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Australian Open 2020: Fabio Fognini risolleva la giornata difficile dell’Italia. Federer e Djokovic tranquilli, donne tra sorprese e storie

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Fabio Fognini ha impedito che l’Italia tornasse dal mercoledì degli Australian Open con un pesante 0-3 nel bilancio vittorie-sconfitte, ma ha rischiato davvero tanto con l’australiano Jordan Thompson prima di batterlo al super tie-break del quinto set. Soltanto un’altra volta, nelle tre occasioni precedenti in cui era stato avanti di due parziali e si era fatto rimontare, aveva poi vinto il quinto in uno Slam: era il 2017, e al primo turno del Roland Garros riuscì a sconfiggere l’americano Frances Tiafoe

Certamente si son fatte sentire le fatiche dei due giorni (e annessa rimonta) con l’altro americano Reilly Opelka, così come ha influito il fatto che, dall’inizio del terzo set, il dritto ha semplicemente smesso di funzionare per larghi tratti, ma si è visto ancora una volta uno dei tratti tipici di Fognini. Il ligure è un giocatore che nella lotta ha spesso saputo esaltarsi, e a quasi 10 anni dalla sua prima vittoria al quinto set in uno Slam (nel folle match contro Gael Monfils al Roland Garros 2010, chiuso anche quello in due giorni e in cui ne accaddero di tutti i colori) lo conferma, riuscendo ad arrivare a un terzo turno non scontato, che gli consente anche di difendere i punti conquistati lo scorso anno. Il suo prossimo avversario, l’argentino Guido Pella, non è propriamente uno dei suoi preferiti: ci ha perso due volte, ma lo ha sconfitto nell’unico precedente in cinque set, in Argentina, nella versione della Coppa Davis che più ne esaltava l’estro.

Per un Fognini vittorioso, c’è un Matteo Berrettini sconfitto, con lo stesso andamento (purtroppo per l’Italia tennistica, rovesciato): primi due set a favore dell’americano Tennys Sandgren, rimonta e sconfitta. Il romano ha avuto tre importantissime palle break nel quinto parziale, ma Sandgren non è stato particolarmente collaborativo in quel frangente. Si è vista molto bene una serie di fattori legati ai problemi della preparazione: prima l’infortunio addominale e poi, sabato, in allenamento con Novak Djokovic, ha avvertito anche un problema a una caviglia. Se è vero che l’attesa per il numero 8 del mondo era particolarmente alta, è ugualmente vero che, a volerlo mettere in croce per questo torneo, perlomeno bisognerebbe farlo concedendogli delle attenuanti che sono piuttosto palesi nel suo caso. Lo rivedremo nella Gira Sudamericana, e sarà quella un’occasione utile per mettere partite nelle gambe.

Diverso è invece il discorso per Jannik Sinner. Il diciottenne di San Candido sta imparando cos’è il livello degli Slam e cosa sono gli avversari solidi come l’ungherese Marton Fucsovics, uno la cui classifica di numero 67 del mondo rende poca giustizia, visto che è stato al 31° posto nella prima metà del 2019. Anche la gestione di un fattore esterno occasionalmente pesante, quale il vento, è qualcosa che alla sua età è ancora più che affinabile. Non bisogna dimenticare mai questo particolare: per quanto Sinner abbia un grande potenziale, in parte già espresso, ma per larghissimi tratti ancora tutto da far venire alla luce, stiamo parlando pur sempre di un giocatore in evoluzione. Una cosa è certa: Riccardo Piatti su di lui ha scommesso parecchio, e sa come trattare il materiale umano a sua disposizione.

Roger Federer e Novak Djokovic hanno continuato senza problemi il loro torneo, in tempi anche molto simili (un’ora e 35 minuti per lo svizzero, tre giri di lancetta in meno per il serbo). Di certo non sono Tatsuma Ito e Filip Krajinovic i due uomini più indicati per testare le condizioni di forma dei due uomini che i pronostici vorrebbero in semifinale l’uno contro l’altro, ma già il terzo turno offrirà maggiori idee, in particolare per l’elvetico. Il suo avversario sarà l’australiano John Millman, che in due occasioni gli ha creato più d’un problema e nella terza (US Open 2018) lo ha anche estromesso dal torneo agli ottavi di finale. Per il numero 2 del mondo, invece, c’è un altro nipponico, Yoshihito Nishioka, giustiziere del britannico Daniel Evans in tre soli set.

Dei big, molto meglio è andata a Stefanos Tsitsipas: l’incrocio con il tedesco Philipp Kohlschreiber sarebbe stato bello da vedere per la brillantezza del gioco di entrambi, ma un problema muscolare del secondo si è rivelato essere la fortuna del primo, al terzo turno senza tanti problemi. Chi, invece, offre un pezzo di possibile resurrezione da momenti complessi è il croato Marin Cilic, bravo a eliminare il francese Benoit Paire, recente vincitore ad Auckland e in grande fiducia. Sfiderà l’iberico Roberto Bautista Agut, numero 9 del seeding, e non è propriamente una di quelle partite dall’esito scontato. Da dimenticare, invece, il torneo di Grigor Dimitrov: l’uscita di scena per mano dell’americano Tommy Paul di certo non ne alza (ancora una volta) le quotazioni per la stagione.

Nel tabellone femminile tutti i nomi principali non hanno alcun problema. Ashleigh Barty, Naomi Osaka, Petra Kvitova, Serena Williams: l’australiana, la giapponese, la ceca e l’americana concedono ben poco nei loro match, e quella che deve lottare di più è la terza dell’elenco, costretta a un doppio 7-5 dalla spagnola Paula Badosa, al miglior risultato Slam della sua ancora giovane carriera. Il futuro incrocio più pericoloso ce l’ha Osaka, che dovrà sfidare il prodigio americano Cori “Coco” Gauff (molto brava a risolvere una complessa partita con la rumena Sorana Cirstea): tutti ricordano il precedente degli US Open, con tanto di momenti finali davvero molto belli tra le due oltre il risultato. Probabilmente la quindicenne nata ad Atlanta non ha ancora le armi per battere una simile avversaria, ma le distanze potrebbero ridursi un po’ rispetto a New York.

Sono molti i temi offerti dalle donne in questa giornata: Carla Suarez Navarro, a 31 anni, vuole ancora dimostrare al mondo del tennis di esserci, e l’aver eliminato la numero 11 del seeding, la bielorussa Aryna Sabalenka, fa capire chiaramente che il tempo di uno dei più famosi rovesci a una mano dell’epoca recente non è ancora finito. E a proposito di tempi non conclusi, Caroline Wozniacki rinvia ancora la data del proprio ultimo match sconfiggendo l’ucraina Dayana Yastremska. Se addio dev’essere, per la danese, a quanto pare lo vuole fare con molto stile. La vincitrice del 2018 è attesa da un match che è un completo contrasto di stili con la tunisina Ons Jabeur, al suo miglior risultato a Melbourne e in cerca del primo ottavo Slam in carriera con un tennis che si lascia guardare molto volentieri. Poteva essere un bel torneo anche per la croata Petra Martic, ma la numero 13 del seeding si è trovata davanti Julia Goerges, e anche la tedesca fa parte di quella categoria di giocatrici che, alla stessa età di Suarez Navarro, di passare il testimone ancora non ha molta voglia.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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