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Australian Open 2020, Jannik Sinner e Matteo Berrettini: due sconfitte dal sapore diverso su cui riflettere

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Il terzo giorno degli Australian Open 2020 di tennis è quello della delusione e dell’amarezza per i colori azzurri. In attesa di sapere cosa farà Fabio Fognini contro l’australiano Jordan Thompson, il Bel Paese deve leccarsi le ferite per via di due eliminazioni nella nottata appena trascorsa, ovvero i ko di Jannik Sinner e di Matteo Berrettini nel secondo turno dello Slam.

Il 18enne altoatesino era atteso da un match particolarmente impegnativo contro il solido magiaro Marton Fucsovics. Le caratteristiche da “regolarista” dell’ungherese hanno messo in difficoltà Jannik, ancora troppo discontinuo per far fronte a un giocatore che, pur senza fare cose eccezionali, conserva grande lucidità e gioca sempre con un certo margine, senza rischiare più del dovuto in ogni scambio. Una strategia, infatti, che ha permesso a Fucsovics di staccare il biglietto per il terzo round, abile anche ad interpretare le condizioni atmosferiche a proprio vantaggio. Le forti folate di vento, che hanno decisamente influenzato l’andamento del match, sono state “assecondate” al meglio dal più esperto tennista dell’Est, mentre per Sinner le difficoltà sono aumentate in maniera esponenziale. Si può comunque guardare il bicchiere mezzo pieno, perché si parla di un debuttante che mai aveva calcato questi campi nel main draw. Esperienza funzionale alla sua crescita perché il talento non si discute, ma bisogna ovviamente lavorarci. Riccardo Piatti ne è perfettamente consapevole.

Di un sapore diverso è la sconfitta di Berrettini contro il n.100 del mondo Tennys Sandgren. Una battuta d’arresto amara, al quinto set, dopo che il romano era stato capace di riprendere un incontro che sembrava già terminato. Tuttavia, è mancato qualcosa nello sprint finale. Inutile negare che questa uscita di scena è molto sorprendente perché, in qualità di n.8 ATP e dei miglioramenti strepitosi del 2019, doveva arrivare ben altra prestazione. Che cosa non ha funzionato? Indubbiamente Matteo non è al top della condizione e anche il piccolo contrattempo alla caviglia in allenamento fa parte di una serie di problemi con cui l’azzurro ha dovuto fare i conti, ricordando anche il risentimento muscolare agli addominali per cui non ha preso parte all’ATP Cup. Si deve, dunque, riflettere su quanto è accaduto e non fasciarsi la testa perché il percorso è appena iniziato, ma è perfettamente comprensibile la delusione odierna.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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