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Australian Open 2020, Roger Federer e sono 102 a Melbourne: lo svizzero in semifinale nonostante un problema all’inguine
Classe, grinta, furbizia e un pizzico di fortuna: sono stati necessari tutti questi “ingredienti” a Roger Federer per battere il coriaceo Tennys Sandgren (n.100 ATP) e prevalere al quinto set, annullando ben 7 match-point nel quarto parziale. Una prestazione, dal punto di vista tecnico, non eccelsa quella di Roger, considerando i 56 errori non forzati, a fronte di 44 vincenti.
Tuttavia, il problema all’inguine del terzo set è stato qualcosa di più di un contrattempo. Per via di questa criticità, l’elvetico sembrava aver sulle spalle qualcosa di più dei suoi 38 anni e i movimenti sul campo non erano dei migliori. I pensieri nella sua testa potevano lasciare presagire un periodo di stop e qualche giorno di vacanza sulle nevi svizzere. Niente di tutto questo. Dopo il medical timeout, l’elvetico ha accettato la situazione e da grande campione ha giocato un punto alla volta, mettendo sotto pressione il proprio avversario, che forse si era illuso di avere la partita nelle proprie mani.
Indubbiamente a Sandgren il classico braccino sarà anche venuto, ma è anche vero che, per fronteggiare una situazione di tale disagio, era necessaria una grande forza mentale. E’ quella che oggi ha dimostrato il “Maestro” in barba a chi lo descrive solo come un tennista “stiloso”, dal record di palle break non sfruttate in carriera. Se parliamo di primati, Federer aggiorna le proprie statistiche che val la pena snocciolare: 102ma vittoria nei match disputati agli Australian Open; con questo risultato è il più anziano semifinalista a Melbourne dai tempi di Ken Rosewall (1977) e negli Slam da Jimmy Connors (1991); 15ma semifinale per lui in Australia e n.46 in carriera nei Major.
Statistiche che possono fare anche da didascalia alla prova di oggi per le qualità caratteriali dimostrate. Ora, nel penultimo atto, il vincente di Djokovic-Raonic lo attende e, in qualunque caso, sarà durissima, specie se dovesse esserci il serbo dall’altra parte della rete. Questa, però, sarà un’altra storia.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: LaPresse