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Australian Open 2020: Matteo Berrettini e una condizione tutta da scoprire. Infortunio agli addominali, manca il ritmo partita

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Matteo Berrettini ha giocato il suo ultimo match del 2019 lo scorso 20 novembre, con la sconfitta contro l’americano Taylor Fritz nella settimana della Caja Magica in cui si è celebrato il nuovo format della Coppa Davis. Da allora, il romano non è più sceso in campo in partite ufficiali. Avrebbe dovuto farlo all’ATP Cup, ma è stato bloccato da un leggero infortunio agli addominali, che ha consigliato sia il diretto interessato che il coach Vincenzo Santopadre a rinviare direttamente agli Australian Open l’esordio in partite che contano per la classifica mondiale.

Dal momento che lo Slam di Melbourne comincerà il prossimo lunedì 20, con Berrettini che ci arriva da testa di serie numero 8 (corrispondente al suo ranking ATP), questo significa che saranno trascorsi almeno due mesi dal suo ultimo match ufficiale. Un intervallo piuttosto lungo per lui, che nell’ultimo anno al massimo si è fermato un mese dopo Miami e dopo Wimbledon (anche in quest’ultimo caso c’era di mezzo un problema fisico occorso in allenamento).

Il programma del ventitreenne di Roma, però, si è arricchito di recente: per mettere qualche match nelle gambe, ha deciso di giocare il Kooyong Classic, esibizione che si tiene in quella che dal 1972 al 1987 è stata la sede del primo Slam dell’anno (o l’ultimo, a seconda del periodo in cui si giocava; lo spostamento di data, ai tempi, causò la presenza di soli tre Slam in calendario nel 1986). In questo contesto di alto livello, fino a giovedì 16 Berrettini potrà garantirsi la possibilità di carburare e non arrivare all’appuntamento importante totalmente a secco, iniziando così a saggiare la condizione in vista di Melbourne.

Naturalmente, però, alcune partite di esibizione non possono eguagliare le sensazioni che si provano in un torneo vero. Sarà sui campi di Melbourne Park che scopriremo davvero le prospettive, almeno sul breve termine (inteso come il singolo Slam) da parte del numero 1 d’Italia. Rispetto allo scorso anno un vantaggio ce l’ha: la testa di serie alta gli permette di essere al riparo da moltissimi sorteggi nefasti, come quello che gli è capitato nella scorsa edizione, quando fu sconfitto dal greco Stefanos Tsitsipas al primo turno. Il binario, in questo caso, è doppio, forse triplo: scoprire come sta il giocatore, verificarne i progressi dal punto di vista tecnico e incamerare punti che fanno bene alla classifica, considerata la possibilità di guadagnare.

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: LivePhotoSport/Roberto Zanettin

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