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Australian Open 2020: Fabio Fognini e il volto di Giano. Tra imprecazioni, insulti all’arbitro e momenti di tennis sublime

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Fabio Fognini come il dio Giano. Chiaramente non perché sia il creatore per eccellenza e neanche perché abbia la facoltà di vedere nitidamente tanto il passato quanto il futuro, ma perché, alla stregua della divinità latina, il trentaduenne di Arma di Taggia può essere raffigurato con due volti, oggi più che mai. Da un lato, il volto sorridente e felice dell’epica rimonta odierna contro Reilly Opelka, dall’altro il volto nervoso e indisponente della giornata di ieri, chiusa sotto per due set a zero. Insomma, il primo turno degli Australian Open 2020 ha già lanciato uno sguardo profondo nell’universo di Fabio Fognini, offrendocene in un solo colpo il meglio e il peggio, tra imprecazioni evitabili, insulti all’arbitro e momenti di tennis sublime.

Bisogna premettere che l’abbinamento con lo statunitense Reilly Opelka al primo round dello Slam australiano non era stato di certo accolto con piacere dal ligure, dal momento che il numero 2 della penisola, per sua stessa ammissione, non ama particolarmente giocare contro i grandi battitori. La partita, cominciata nella notte tra domenica e lunedì, si era indirizzata in modo evidente dalla parte del tennista nativo di St. Joseph, uscito vincitore dai primi due set per 6-3 7-6. Il linguaggio del corpo di Fognini non lasciava presagire alcuna speranza di rimonta, anche perché i segnali di nervosismo e di insofferenza cominciavano a diventare sempre più evidenti, come testimoniato dal furioso lancio della racchetta contro il cemento di Melbourne e dalla frase rivolta verso il proprio angolo in riferimento al prossimo volo della Emirates per tornare a casa. Poi ecco che dall’alto è giunta la pioggia ad “innaffiare” la voglia di tennis di Fabio, causando il rinvio del match e concedendogli così una seconda opportunità per l’indomani.

E come nelle migliori favole, il “brutto rospo” di ieri si è trasformato magicamente nel “principe azzurro” di oggi, capace di riprendere pazientemente una partita già compromessa e di costruire passo dopo passo una rimonta epica, che gli regala il secondo turno degli Australian Open e lo inserisce nella ristretta lista di giocatori in grado di ribaltare lo 0-2 in un match valevole per uno dei tornei del Grande Slam. Solido al servizio, efficace sia di dritto che di rovescio, Fognini ha esibito alcuni momenti di tennis celestiale, dimostrando per l’ennesima volta che a livello tecnico fa parte dell’élite dei più grandi tennisti in circolazione e che, come accaduto dal principio della sua carriera, quello che ne frena la consacrazione definitiva è soltanto l’aspetto mentale. Non a caso, anche in una mattinata storica come quella odierna, il ligure ha trovato il modo di rendersi protagonista dell’ennesima scenata, insultando a gran voce il direttore di gara, reo di privarlo della tranquillità necessaria a giocare.

Il prossimo ostacolo sulla strada di Fognini sarà il padrone di casa Jordan Thompson, un avversario ampiamente alla portata del numero 12 del mondo. Naturalmente, però, dipenderà dalla tenuta mentale e dall’atteggiamento sul terreno di gioco. Come dicevano i romani, homo faber fortunae suae: ecco, Fabio è il padrone del proprio destino, deve solo decidere quale versione di se stesso mandare in campo.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: LaPresse

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