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Tennis, quando torna in campo Matteo Berrettini? I primi tornei del 2020 del romano: si comincia dall’ATP Cup

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Riparte dalla posizione numero 8 del ranking ATP il cammino di Matteo Berrettini: il romano, dopo la spettacolare annata che l’ha condotto fino alle ATP Finals di Londra che lo hanno visto battere, sia pur in un match senza particolari significati, l’austriaco Dominic Thiem, vuole confermarsi sui livelli cui è arrivato con una seconda metà di 2019 ruggente.

La sua stagione partirà il 3 gennaio con l’ATP Cup, la nuova manifestazione che, in Australia, di fatto prende il posto della Hopman Cup senza esserne l’erede, dal momento che quella ITF era una manifestazione mista che si giocava solo a Perth. La particolarità della situazione è che capitano dell’Italia, per l’occasione, sarà Vincenzo Santopadre, che poi è proprio il suo allenatore e l’uomo che ne ha curato fin dai primi anni la crescita sia dal punto di vista umano che sul versante tennistico.

Dopo l’ATP Cup, per Berrettini ci sono gli Australian Open, ma qui bisogna inserire un punto di domanda, perché non è esclusa la possibilità di giocare la storica esibizione del Kooyong Stadium, a Melbourne, dove fino al 1987 si giocavano gli Australian Open prima del passaggio a Melbourne Park che, nel giro di trent’anni, ha reso lo Slam down under estremamente gradito dagli stessi giocatori. Tantissimi i big che si sono messi in gioco nell’impianto che è al momento oggetto di rinnovamento: Pat Cash, Thomas Muster, Michael Chang, Pete Sampras, Andre Agassi, Roger Federer, Lleyton Hewitt e Novak Djokovic sono tra i nomi più importanti passati da Kooyong.

Si diceva degli Australian Open: sarà lo Slam di Melbourne il punto focale della prima parte dell’annata di Berrettini, perché l’anno scorso è stato eliminato dal greco Stefanos Tsitsipas al primo turno, e perciò potrà guadagnare punti in maniera consistente, dato anche lo status di testa di serie molto importante che andrà a rivestire.

Dopo la campagna australiana, il romano si trasferirà nel continente americano, in quella sequenza di tornei conosciuta come la Gira Sudamericana. Il percorso, in questo caso, parte dall’ATP 250 di Buenos Aires, antico terreno di caccia di Nicola Pietrangeli e Guillermo Vilas e poi di Carlos Moya, David Ferrer e, in un’occasione, Rafael Nadal, prima della vittoria dello scorso anno di Marco Cecchinato. La successiva tappa è l’ATP 500 di Rio de Janeiro, per poi spostarsi verso un secondo ATP 500, ad Acapulco, che però non si gioca sulla terra come i precedenti due tornei, ma sul cemento, cosa che ha trasformato l’ex feudo di Thomas Muster e degli spagnoli in un torneo capace di far concorrenza a Dubai.

Ci sarà poi la nuova Coppa Davis, con Italia-Corea del Sud in luogo da stabilire, e quindi arriverà anche il momento dei due Masters 1000 di Indian Wells e di Miami, dove l’azzurro può ancora guadagnare parecchio in classifica, dato che i punti da difendere, per la massima parte, sono quelli del Challenger a metà tra i due tornei, che l’anno scorso si è giocato a Phoenix e che ha la particolarità di consentire l’ingresso a quei giocatori classificati tra i primi 50 (ma non tra i primi 10) usciti presto da Indian Wells.

Sarà dunque un inizio di 2020 intenso per Berrettini, con l’opportunità di scalare ancora il ranking ATP, che già gli sta sorridendo moltissimo, per avvicinare ulteriormente posizioni che, fino a oggi, sono appartenute ai soli Adriano Panatta e Corrado Barazzutti.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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