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Australian Open 2020: è allarme Italia. Sinner, Berrettini, Seppi, Cecchinato e Sonego: avvio con troppe incognite

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Dalle stelle alla stalle? No, forse è un po’ presto, ma questo avvio di stagione in casa Italia per i tennisti azzurri non è stato così lusinghiero. Si viene da un 2019 eccezionale: otto giocatori nella top-100, due nella top-15 e Jannik Sinner, classe 2001, miglior Under-19 del mondo.

Numeri e non chiacchiere. Purtroppo però il 2020, nei suoi primissimi giorni, ha riservato ben poche soddisfazioni al Bel Paese. In primis le criticità fisiche di Matteo Berrettini. L’azzurro ha deciso di tornare in campo solo negli Australian Open (20 gennaio-2 febbraio) , non prendendo parte all’ATP Cup, manifestazione a squadre che si sta tenendo sempre in Australia. L’assenza del romano per via di un piccolo risentimento muscolare agli addominali ha indebolito la compagine del Bel Paese e il ko pesante contro la Russia (3-0) è costato l’eliminazione, nonostante Stefano Travaglia abbia disputato ottimi incontri contro la Norvegia e soprattutto contro l’americano Taylor Fritz.

Incognite, quindi, che si possono legare anche a Fabio Fognini. Il ko contro lo scandinavo Casper Ruud è piaciuto poco per atteggiamento e approccio. Una versione del ligure un po’ svogliata che ha fatto storcere il naso, aprendo i soliti discorsi sul suo conto: tennista dal valore tecnico eccezionale, ma non con la dovuta attenzione. Su questo aspetto Fabio dovrà lavorare per mettere nel mirino la seconda settimana a Melbourne, e soprattutto puntare ai tornei ATP 500 o 1000, che tanti punti portano via con sé. Ne è cosciente il giocatore nostrano e ci si augura che la nuova collaborazione con Corrado Barazzutti (capitano di Coppa Davis) sappia dare i frutti sperati.

E poi il ko di Sinner nel Challenger a Bendigo. Il finlandese Emil Ruusuvuori (n.121 del mondo) è giocatore ostico e gode di un ottimo momento di forma. Per i non addetti ai lavoro sarebbe dovuto essere un incontro alla portata per l’altoatesino, ma non è stato così. Il finnico, specie con il dritto, ha messo in evidenza quelle che sono ancora le crepe nel gioco del 18enne azzurro, costretto alla resa in due set. E’ solo la prima uscita, ma è chiaro che l’intento dell’allievo di Riccardo Piatti era quello di mettere più minuti nella gambe. Non a caso, vedremo Jannik in azione ad Auckland (Nuova Zelanda) grazie a una wild card, con la speranza che la sua condizione cresca in maniera decisa in vista dell’impegno degli Australian Open.

Stessa storia, stesso mare per le battute d’arresto di Lorenzo Sonego e di Marco Cecchinato a Doha e di Andreas Seppi quest’oggi sempre a Bendigo, sconfitto dal non certo irresistibile cinese Zhe Li. Campanello d’allarme dunque, ma neanche fasciarsi la testa prima ancora di essersela rotta.

 

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Foto: LaPresse

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