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Australian Open 2020: Fognini, stavolta niente rimonta. Federer-Djokovic, scontro vicino? Da Barty a Jabeur, il bello del tabellone femminile

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Poteva essere la giornata del secondo accesso ai quarti di finale di Fabio Fognini in un torneo del Grande Slam, e invece si è trasformata, per il ligure, in una sera di Melbourne in cui non è riuscito a fare ciò che gli era riuscito al primo turno. Niente rimonta contro l’americano Tennys Sandgren, a differenza di quanto accaduto contro il connazionale di quest’ultimo, Reilly Opelka.

Si potrebbe parlare del fallo di piede nel tie-break del primo set, dell’estremo nervosismo di Fognini all’inizio del secondo e di tanto altro. Quel che è certo è che, dopo il momento in cui ha perso la bussola, il numero 2 d’Italia l’ha ritrovata, lasciando semplicemente passare il momento negativo per concentrarsi su quello positivo che gli ha regalato la risalita da 0-4 a 5-4 nel secondo set. Sembrava un’altra di quelle giornate eroiche cui il ligure ha abituato da tutta una vita negli Slam, a partire dai celebri due giorni contro Gael Monfils al Roland Garros 2010. Solo che stavolta si è trovato davanti un avversario non banale: Sandgren negli ultimi tre Slam ha raccolto gli ottavi a Wimbledon, il terzo turno agli US Open e adesso di nuovo i quarti agli Australian Open. In altre parole, alza il livello quando il gioco si fa duro, e lo si è visto una volta di più nell’ultimo game della partita, giocato in maniera davvero imponente. Finora è lui, già certo di essere l’unico giocatore non compreso tra le teste di serie ai quarti di finale, a rappresentare la storia di questo torneo, vista la qualità di coloro che ha eliminato: Matteo Berrettini, Fabio Fognini e in mezzo il suo connazionale Sam Querrey, uno che quattro quarti Slam in carriera li ha giocati (e uno l’ha vinto, fermandosi in semifinale a Wimbledon 2017).

In molti aspettavano di capire quanto fosse in condizione oggi Roger Federer, dopo la maratona contro l’australiano John Millman con annesso recupero quand’era indietro 8-4 nel super tie-break. La solidità dell’ungherese Marton Fucsovics si è vista nel primo set, in cui lo svizzero è apparso piuttosto imballato. Una volta preso il largo nel secondo parziale, però, è entrata in campo una versione di Federer molto migliore, che ha saputo approfittare del netto calo del magiaro per approdare comodamente al quindicesimo quarto a Melbourne in carriera. La prospettiva è ora quella del match proprio contro Sandgren, che mai ha affrontato in carriera. Il tennis dello statunitense, nonostante l’impressione destata dalla sua corsa, non sembra in grado di poter contrastare quello dell’elvetico anche qualora quest’ultimo dovesse presentarsi, martedì, in condizioni semplicemente buone.

Più in basso nel tabellone, Novak Djokovic conferma il suo status di primo favorito del torneo: poco più di due ore, e anche l’argentino Diego Schwartzman, numero 14 del seeding, è eliminato. Considerati i precedenti tra i due, il serbo può dirsi ben contento dei segnali arrivati dall’incontro odierno, e nei quarti troverà Milos Raonic: il canadese ha confermato di stare molto bene in quest’inizio di stagione eliminando senza neanche cedere un set il croato Marin Cilic, nella sfida dei riportati alla luce dal primo Slam dell’anno. I precedenti dicono 9-0 per Djokovic, che soltanto in due occasioni ha ceduto un set al suo futuro avversario. Con queste premesse, la sfida tra i due finalisti di Wimbledon 2019 non sembra poi tanto lontana, anche se ci sono due prospettive diverse: se l’uomo che a Melbourne ha vinto sei volte qui ha già fatto meglio degli ottavi di un anno fa, quello che si è imposto in sette occasioni deve ancora arrivare a confermare la vittoria del 2019 che gli permetterebbe di rimanere in piena corsa per il numero 1 del ranking ATP.

Ancor più del tabellone maschile, quello femminile sta offrendo spettacolo, incertezza e anche volti nuovi a questi livelli. Nella giornata odierna, in particolare, la novità la rappresenta Ons Jabeur. 25 anni, tunisina, è la prima del suo Paese ad arrivare nei quarti di finale di uno Slam, peraltro con pieno merito: un gioco brillante, vario e una sempre più importante tenuta mentale, quella che le ha finora consentito di mettersi alle spalle quattro nomi non da poco: Johanna Konta, Caroline Garcia, Caroline Wozniacki e Qiang Wang, con la cinese che veniva dalla vittoria su Serena Williams. Ci sarà in ogni caso una prima volta in una semifinale Slam, perché martedì, dall’altra parte della rete, Jabeur incrocerà l’americana Sofia Kenin, che ha interrotto, ancora agli ottavi, i sogni di gloria di Coco Gauff, con l’esperienza maturata soprattutto negli ultimi due anni e la consapevolezza di aver dato al suo tennis dalla natura aggressiva una dimensione nuova. Per la teenager nata ad Atlanta è un altro ottimo torneo e un ulteriore passo verso l’alto, ma non bisogna dimenticare i suoi 15 anni di età: ad oggi, per tutti, lei è a ragione un fenomeno, un prodigio, ma nel giorno in cui arriveranno delle sconfitte anche in serie (e arriveranno) bisognerà ricordare che la crescita, nel tennis come negli sport, per tutti, passa anche da questi momenti meno semplici.

Il quarto di finale dei sogni è realtà: Ashleigh Barty contro Petra Kvitova. L’australiana, numero 1 del mondo, non cambia ragionevolmente le proprie prospettive di favorita, se non altro perché il set perso contro l’americana Alison Riske, che pure non è ostacolo semplice (e l’ha dimostrato, anche considerando la sua notevole crescita del 2019), è stata frutto anche di un suo momento di calo. La ceca, però, in questo torneo sta inserendo le marce alte, e dopo un parziale con, per sua stessa ammissione, del nervosismo, ha ripreso il proprio ottimo cammino eliminando la greca Maria Sakkari, che deve dunque rinviare i propositi di aggiungere qualcosa di ancor più pregiato all’eredità lasciata da Eleni Daniilidou. La ceca, con Barty, ha vinto i primi quattro precedenti, ma ha perso i successivi tre, tutti sul veloce e nel 2019. Se si voleva una potenziale battaglia con annesso contrasto di stili molto pesante, eccola servita.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LaPresse

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