Silvano Varettoni